Il primo omicidio documentato della storia dell’umanità?
di Giorgio Chelidonio
L’analisi delle lesioni traumatiche rilevate su un cranio fossile di Homo Heidelbergensis, datato a 430.000 anni fa circa e rinvenuto nel sito spagnolo di Sima de los Huesos, suggerisce che non possano essere incidentali né causate da aggressione da parte di predatori animali.
La Sierra de Atapuerca (una montagna carsica vicino a Burgos) racchiude vari siti che risalgono al Paleolitico Inferiore: tuttora in corso di scavo da oltre 40 anni, vi sono riassunte tracce fra le più antiche e importanti dell’evoluzione degli ominini europei. A esempio, nel sito di Gran Dolina furono trovate ossa fossili frammentarie di 6 individui (Homo antecessor) datate fra 850 e 780 mila anni fa circa. Nel livello TE9c di “Sima del Elefante”, un altro sito di questa stessa montagna, è stato scoperto un frammento di mascella fossile umana datato a 1.220.000 anni fa circa, associato a manufatti riferibili al “Modo 1”, la più antica lito-tecnica umana. Un altro sito detto “Sima de los Huesos” (in fondo a un pozzo carsico profondo 13 metri) ha restituito i resti fossili di almeno 30 individui, datati a circa 430.000 anni fa: una simile concentrazione di resti umani in una cavità accessibile solo verticalmente ha indotto alcuni paletnologi del team di Atapuerca a interpretare il sito come “deposito funerario”, quindi il più antico “cimitero” finora noto, anche se questa ipotesi non pare del tutto provata. Infatti permangono dubbi poiché la stratigrafia del sito, composta da brecce calcaree immerse in depositi limosi, include anche resti fossili di orsi delle caverne (Ursus deningeri), leoni (Panthera leo), gatti selvatici (Felis sylvestris), linci (Linx pardina spelaea), lupi grigi (Canis lupus) e volpi (Vulpes vulpes). Inoltre alcune ossa di ominino presentano tracce lasciate da denti di carnivori, elemento che deporrebbe negativamente rispetto all’ipotesi funeraria, i cui sostenitori controbattono facendo notare che la giacitura delle ossa di carnivori pare successiva alla deposizione dei resti umani. Resta comunque il problema dell’antico accesso alla cavità: se, come si afferma, i resti fossili di ominini e bestie potrebbero essere stati tutti trascinati nel pozzo da colluvi come in molti inghiottitoi carsici, resta da capire non solo la quantità dei resti umani ma anche quale sia stata l’accesso originario suggerito dalla presenza dei resti fossili di oltre 160 orsi, quantità compatibile con l’utilizzo della cavità come loro luogo di letargo invernale. I sostenitori dell’interpretazione funeraria sottolineano invece l’assenza totale di manufatti riferibili a frequentazioni “abitative”, eccetto un unico bifacciale in quarzite che, in questa ipotesi, è stato considerato come “corredo funerario”. A ciò si aggiunga che i resti degli ominini di Sima de los Huesos rappresentano un’alta percentuale di adolescenti (uno solo aveva un’età inferiore ai 10 anni) mentre non vi sono resti di ultra-quarantenni, elementi questo peraltro giustificabili con un probabile limite della vita media a quel tempo.
All’importanza dell’insieme di questo sito si aggiunga che:
– i suoi resti di ominini costituiscono il più grande campione di popolazione di Homo heidelbergensis finora ritrovati;
– mentre l’analisi morfologica dei 17 crani, ben conservati, indica l’appartenenza a Homo heidelbergensis, quella dell’apparato masticatorio suggerisce caratteri comuni a Homo Neanderthalensis;
– l’analisi del DNA mitocondriale (la parte del genoma che si trasmette in via femminile), effettuata nel 2013 su un femore fossile di Sima de Los Huesos, ha rivelato caratteri più simili a quelli dei Denisoviani che non al DNA neanderthaliano, come invece la morfologia delle ossa faceva prima dedurre.
Il gruppo di ominini fossili di Sima de Los Huesos resta quindi un corposo ma enigmatico esempio evolutivo, forse su scala macro-regionale, delle popolazioni paleo-africane che si espansero verso i territori europei durante il Pleistocene Medio (fra 781 e 126 mila anni fa circa).
E’ su questo incredibilmente complesso mosaico evolutivo che si manifesta la notizia: il “cranio 17” di Sima de Los Huesos presenta fratture multiple avvenute poco prima della sua morte.
Il cranio “C17” : Cortesia Javier Trueba / Madrid Scientific Films (2)
E siccome gli autori nel nuovo articolo (1) valutano che questo ominino fosse già cadavere quando il suo corpo cadde nel pozzo, aggiungendosi agli altri resti umani accumulatisi nella suddetta cavità, deducono che questo sia stato un singolo episodio dei “riti” funebri praticati da questa paleo-comunità, probabilmente per diverse generazioni indice, quindi, di strategie di caccia-raccolta itineranti ma ricorrenti entro un territorio semi-definito.
In sintesi queste le motivazioni che hanno portato i paleoantropologi dell’Universidad Complutense de Madrid e dell’Universidad Rovira i Virgili (di Tarragona) a concludere che si tratti della traccia del più antico omicidio:
– la traiettoria dell’oggetto contundente che ha causato le fratture craniche e il decesso dell’ominino “Cranio 17” è attribuibile a due impatti, leggermente diversi per direzione, di uno stesso oggetto, portati con gesti sufficientemente violenti da sfondare il robusto osso frontale;
Lo studio delle traiettorie d’impatto: Cortesia Sala et al./PLoS One (2)
– l’assenza di altre abrasioni (da caduta e/o da scarnificazione attribuibile ad animali carnivori, predatori o “spazzini”) nonché di processi di rimarginazione dell’osso suggerisce che la morte sia avvenuta poco prima della giacitura in cui il cranio è stato trovato;
– la «localizzazione delle lesioni appena a sinistra della linea mediana del cranio» pare «coerente con lo schema generale documentato per gli esseri umani recenti: la maggior parte delle persone (colpite frontalmente da un oggetto contundente) presenta lesioni sul lato sinistro del cranio, fatto che riflette la dominanza della mano destra in un conflitto faccia a faccia».
Quest’ultima motivazione, per quanto labile possa sembrare, è stata più volte affrontata, anche tramite archeo-esperimenti, da altri paleoantropologi: a esempio il professor Nicholas Toth del dipartimento di Antropologia e Scienze Cognitive dell’università dell’Indiana si è occupato di questo tema già dalla metà degli scorsi anni ’80. Si deve probabilmente ai suoi studi la nozione, divulgativamente diffusa, che già gli ominini kenioti di 1,5 milioni di anni fa fossero preferibilmente destrimani. Altre più recenti divulgazioni si avventurano nell’affermare che nell’umanità attuale i destrimani assommino al 70-95%, associando questo dato alla lateralizzazione cerebrale: un 85% dei viventi avrebbe l’emisfero sinistro specializzato nel linguaggio. Essere destrimani sarebbe dunque un carattere evolutivo predominante e connesso allo sviluppo del linguaggio già da almeno un milione e mezzo di anni. Questo però non ne chiarisce le cause, anche se ci presenta “l’omicidio” di Sima de los Huesos come dovuto a una gestualità ricorrente già 430.000 anni fa.
Links consultati:
(1) http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0126589
http://www.sciencedaily.com/releases/2015/05/150527150950.htm
http://en.wikipedia.org/wiki/Homo_antecessor
http://en.wikipedia.org/wiki/Atapuerca_Mountains#Geography_of_the_Atapuerca_Mountains
http://it.wikipedia.org/wiki/Homo_heidelbergensis
http://archaeology.about.com/od/lowerpaleolithic/fl/Sima-de-los-Huesos-Spain_2.htm
http://archaeology.about.com/od/lowerpaleolithic/fl/Sima-de-los-Huesos-Spain.htm
http://www.lescienze.it/news/2013/12/05/news/dna_mitocondriale_antico_ominide_sima_de_los_huesos-1917438/
http://www.lescienze.it/news/2014/06/20/news/primi_europei_atapuerca_sima_de_los_huesos_neanderthal_altri_gruppi_clade-2185903/
http://it.wikipedia.org/wiki/Homo_di_Denisova
http://www.scientificamerican.com/article/why-are-more-people-right/