In ricordo di Pino – di Mark Adin
L’aeroplanino Pinelli
Era nato dalle mani di un ragazzino
Nella carta di un vecchio giornale
E volava come un aquilone
Però senza spago
A comandarlo da terra
Perché mai
Dopo grandi voli
Sulle domande dell’uomo
Si fosse trovato improvvisamente
Senza l’amica aria
A sostenerlo in volo
Non ce lo vogliono dire
Verso la mezzanotte
In pieno buio
L’aeroplanino Pinelli
È atterrato
In un cortile di Milano
Ed è rimasto lì
E’ strano
Quanto certi cortili lombardi
Sembrino calabresi
Per fortuna le mani dei bimbi
Non stanno mai ferme
E continuano a costruirne
Di nuovi
Altrettanto fragili
Perché se non sono leggeri leggeri
Non possono mica volare
Mark Adin
…
già.