Il ruolo dell’Europa. Che tempo fa nel mondo ?
di Umberto Franchi
Le grandi concentrazione di capitale sono unite (sia in Italia che nei sistemi capitalistici globali) nel loro interesse comune di garantire “la produzione del plusvalore”… non solo attraverso la speculazione con i prezzi che aumentano anche quando le materie prime diminuiscono, ma nell’ambito di un sistema imperialistico globale con tutte le condizioni di scambio e di circolazione delle merci, basate sul dominio di classe che ne è il presupposto.
Ma il capitale sociale mondiale non riesce a mantenere unite le potenze politiche di riferimento, in quanto in lotta tra loro per spartire i mercati, le risorse, le fonti di materie prime, il plusvalore.
Vengono così a crearsi cicli periodici tra “unità e scissione”, con il prevalere contingente dell’una o dell’altra, con una contesa imperialista che va da momenti in cui il segno prevalente è la concorrenza con metodi pacifici ed altri in cui si rompe “l’ordine costituito”, con crisi e guerre calde anche coinvolgendo le grandi potenze.
E’ lo sviluppo ineguale tra le quote di capitale all’interno del sistema economico e finanziario nonché quello tra gli Stati più potenti, che mettono in causa gli equilibri consolidati attraverso la concorrenza imperialistica utilizzando tutti i mezzi economici, politici e militari, andando a determinare nuovi assetti modificando i rapporti di forza con uno sviluppo imperialista.
In questo quadro, la potenza egemone dell’imperialismo, gli Stati Uniti, si garantisce dal ruolo che l’Europa potrebbe giocare sviluppando una propria autonomia, non solo sul piano economico ma anche in quella di una possibile difesa europea comune.
E’ interesse dell’imperialismo USA vedere l’Europa divisa impedendo la possibilità che si faccia strada la distinzione degli interessi economici, militari e strategici dell’Europa, da quelli dell’America .
Non vi è dubbio che l’unità dell’Europa, anche attraverso una difesa comune fuori dalla Nato, porterebbe ad una scissione tra le due sponde dell’Atlantico e quindi gli Stati Uniti non incoraggeranno mai il processo di unità politica oltre che economica europea .
Già nei primi anni del 2000 con la guerra in Kosovo e quella in Iraq del 2003, hanno diviso i diversi Stati Europei tra quelli del tutto sottomessi agli ordini USA e chi manifestava la propria contrarietà alle guerre fomentate dagli americani, raggelando ogni prospettiva europea di unità politica, economica e di difesa.
Oggi siamo di fronte alla medesima situazione con la guerra USA/NATO in Ucraina , con gli USA che facendo fare una guerra per procura agli Ucraini , chiama i Paesi Europei all’”Ordine” , non soltanto vincolandoli all’interno della alleanza atlantica nell’armare l’Ucraina contro la Russia, ma anche affinché l’Europa si allinei in una politica di contenimento o meglio di negazione tecnologica verso “la via della seta” di Pechino, aprendo un fossato tra Cina e UE che prima non esisteva.
Non c’è dubbio che in questo quadro anche l’ultima missione del presidente USA Joe Biden, a Varsavia e con i nove Paesi dell’est europeo aderenti alla Nato è il disegno che Biden ha: quello di dividere i nove Paesi orientali da quelli dei fondatori dell’Europa … affinché gli altri 18 Paesi europei capiscano come deve essere declinata ed interpretata l’alleanza atlantica. La scelta degli USA è quella di scommettere su un gruppo di Paesi minoritari ma coesi nell’ostilità di fondo verso la Russia.
Insomma il conflitto in Ucraina , se è vero che potrebbe portare alla distruzione del Mondo con una guerra atomica, è sicuramente certo che ha compromesso ogni ambizione di autonomia strategica economica, militare e politica dell’Europa diversa da quella Americana.
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