Incertezze dell’ultimo minuto (di Pabuda)

c’è un voglio e un non voglio,

c’è ancora spazio sul foglio.

quella vecchia ghigliottina

non m’invoglia a salire sul palco:

ora non mi sento, non ne ho voglia;

invece adesso

– guarda un po’ – adesso mi sento.

ma forse

se ci salgo mi pento:

sarei più tranquillo

con un po’ meno vento.

che stress, che tormento…

non so… se è questo

il momento.

cortesemente, facciamo una prova:

vediamo se scorre bene la lama,

se funziona a dovere l’impianto.

ho aspettato anche troppo

qui nel buio vestibolo

ma non potrei sopportare

un intoppo

proprio lì sul patibolo.

oltretutto, di fronte al mio pubblico!

diamine, con tutti ‘sti dubbi, l’indecisione,

l’ansia – tipicamente maschile –

da prestazione…

va a finire che perdo la testa

ma a voi non basta

la mia capoccia metaforica:

aspettate una vera testa,

grondante sangue e filamenti,

che cada dritta dritta nella cesta.

okey, okey, ora salgo:

mica voglio rovinarvi la festa!

 

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Pabuda
Pabuda è Paolo Buffoni Damiani quando scrive versi compulsivi o storie brevi, quando ritaglia colori e compone collage o quando legge le sue cose accompagnato dalla musica de Les Enfants du Voudou. Si è solo inventato un acronimo tanto per distinguersi dal suo sosia. Quello che “fa cose turpi”… per campare. Tutta la roba scritta o disegnata dal Pabuda tramite collage è, ovviamente, nel magazzino www.pabuda.net

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