Il populismo penale del governo Meloni
di Danilo Tosarelli
Il magistrato Carlo Nordio, in un suo libro nel 2010, sosteneva che “l’idea di poter risolvere tutto con il codice penale è solo propaganda pericolosa e demagogia”.
Nell’ottobre del 2022, dopo il giuramento come Ministro della Giustizia affermava ancora.”La velocizzazione della Giustizia transita attraverso una forte depenalizzazione, quindi unariduzione dei reati. Bisogna eliminare questo pregiudizio dove la sicurezza e la buona amministrazione siano tutelati dalle leggi penali. Questo non è vero”.
Quando ho recuperato e letto queste affermazioni così impegnative, sono rimasto sorpreso. Ma così va.
Il disegno di legge 1660 sulla sicurezza, approvato qualche giorno fa alla Camera, va in direzione opposta. E’ stato presentato dallo stesso Nordio, con il Ministro degli Interni Piantedosi e il Ministro della Difesa Crosetto.
Spero di poterci tornare, ma credo sia importante comprendere la logica ispiratrice di questo Governo.
E’ necessario constatare, che il Governo Meloni ha introdotto nuovi reati ed un notevole incremento di pena. Un calcolo per difetto ci dice, che la somma degli anni di pena in più, ha superato già da tempo quota 100.
Dilettatevi nell’individuare l’incremento delle pene ed anche la lista dei nuovi reati e scoprirete una enormità. Molti esperti si sono chiesti, se l’aumento delle pene e l’introduzione di nuovi reati possano produrre deterrenza. Diverse indagini fatte in Italia ed all’estero, hanno però dimostrato negli anni che aggravare le pene non serve.
Nel 2016 è stato effettuato uno studio dai criminologi Adolfo Ceretti e Roberto Comelli dell’Università Bicocca. Le conclusioni sono queste.
La “tolleranza zero” non incide in modo significativo, soprattutto per i reati violenti.
In Brasile è aumentato negli ultimi decenni il tasso di carcerazione. Continua ad essere il Paese con più omicidi.
Alcuni ricercatori dell’Università di Cambridge e Londra hanno indagato l’aumento delle pene per i reati violenti. Hanno prodotto un sovraffollamento delle carceri, compromettendo il reinserimento sociale dei detenuti.
C’è altro? Manca un elemento essenziale per concludere il ragionamento fatto dai ricercatori. Non è migliorata la sicurezza.
Altro studio, effettuato dal professor David A. Anderson e pubblicato da “American law and Economics Review”. Anderson arrivò a conclusioni che vennero poi riprese e condivise anche da altri studiosi e ricercatori di diritto.
“Chi commette un crimine presta poca attenzione a quanti anni di carcere sono previsti dal reato che sta commettendo, perchè è convinto di non essere scoperto.” ” I criminali non studiano i libri di legge”.
Nel 2014, quando Carlo Nordio non era ancora Ministro della Giustizia, ma solo un magistrato, ebbe a dichiarare: “Per ridurre i reati servono pene giuste, ma certe. Poi è necessaria un’opera culturale per far capire ai giovani, ma in particolare ai loro genitori, che comportarsi in modo etico è utile alla società e quindi anche a noi stessi.”
Questo concetto venne ribadito da Nordio nel settembre 2022, poco prima della sua nomina a Ministro della Giustizia: “Intercettare una domanda di sicurezza degli elettori giocando al rialzo delle pene, non fa altro che ingrossare un populismo che in pochi mi sembra vogliano combattere davvero: quello penale.”
Molti studiosi di diritto fanno notare, che la linea adottata dal Governo Meloni è proprio quella del “populismo penale”.
Nel merito, ho rintracciato un articolo apparso sul “Foglio” l’8 settembre 2023. Il Direttore Claudio Cerasa è molto lucido. Mette a fuoco uno schema ormai collaudato, che appartiene più al campo della comunicazione che a quello giudiziario.
Accade un fatto di cronaca che suscita nell’opinione pubblica emozioni, sdegno e forte indignazione? Ecco lo schema.
La politica deve dimostrare di essere sul pezzo e servono gesti concreti. Si utilizza l’aumento della pena per arrivare lì.
1) Innanzitutto indicare agli elettori la bellezza dei propri muscoli.
2) Mostrare sensibilità nei confronti della vittima del reato.
3) Mostrare vicinanza nei confronti di chi si è indignato per quel fatto grave.
4) Trasformare la “spietatissima stretta” in una maschera utile a celare la propria incapacità a lavorare sulla prevenzione.
5) Creare un terreno di potenziale scontro con i propri avversari, per trasformare le loro critiche in manifesta insensibilità.
Non ti piace il nostro illuminato aumento delle pene? Allora sei un amico dei comunisti…
Ci tengo a riportare un articolo apparso su “Repubblica” il 15 settembre 2023. E’ di Luigi Manconi, sociologo. Cito testuale: “Questa politica ha un grave difetto, tra i tanti.
E’ interamente concentrata sui sintomi e trascura qualsiasi analisi delle cause. E’ evidente che i delinquenti armati non possono essere affrontati con la “cultura”, ma se insieme a poliziotti e carabinieri non interviene anche la “cultura” (insegnanti, assistenti sociali, psicologi, operatori sanitari e dei servizi, insieme ad un congruo investimento economico) l’attività di repressione risulterà fatalmente vana”.
Credo di poter dire, che la filosofia espressa da Luigi Manconi è l’antitesi della filosofia che esprime il Governo Meloni.
Il “populismo penale” adottato da questo governo può solo accentuare una sempre più grave disgregazione sociale. Ormai si è in continua campagna elettorale e si legifera traducendo chiacchiere da bar, titoli dei TG, sondaggi, percezioni. La politica naviga a vista, senza vergognarsi di contraddirsi nelle sue scelte, quando subentrano le sorti di certi personaggi.
Ho parlato molto in questo articolo delle posizioni espresse dall’attuale Ministro della Giustizia Carlo Nordio. E’ importante.
Nelle dichiarazioni che ho riportato, contrario al “populismo penale”, ma nei fatti disponibile poi a sottoscriverlo nei fatti. Ha firmato l’ultimo disegno di legge sulla sicurezza, tanti altri ancora con le stesse caratteristiche penalizzanti, ma poi?
Nordio torna alle sue origini. Sensibile a snellire i compiti della Magistratura. Finalmente coerente con i suoi principi…
Il 10 luglio 2024 la Camera ha approvato con i voti compatti della maggioranza, il Disegno di Legge Nordio. Ve lo spiego. E’ stato abrogato l’articolo 323 del Codice Penale che perseguiva il reato di abuso d’ufficio. Di cosa si tratta? Vediamolo.
Riguarda “il Pubblico Ufficiale che violando consapevolmente leggi, regolamenti o l’obbligo di astensione, cagiona un danno ad altri o si procura un vantaggio patrimoniale”. Adesso tutto ciò non sarà più un reato, alla faccia nostra..
Questo reato riguardava figure come il Funzionario Governativo, l’agente di Polizia o chi ha il ruolo di Autorità Pubblica. Coloro che sono già stati riconosciuti colpevoli di questo delitto, potranno chiedere la revoca della loro condanna. E’ giusto. Chi invece è in attesa di giudizio potrà richiedere il “non doversi procedere”, perchè per legge non è più un reato. Evviva.
Adesso è tutto chiaro? Evviva il Ministro della Giustizia Nordio ed evviva tutti i rappresentanti del Governo Meloni.
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