Il Paraguay della famiglia tradizionale

Il nuovo presidente Santiago Peña, deputati e senatori colorados hanno dichiarato guerra all’ideologia di genere. Si tratta di un attacco ai diritti delle donne, dei minori e di tutti coloro che un differente orientamento sessuale a partire dal taglio dei fondi alle scuole pubbliche.

di David Lifodi

Insediatosi soltanto lo scorso 15 agosto, il nuovo presidente paraguayano Santiago Peña ha già promesso di voler combattere l’”ideologia di genere” e minacciato di eliminare il Ministero della Donna, dell’infanzia e dell’adolescenza.

Per accelerare i tempi e facilitare il compito al presidente colorado, 70 deputati, in gran parte membri del suo partito, utilizzando la retorica dell’urgenza per difendere la vita e la famiglia, solo una settimana prima, il 9 agosto, hanno votato a favore della deroga della Legge 6.659/20, che consiste nello spostare dal Ministero dell’istruzione e della cultura 38 milioni di euro originariamente destinati a kit scolastici e libri di testo educativi, cibo e investimenti nelle infrastrutture.

Già nel 2022, in piena campagna elettorale per le presidenziali, si era cercato di far approvare la deroga, ma al Senato era mancato il quorum. In pratica, a rimetterci, sono i ragazzi, ai quali verranno tagliati non solo i pasti scolastici, ma anche le infrastrutture per poter ricevere un’istruzione di qualità. Tra i principali sostenitori del presidente Santiago Peña e della sua campagna per i “diritti della famiglia tradizionale” vi è il pastore Miguel Ortigoza.

La campagna governativa per togliere i fondi alla scuola pubblica, dove gli adolescenti sarebbero vittime di presunte strumentalizzazioni, è condotta dall’ultradestra per togliere di mezzo i diritti delle donne, dei minori e di tutti coloro che hanno un differente orientamento sessuale. Nel corso del suo accorato intervento contro la bancada colorada, la senatrice Blanca Ovelar ha dichiarato: “Lo que necesitamos acá en un país tan atrasado como el nuestro es una sociedad que respete la libertad de la gente, gente que existe desde que el mundo es mundo ¿Cuál es la alternativa que ofrecen? ¿matarlos a todos?”.

È proprio sul termine “genere” che i deputati del Partido Colorado hanno impostato la loro campagna retrograda, sostenendo che questa parola si utilizza per “distorcere la realtà” e che il genere è inevitabilmente “maschile o femminile”. Inoltre, gli stessi colorados che hanno votato a favore della deroga dell’accordo non hanno proposto un’alternativa al finanziamento pubblico, dimostrando di non avere a cuore l’istruzione e l’alimentazione di bambini e adolescenti in nome della battaglia contro l’ideologia di genere, di cui uno dei principali fautori è il senatore Basilio Núñez, noto per le sue posizioni machiste e intolleranti.

Sempre all’inizio di agosto, i senatori colorados Lizarella Valiente, Gustavo Leite, Natalicio Chase, Carlos Giménez e Orlando Penner, nell’ambito della riunione interistituzionale della Comisión de Niñez, Adolescencia y Juventud, avevano già fatto capire che avrebbero presentato un progetto di legge per combattere l’”ideologia di genere” nelle scuole, nonostante le loro maldestre dichiarazioni cercassero di riaffermare che il Paraguay non è un paese machista.

Le avvocate Mirta Moragas Mereles, María José Durán Leite e Cecilia Balbuena del Pino, del Consultorio Jurídico Feminista, hanno fatto presente che si tratta di un progetto di legge incostituzionale che cerca di alimentare volutamente, nel paese, una situazione di panico, soprattutto grazie alle campagne di disinformazione e di odio sull’argomento dilaganti sui social network. In pratica, in Paraguay, si è creata, in seno ai colorados, la cosiddetta bancada “políticos provida”, determinata a creare il Ministerio de la Familia al posto del Ministerio de la Niñez y la Adolescencia e del Ministerio de la Mujer.

Non si tratta soltanto di un passo indietro per i diritti delle donne, degli adolescenti e dei bambini, ma anche di una vulgata caratterizzata dall’odio nei confronti delle comunità più vulnerabili, da quelle indigene a quelle lgbti, perché mira a disprezzare e a cancellare le diversità, non a caso la famiglia ritenuta “tradizionale” e l’unica degna di essere riconosciuta è quella rappresentata da padre, madre e figli.

Una cosa è certa: la presidenza di Santiago Peña comincia nel peggiore dei modi.

 

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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