Il secondo martedì della nuova era
1 – Notizie da un blog felicemente invaso; 2 – «La maledizione» ovvero l’annuale “fantastometro” di Rill; 3 – Assemblare Orwell si può, giovedì a Vicenza; 4 – Aspetti legali dell’incontro con gli alieni, un testo di cinquant’anni fa; 5 – Rosetta, mon amour.
1-
Come ho ululato 7 giorni, fa il Marte-dì è stato invaso. Anche oggi troverete qui alle 10 una puntata dei «cyborghesi» (di Riccardo Dal Ferro) e alle 19 l’intervista numero due assemblata da Vincent Spasaro. Nello spazio che resiste, cioè subito qui sotto, recensisco «La maledizione» e vi dò qualche altra informazione. Il prossimo Marte-dì, se sopravvivo agli assalti, miro a raccontarvi di «Oscure regioni», racconti dell’orrore curati da Luigi Musolino (sempre per Rill) e/o del romanzo «Punto di convergenza» in edicola con Urania e/o dell’antologia «Cielo e ferro» di Italo Bonera e Paolo Fusca. Tutti e tre sul mio comodino e un pochino già sparsi fra cuore e sinapsi. Intanto l’invasione continua, evviva.
2 –
Da un ventennio giusto, Rill (cioè «Riflessi di luce lunare») indice il suo Trofeo annuale per premiare «racconti fantasy, horror, di fantascienza e, in generale, tutte le storie che siano per trama o personaggi, “al di là del reale”». In blog ne ho parlato più volte recensendo le antologie che ospitano i migliori racconti scelti ogni anno dalla giuria: nell’ultima edizione erano 345 i/le partecipanti. Le iscrizioni per il XXI Trofeo sono aperte sino al 30 marzo 2015: www.frill.it per saperne di più.
L’antologia di quest’anno ha un titolo breve «La maledizione» e un lungo sottotitolo «e altri racconti dal Trofeo Rill e dintorni»: 176 pagine per 9,50 euri in edizione Rill Wildboard, con il patrocinio di Lucca Comics & Games.
Apre l’antologia il racconto risultato vincitore nel XX trofeo, ovvero «La maledizione del Premio Di Biasio Agresti Salottolo Illiano De Scisciolo» (figuratevi se finiva per esteso nel titolo del volume) di Michele Piccolino. Divertente… E infatti Piccolino ha organizzato un «premio Douglas Adams» di fantascienza umoristica, a dimostrare che quello è proprio il suo brodo preferito.
Scacchi e coma al centro di «Variante chiusa», secondo classificato, di Alain Voudì, genovese e giramondo. Ben scritto – come sempre – ma difficile in qualche passaggio «La distanza tra le eternità» di Massimiliano Malerba che si misura con le percentuali di «presenza divina sulla Terra»; sconsigliato ai ratzingeriani più ortodossi. C’è anche una donna nel quintetto dei premiati: Ilaria Tuti con «Above» e se fossi stato in giuria forse l’avrei fatta salire sul “gradino più alto”: originale quanti angosciante, commovente il giusto e, per inciso, fra questi 5 forse il più fantascientifico. Ma anche «La tessera» di Luca Simioni mi è piaciuto assai: all’altezza dei nostri (brutti) tempi come contenuti ma con una scrittura cesellata come in epoche migliori di questa.
A proposito. Se esistono un barometro e un termometro io mi immagino che da qualche parte esista un fantastometro per misurare il livello del fantastico nel mondo detto reale: il concorso Rill mostra che il livello (la temperatura?) in Italia è ben sopra il minimo, almeno in questo campione di 345 racconti e con un occhio agli anni precedenti.
Più difficile trovare un fantastometro per l’Europa, ma Rill ci sta lavorando: dall’anno scorso infatti il volume della serie «Mondi incantati» getta uno sguardo su alcuni concorsi letterari – in Finlandia, Gran Bretagna, Irlanda e Spagna – che si sono gemellati con questi «Riflessi di luce lunare». Quello finito nell’antologia 2014 è un buon quartetto: le mie preferenze vanno alle sottigliezze dell’«Articolo 45.1» del madrileno Aitor Solar Azcona e alla scrittura incantatrice di «Nei pressi del fiume prosciugato dalla diga» del londinese D. J. Cockburn.
A chiudere il volume i quattro vincitori (ex aequo) di «La sfida», un concorso parallelo al Trofeo Rill che quest’anno “obbligava” a inserire un sonetto nel racconto. Mi sono piaciuti tutti. Un po’ di più – per il mio amore/terrore delle miniere e per il fascino che hanno su di me le storie che incrociano la Sardegna – «Il morbo delle grotte» di Roberto Fogliardi. Ma anche salire sulla nave-racconto «La Crepuscolo degli dei» mi ha stregato: Davide Carnevale sa giocare con la tenerezza; una riga di più ed era melassa, così invece mette in crisi… anche senza tener conto che il sonetto in questione è di un tal Shakespeare. Se volete confrontarvi con le difficoltà della «poesia aliena» eccovi Giulia Abbate con «Frammento n. 83 o “dei Silenziosi”» mentre soffia davvero in modo strano «Il vento di Vanoor» di Alberto Cecon.
Insomma un buon libro.
3 –
Riporto un comunicato di Riccardo Dal Ferro (un invasore? Un omonimo? Ah, saperlo).
«Fucina1984» è il primo progetto artistico che si pone come obiettivo quello di dare vita a uno spettacolo teatrale interamente creato dal pubblico. La drammaturgia non fa eccezione e, dopo le ultime due settimane di tweet ispirati al capolavoro di George Orwell «1984», siamo giunti al laboratorio di assemblaggio dell’ultima parte del copione. Vi invito perciò a Vicenza, in via Alessandro Rossi 198, giovedì 11 dicembre alle 21 per «Lab1984/5» in cui collettivamente, durante la trasmissione a cura di Fermento TV, creeremo l’ultima parte di questo entusiasmante copione che poi, da gennaio, verrà messo sul palcoscenico con regia del pubblico.
La trasmissione si potrà seguire in streaming su www.fermentoforum.it/tv.
«Poiché ciascuno di noi era parecchi, si trattava già di molta gente»: così Gilles Deleuze.
4 –
Sto cercando di coinvolgere Renzo a scrivere per il blog (come vedete se non mi invadono… mi auto-invado, eh-eh) essendo lui un esperto di «cose strane che si vedono nel cielo», cioè gli Ufo (e se li chiamassimo Onvi con la sigla italiana?) ma soprattutto alcuni fenomeni poco spiegati anche perché pochissimo indagati. En attendant… che si liberi dai suoi centomila impegni e che arrivi un primo contributo organico, Renzo mi ha inviato questa sintesi che rimanda a un testo che Pompeo Magno nel 1963 pubblicò per la Iaf (International Astronautical Federation). Si intitolava «Prima del primo incontro» e valutava gli aspetti legali da considerare nel primo incontro con entità extraterrestri…
A sei anni dal primo beep – che poi proprio beep non era ≤https://www.youtube.com/watch?v=r-bQEiklsK8> – dello sputnik, il primo (ufficialmente) satellite artificiale del pianeta Terra, al congresso di Parigi dello Iaf (International Astronautical Federation) l’avvocato Pompeo Magno, presidente dell “Italian Institute of Space Law” presentò una relazione/studio intitolata «Prima del Primo Incontro». Avevamo appena messo la testa fuori dalle parti alte dell’atmosfera che già argomentavamo su incontri con entità aliene. Era il mese di settembre del1963. Avevamo, noi terresti, già spedite alcune sonde (1957 Sputnik 1 e 2) e lo spazio, almeno quello prossimo al nostro pianeta, era meno sconosciuto. Avevamo anche già mandato animali (1957 il cane Laika e il primate Gordo nel ’58) poi uomini (1961 Jurij Gagarin) e donne (1963, Valentina Tereškova) in orbita; una sonda russa era atterrata sulla Luna (1959 Luna 2) e ora ne conoscevamo la faccia da sempre nascosta (1959, Luna 3); vedi <http://it.wikipedia.org/wiki/Corsa_allo_spazio#Cronologia_.281957-1975.29>.
Il progresso spesso procede a balzi e non si evolve a gradini, quindi non dobbiamo meravigliarci se un professore di diritto si preoccupasse di mettere i primi paletti per un futuro incontro con entità aliene. E lo fece in modo direi magistrale. Prima di tutto specificò che le «entita» aliene potevano presentarsi in vari stati della materia, quindi solido, liquido o gassoso… Si doveva accettare ogni loro stato e considerarle in ogni qual modo “soggetto di diritto”.
Ma si doveva altresì avere ben presente ciò che detta la dottrina giuridica nel caso non tanto che noi si incontrassero entità aliene, ma piuttosto che queste venissero a visitarci un giorno, “ospiti non invitati”.
Il succo del discorso di Pompeo Magno si premura di metterci sul «chi va là». Non conoscendoli, questi nostri ospiti, dobbiamo studiarne ogni atto e cercare di capire le loro intenzioni. Ma sono entità aliene e quindi una mano alzata potrebbe essere un messaggio pacifico, ma anche il contrario. Da qui la necessità di inviare segnali verbali e soprattutto non verbali (visto che non conosciamo la loro lingua, sempre che ne abbiano una…) e se questi nostri atti non sortissero una risposta comprensibilmente chiara… considerarli ostili, almeno potenzialmente.
Negli anni settanta, quando era in corso il Ceti (Communication with Extra-terrestrial Intelligence) che precedette l’imporsi del Seti (Search for Extra-terrestrial Intelligence) molti astronomi abbracciarono l’idea che se all’invio di messaggi radio o di altra tecnologia non si generasse risposta, oltre alla logica decisione che non c’era nessuno che potesse rispondere, bisognava considerare la possibilità che non si volesse dare risposta: anche questo era da considerarsi un atto di ostilità.
Qualche astronomo e/o astrofisico fece notare che l’invio nell’etere di segnali radio evidentemente intelligenti, era nella storia dell’umanità terrestre ormai da un secolo e quindi in un raggio di un centinaio di anni luce qualcuno avrebbe dovuto riceverlo, elaborarlo e capirlo tanto da inviare una risposta. Ma l’ostacolo potrebbe essere la logica che forse universale non è. Quindi: certamente non siamo soli nell’universo, ma per ora è come se lo fossimo.
5 –
Arrivano notizie dalla cometa o meglio dal lander? E la sonda che fa? Io mi struggo d’amore e tu “pallido astro lassù” nulla mi sveli?
grazie come sempre, Daniele!
da bravo RiLLino, mi sento in dovere di segnalare la pagina di RiLL.it dedicata a “LA MALEDIZIONE e altri racconti dal Trofeo RiLL e dintorni”:
http://www.rill.it/?q=node/615
(e buona lettura a tutti)
C O N T R ‘ O R D I N E
A causa di problemi tecnici, il Laboratorio di #Fucina1984 verrà spostato da giovedì 11 a giovedì 18 dicembre, sempre alle ore 21 e sempre a Vicenza, in via Alessandro Rossi 198.
Il tutto verrà trasmesso in diretta streaming su http://www.fermentoforum.it/tv e la partecipazione fisica al laboratorio è gratuita e aperta a chiunque!
Sono il “Renzo” del punto 4. OVNI, UFO, ecc. sono stati sostituiti alcuni anni fa da UAP (unidentified aerospace phenomenon) specialmente ad opera del GEIPAN, l’organismo ufficiale francese che si occupa dell’argomento. Io appartengo alla schiera che preferisce un termine ancor meno impegnativo e a nostro avviso più epistemologicamente corretto: LTPA (Luminous Transient Phenomena in the Atmosphere) [http://www.ciph-soso.net/SOSO/LTPA.html]. Il link vi porta a uno dei miei siti. Alla prossima e grazie dell’spitalità