Il ventesimo Montalbano
recensione giallo-noir di VALERIO CALZOLAIO
Vigata. 2011. Del baffuto meteoropatico commissario 61enne Salvo Montalbano ne sanno più i lettori (e i telespettatori) che l’inventore (salvo il “Riccardino” finale). Vive sulla costa meridionale siciliana (quella sopra Lampedusa) in provincia di Montelusa (Porto Empedocle ovvero Agrigento) in una disordinata graziosa villetta sul mare, con l’aiuto della scorbutica fedele Adelina, che gli lascia prelibatezze (come la pasta ’ncasciata). Fuma troppo, soffre d’allergie, dialoga col granchio del molo, sogna strano, obbedisce ragionando con l’aiuto dei soliti poliziotti (Augello, Fazio, Gallo, Catarella) e amici (Zito, Strazzeri): lavora tanto e bene, ma non parla quando mangia, abbondante pesce a pranzo da Enzo. L’eterna fidanzata Livia Burlando resta quasi sempre a Boccadasse, un quartiere di Genova; si sentono spesso, ogni sera per telefono. Nella loro storia la svolta ci fu 15 anni prima, stavano quasi per adottare François, orfano tunisino di 10 anni, lei voleva, fu lui che non se la sentì. Ora Salvo legge Bolano e s’invaghisce perdutamente di Marian. Mariangela De Rosa è una 40enne bella e elegante, separata senza figli, tornata nella città natale per gestire una galleria che espone Mafai e Guttuso con Donghi e Pirandello (da lui preferiti). Una notte d’intenso amore e focose telefonate servono a fargli capire molto, intanto che risolve un paio di casi minori: l’apparente aggressione alla giovane stupenda moglie di un ricco imprenditore (cui segue un assassinio però), prove di tiro d’armi trafficate in una diroccata casupola di campagna (cui segue la morte dolorosa di chi lo scrutava al binocolo, però). Divertente anche il 20esimo romanzo della serie del lucido militante 86enne Andrea Camilleri (“Una lama di luce”, Sellerio 2012, pagg 266 euro 14), in terza tipico dialettale.
UNA BREVE NOTA
Appuntamento con le recensioni giallo-noir di Valerio Calzolaio che in prima battuta escono su «Il salvagente». (db)