Il nuovo oppio dei popoli e il bar libera-tutti
Sport? No, sempre e solo soldi. Sta per scomparire il logo (di) Rio: resta il logorio (*) ma nei giochi da tavolo accadono cose che voi robot non potete immaginare… sono le «VARIE ED EVENTUALI – 7» di Claud’Io
Chiedo scusa se mi sono fatto prendere la mano.
Premetto che sono uno sportivo da salotto o meglio da tavolino. Da piccolo mi facevano giocare in porta. Non ho subito traumi, anzi. Poi sono passato ai veri giochi, quelli da seduti. Ho fatto tutta la trafila dalle giovanili alla categoria dilettanti. In realtà non c’è categoria o federazione, ogni bar ha le sue regole. Al bar se non sapevi stare a sedere con un mazzo di carte in mano – tolsero perfino il biliardo! – non esistevi.
Mediocre in tutti i giochi, mi salvavo a Mah Jong (*) di cui detengo ancora due record del bar. Una partita di 12 ore e giocate da 4 e 6 raddoppi. E’ un gioco d’azzardo e abitualmente si gioca senza raddoppi. Pensate se «ci facciamo un giro senza raddoppi» e te ne escono 6, il tuo punteggio si moltiplica per 32. Metti 400 punti a 10 centesimi. Vi faccio io il calcolo, sono 1280 euro contro 40. Scusate il tecnicismo, era solo per spiegare che i soldi sono i miei e un vero giocatore non gioca mai per perdere (vedi scommesse “a perdere”) o si dopa per vincere.
Ora, parlando dell’altro sport, ci sono gli “agonisti” quelli che ci fanno i soldi.
Non fatevi ingannare dai mega ingaggi di alcuni sport. In realtà sono percentualmente in pochi quelli che hanno grossi ingaggi. Il resto della truppa suda, suda, suda e per un pugno di euri. La carriera è corta e ti ritrovi a 35 anni senza arte nè parte.
Nel ciclismo la maggioranza ha uno stipendio medio di 30.000/50.000 euro all’anno.
Poi abbiamo sport dove devi pagare per gareggiare, ma questa è un’altra storia. Come sportivi intendo TUTTI quelli che fanno un’attività così definita. Da quelli che vanno in palestra, ai ciclisti della domenica, ai professionisti/dilettanti.
Ci guadagnano:
LE FEDERAZIONI NAZIONALI ED INTERNAZIONALI
I PRODUTTORI DI SOSTANZE DOPANTI (le case farmaceutiche)
I DISTRIBUTORI DI SOSTANZE DOPANTI (se le mafie hanno in mano tutto un motivo ci sarà)
I BOOKMAKER (ottimo sistema per riciclare soldi. Ma poi ci sono soldi puliti? non è che sia un ossimoro?)
GLI STATI CHE PRELEVANO UNA QUOTA SULLE SCOMMESSE
GLI SPONSOR
LE TELEVISIONI
CHI E’ IN CERCA DI CONSENSO
CHI E’ IN CERCA DI POTERE
CHI VUOLE CHE NON SI PENSI, COSì CI CONTROLLANO MEGLIO
Qui veniamo alla mia incazzatura. Più guardo gli sport per televisione – non nego che farlo mi piaccia – e più alimento questa catena di sant’Antonio.
D’accordo, mai acquisterò i prodotti pubblicizzati e non mi vestirò con abiti sportivi griffati, ma a loro non interessa, anzi è quello che vogliono. Ne sto parlando: sono proprio un coglione.
Due consigli di lettura:
«I TRAFFICI MONDIALI DELLE SOSTANZE DOPANTI» (scritto circa 10 anni fa sotto l’egida di LIBERA, scaricabile in .pdf da internet) di Alessandro Donati che è noto soprattutto per le sue battaglie contro il doping nell’atletica leggera, nel calcio e nel ciclismo e per aver denunciato gli scandali dell’atletica italiana avvenuti nella metà degli anni ottanta. Precedentemente, dal 1977 al 1987, è stato allenatore della nazionale di atletica leggera dell’Italia ma fu sollevato da tale incarico dopo la denuncia della frode attuata dai giudici del salto in lungo in occasione dell’ultimo salto di Giovanni Evangelisti durante i campionati del mondo del 1987 tenutisi a Roma. Donati ha inoltre scritto diversi libri riguardanti il doping ed è stato a capo del settore Ricerca e Sperimentazione del CONI – Comitato Olimpico Nazionale Italiano – dal 1990 al 2006. Nel 2015-2016 allena il marciatore Alex Schwazer, sospeso per doping (Donati sostiene che a seguito di una sua denuncia alla WADA sia stato possibile pescarlo nel 2012 nella rete del doping) e che ha terminato la squalifica per uso di epo e anabolizzanti il 29 aprile 2016. Strano che Alex Schwazer sia poi stato trovato positivo e che Sandro Donati sia stato minacciato per quanto faceva. La magistratura indaga, ma intanto l’atleta è stato condannato dal tribunale sportivo a 8 anni di sospensione dalle gare. Più strano che atleti italiani lo abbiano criminalizzato quando ci sono loro colleghi a Rio che gareggiano malgrado varie volte trovati positivi. Ma, come dice il saggio, “ci sono positivi e positivi e non tutti i positivi sono uguali”. L’atleta non doveva prendere come allenatore il nemico dei dopatori e dopati:non dovevano correre il rischio che a Rio vincesse. E probabilmente avrebbe vinto.
«IL POTERE DEL CALCIO»
La palla è una sfera d’influenza manovrata dalle grandi potenze fra eventi, affari e pay tv: su «Limes» 5/2016. Questo è aggiornato ed è fondamentale leggerlo per inquadrare meglio tutto il mondo dello sport, che non è solo SOLDI è anche POTERE, CONSENSO e CONTROLLO
ATLETI? NO SOLO STRONZI!
Il pubblico brasiliano ha fischiato i pallavolisti Usa. Si sono un po’ incazzati per la cazzata dei quattro nuotatori. Ma sono proprio con il cervello a zero! «Ci hanno rapinati, ci hanno portato via gli orologi». E poi ti fai vedere e fotografare con gli orologi… Il filmato della telecamera? Lochte ha detto che hanno tagliato i tre minuti della “rapina”. Ha avuto culo che era partito subito altrimenti lo mandavano in Amazzonia a nuotare con i caimani. In realtà erano ubriachi fradici e hanno chiesto al taxista di fermarsi a un distributore per svuotarsi. Era chiuso e si sono messi a far danni e a svuotarsi dove capitacapita. È uscito il guardiano incazzato e ha chiesto che pagassero i danni. Al loro rifiuto il taxista li ha mandati a cagare. E loro si sono inventati la balla.
SALVIAMO IL SOLDATO ALEX E IL CAPITANO SANDRO!
La pipì viola. Nella serissima polemica sul doping dei cinesi nel nuoto emerge un dettaglio quanto meno buffo. L’accusa rabbiosa del francese Camille Lacourt al controverso vincitore dei 200 stile liberj Sun Yang. «Fa la pipì viola!» ha gridato in un’intervista a RMCsport. Occhio al colore dell’acqua delle piscine… È noto che i nuotatori la fanno in vasca di gara. Così all’incirca «Il Sole 24 ore». In realtà è stato mooolto più duro. Ha detto che gli fa schifo solo vederli. Andare sul podio con loro? Jamais!
MATRI-MONdO
Un tuffatore cinese ha fatto la proposta di matrimonio a una tuffatrice, pure cinese, in diretta. In ginocchio con l’anello etc. etc. Si vedeva benissimo che lei non ne voleva. Gli avrà detto “va bene, ma appena arriviamo a Beijing ti faccio passare la voglia di fare il patacca!”
infine…. LA SODDISFAZIONE DEL SILENZIO
Lee Sedol non avrebbe dovuto sfidare AlphaGo. Sapeva che avrebbe perduto.
Il GO non è un gioco, è una filosofia.
Per capirne l’essenza iniziatevi a leggere «IL MAESTRO DI GO» oppure aspettate che il GRANDE PUFFO ve lo racconti a breve, come promesso.
Io non vi dirò niente, solo che sempre è presente nei romanzi e racconti giapponesi più antichi.
In ogni caso, io, di speranze ne ho ancora e tante.
I robot, chiamiamoli pure così, possono vincere e stravincere, ma vorrei portarli al bar a giocare a Mah Jong. Qua, in Romagna, si gioca a Mah Jong da sempre e abbiamo anche battuto i cinesi.
Lo conosco bene.
Oppure a Marafò, gioco principe del romagnolo (Beccaccino o tresette con briscola). Una sorta di bridge (***) ma leggermente più sofisticato. Si gioca con le carte romagnole.
Oppure a poker, meglio ancora nelle sue moderne a partire dal Texas hold ‘em.
Penso che qualche problemino possiamo ancora crearlo ai robot. Sicuro che vincono in giochi dove la fortuna non entra in ballo ed è solo un problema di memorizzazione e velocità di calcolo delle possibilità. Nei giochi veri, no.
Nei “veri” giochi ci deve essere sempre una posta, non solo divertimento. Anche solo una bevuta, ma il giocatore deve avere uno scopo oltre a vincere la partita e/o la posta in gioco e sopratutto fare… la grande giocata; quella che ti riempie di soddisfazione, applaudita, metaforicamente, da tutti i presenti. Infatti, al bar, si gioca con il pubblico che sempre ti critica e ti racconta, in tutte le mani giocate dove, secondo chi guarda, tu hai sbagliato. Poi, idem, fra i giocatori. Un casino. Ma quando fai la GRANDE GIOCATA scende il silenzio. Quello è il momento in cui capisci che ce l’hai fatta: sei nell’Olimpo e sai cosa si prova a vincere un oro olimpico. No meglio: nel gioco non ci sono medaglie ma solo un vincitore. Qui vi cito Klammer quando gli chiesero perché lui arrivava sempre primo e Plank sempre secondo. La risposta fu «io parto per vincere, lui parte per battermi».
Posso perdere o vincere, non è un problema, ma un robot non saprà mai cosa sia LA SODDISFAZIONE DEL SILENZIO.
Quando vedo un bar con i tavolini pieni di giocatori e il pubblico che commenta, io sono contento. E’ anche l’unico sport dove puoi essere spettatore e giocatore, mai tifoso. I TIFOSI sono quelli che i sopra citati signori dello sport mungono per i loro interessi. E come le mucche, dopo che sono state munte, sono anche felici.
LE VIGNETTE SONO DI APICELLA
(*) In “bottega” di recente ho consigliato – qui: Ad agosto lo sport si rifà mondo e… – qualche lettura per meglio inquadrare l’inganno olimpico e i tentativi di opporsi a esso… in nome di un “altro sport” (db)
(**) Di cos’è Mah Jong e perché questo gioco della “mala” cinese sia diffuso in parte della Romagna e del messinese si dirà un’altra volta: graditi suggerimenti per meglio inquadrare il mistero (ancora db)7
(***) prevedo vivaci proteste dei robot e dei bridgisti; in quanto abusivo rappresentante di entrambi elevo già la mia protesta (sempre db; e ke palle)
I ROBOT E I GIOCATORI DI BRIDGE POSSONO DIRE E FARE QUELLO CHE VOGLIONO.
QUESTA MATTINA ERO AD UN “VERO BAR”, COME LI DEFINISCE MIO FRATELLO CALALANO TONI CALVO, E SAREBBERO STATI IGNORATI E IL GESTORE/BARISTA (OVVIAMENTE CINESE) AVREBBE CHIAMATO LA TRIADE.
VI AGGIUNGO ALTRE DUE VARIANTI DI BRISCOLA/TRESETTE, OLTRE AL “TRESETTE CON LA BRISCOLA”.
QUARTIGLIO E QUINTIGLIO.
QUI MI SCOMMETTO ANCHE IL PANCREAS CHE I BRIDGISTI E I ROBOTTISTI SUDEREBBERO SOLO A GUARDARE GIOCARE.
SUERTE