Il ponte delle spie – Steven Spielberg
di Francesco Masala
un uomo contro tutto e tutti, contro tutte le aspettative, riesce a ottenere i suoi obiettivi di liberare due uomini, come nel più classico degli western.
i tempi sono quelli della guerra fredda, i sovietici e i tedeschi dell’est sono peggio degli statiunitensi, sarà un caso, ma il film è un’americanata, ben fatta davvero, Spielberg è un grande del cinema.
poi ce n’è anche per i militari statiunitensi, dipinti come quelli di Stranamore di Kubrick, pazzi travestiti da difensori della patria, nelle loro mani sono i destini di tutti, poveri noi.
come in una partita a scacchi l’avvocato Donovan ( Tom Hanks) non sbaglia una mossa, si crea un rapporto di stima reciproca con la spia Abel, riuscirà alla fine a fare lo scambio sul ponte delle spie, vincendo la partita.
hanno collaborato alla sceneggiatura anche i fratelli Coen, certamente migliorando quella originaria.
nessuno si aspetti cose straordinarie, è solo un film di piccoli uomini in tempi difficili, che ci sono sempre, i tempi difficili di sicuro, ma anche adesso uomini straordinari appaiono (mi viene in mente Edward Snowden, per esempio, non a caso ricercato), un film classico, di quelli di una volta.
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