Il Titanic culturale
di Gianluca Cicinelli
Si potrebbe pensare che la mancanza di pietà verso i miliardari implosi con il sottomarino che doveva andare a vedere i rottami del Titanic ed è diventato esso stesso rottame sia dettata da un giustificato odio di classe, ma non è così. Magari quelli che esultano sono arrabbiati perchè dei 700 migranti morti a largo della Grecia non frega niente a nessuno, ma non è così. La controprova è semplice. Trovate un post che deride i ricchi naufragati e poi andate sulla pagina dell’autore del post: solo in pochissimi casi c’è una relazione tra i poveri ignorati e i ricchi che occupano le prime pagine dei giornali.
Pur essendo un cultore dell’odio di classe verso i ricchi, non provo alcuna soddisfazione nella morte di singole persone, a qualsiasi ceto appartengano. Anche quando l’influencer stupido muore mentre stupidamente tenta di farsi un selfie sul ciglio di un burrone e da lì cade nel vuoto, continuo a pensare che sia un coglione, ma non traggo nessuna soddisfazione dal fatto che sia morto. E questo proprio perchè sono culturalmente e umanamente diverso dal ricco, sono migliore del ricco stronzo. Quanta tracotanza e alterigia, potrebbe pensare qualcuno, ed è effettivamente così.
La cultura del ricco, dei ceti dominanti, si basa esattamente sul disprezzo per la vita altrui. Lo vediamo nelle condizioni in cui i ricchi fanno lavorare i propri dipendenti, nell’arroganza con cui si comportano quando sono a bordo di un suv o di un natante, nella loro capacità corruttiva, nel fatto che la fanno quasi sempre franca nei tribunali perchè possono permettersi ottimi avvocati (quando non corrompono direttamente i giudici).
Gli odiatori seriali, quelli che esultano sia per la morte dei migranti che per quella dei miliardari, sono degli scimmiottatori della cultura di disprezzo della vita espressa dai ricchi. Sono come “il cane di mustafà” (per approfondimenti sul cane di mustafà https://www.youtube.com/watch?v=ACogHja4aGo). In sostanza finiscono per essere nemici di classe esattamente come i ricchi, esprimono una visione del mondo inaccettabile per chi ritiene che la vita sia inclusione di tutti e non esclusione di alcuni.
In maniera molto rozza, ciò che voglio porre all’attenzione è che finchè combatti la cultura del nemico con la cultura del nemico sei uguale al nemico e quindi sei un nemico. L’odio di classe è diverso dall’odio individuale perchè contesta criticamente e globalmente un intero modello sociale basato sulla violenza che comporta la sofferenza e la morte della persone. Chi pensa che una società diversa dall’attuale sia doverosa per la sopravvivenza degli umani non può applicare lo schema di chi è oggi al comando, in cui la vita umana non conta niente ed è soltanto una pedina necessaria a ricavare un profitto.
Questo è tra i motivi per cui oggi non esiste una reale opposizione al modello di produzione dominante. Perchè gli schiavi pensano come i padroni. L’odio che esercitano verso chiunque respiri è di proprietà delle classi dominanti, loro sono soltanto pedine, subordinate economicamente e culturalmente. L’unica idea di umanesimo, se non di socialismo, possibile deve partire da disprezzo, supponenza e alterigia contro chi non si cura della vita umana. E se in fondo i ricchi fanno semplicemente il loro sporco lavoro, non c’è nulla di più antiestetico al mondo dei servi che scimmiottano i padroni.
Semplicemente: vorrei averlo scritto io.
Bravissimo