Il voto al PD è il vero voto non utile
di Mauro A. Miglieruolo
Poiché molto scorrettamente (e squallidamente) il PD continua nella sua campagna sul “voto utile” mi sento obbligato a intervenire nel merito per affermare, proclamare, gridare e chiarire che l’unico voto veramente DISUTILE è proprio quello dato alla coalazione messa in campo da questo partito.
Disutilità già manifesta a partire dal basso livello dell’argomento portato avanti, che dimostra l’assoluta incapacità e impossibilità di contrapporre alcun vero obiettivo che possa farla preferire rispetto a coloro che, assurdità palese, pretenderebbe si autocancellassero per lasciarlo solo a non far nulla sulla scena politica. Non li porta gli argomenti perché non li ha e perché sarebbe pericoloso portarli, qualcuno si potrebbe ricordare delle promesse fatte e nella fase successiva al voto, chiedere conto. Per tale motivo il linguaggio è fumoso, mai chiaro nell’assumere la difesa degli interessi di chi dovrebbe rappresentare, mai dato per mobilitare l’entusiamo e le energie di coloro a cui si rivolge.
Al contrario, strizzatine d’occhio alla destra (Monti è uomo di destra, spero che su questo non vi siano equivoci), il ricorso all’argomento negativo, da zappa sui piedi (è vero, non valgo tanto, ma almeno sono grosso, posso fare la voce grossa: neanche quello farà!); un argomento che è indice della comprovata inadeguatezza a far argine al Berlusconismo.
Inadeguatezza del PD, partito mostro, senza principi e senza alcun esponente di spicco che mostri vera attenzione per i problemi della povera gente, che ponga al primo posto la difesa dei lavoratori, dei pensionati e dei precari-disoccupati. O se li mette al “primo posto” è dopo, molto dopo, i problemi delle aziende, i problemi della finanza, i dettati di Confindustria, le pretese del Vaticano e le facce feroci dei militari, mai paghi di giocattoli mortuari, i quali giocattoli prima di ammazzare all’esterno, ammazzano all’interno diffondendo demoralizzazione e fame.
Il PD, partito mostro, incapace sia di governare sia di fare opposizione. Se vince, già si sa, è stato dichiarato, le sorti della politica economica saranno affidate a Monti, vero e proprio Attila scatenato dai poteri finanziari contro la povera gente; e se perde tornerà al tran tran di sempre, alle lamentele di sempre, agli inciuci di sempre, a dichiarare che si metterà di traverso senza mai farlo.
In venti anni le forze che si richiamano oggi al PD si sono mostrate ampiamente non in grado di fare argine a Berlusconi e al berlusconismo. Solo parlarne male. Ma di questo sono capaci tutti. Quello che a noi serve è una forza che veramente voglia e sappia contrastarlo, non come ha sempre fatto il PD, che nei momenti di crisi ha lanciato micidiali salvagenti al Signor B. Quando poi ha avuto la possibilità di fare, si è impegnato gan che nel cacellare almeno qualcuna delle leggi vergogna che erano state varate.
Un partito inutile, dunque.
Non fosse stato per la mediocrità di B., grande certo come imbonitore, ma piccolo come capo del governo, sarebbe ancora lì a prenderci tutti per i fondelli.
Pertando non disperdiamo il voto regalandolo a chi non solo non ha fatto niente per noi (le forze che hanno confluito nel PD hanno gravi responsabilità nel degrado della situazione italiana: resposnabilità nell’introduzione del lavoro precario, nello sdoganamento della guerra, nelle svendite dei beni pubblici degli anni ’90, nelle inutili liberalizzazioni ecc. ecc.), ma non ha mai fatto il proprio dovere contro chi più di tutti è contro di noi: il Partito della Libertà.
Partito della Liberta, certo: di spolpare chi è già alla frutta.
E adesso due parole su Vendola. Non intendo sparare sulla Croce Rossa, qualcosa però la debbo pur dire, obbligato dall’argomento prescelto. Rammento a tutti che le decisioni, all’interno del futuro governo di centrosinistra, saranno prese a maggioranza. Vendola stesso lo ha ribadito più volte, per ribadire la sua volontà di attenersi a essa. E’ opportuno allora sottolineare le conseguenze implicite in questa decisione: che SEL si ritroverà legato mani e piedi alla volontà del PD, il quale all’interno della coalizione è il partito egemone, quello che deciderà quali decisioni assumere a maggioranza e quali no. Ulteriore conseguenza: si farà solo ciò che al PD piacerà fare. Il PD, un partito inflessibile quando si tratta di NON favorire i lavoratori.
A questo proposito mi sovviene quello che è successo sotto il governo Prodi, quando a Rifondazione, alla quale in precedenza non era stato concesso alcuno spazio nel governo, neppure la possibilità di salvare la faccia gli è stata data, stabilendo almeno il limite di 4 anni per il lavoro precario. NONOSTANTE CHE NEL PROGRAMMA DI GOVERNO FOSSE CONTEMPLATO L’OBIETTIVO DEL SUPERAMENTO SOSTANZIALE DEL LAVORO PRECARIO.
Se oggi si farà di più di allora non sarà certo per la bella faccia di Vendola, ma perché altri, in altra sede, lo avranno deciso.
Mauro Antonio Miglieruolo