Incidenti sul lavoro: cambiare rotta

Una lettera di Gian Marco Martignoni pubblicata sul quotidiano online Varese News.

 

 

 

Immagine ripresa da Radio Onda d’Urto

 

Mediamente tre o quattro lavoratori e lavoratrici muoiono sui luoghi di lavoro ogni giorno senza fare grande notizia. Poi accadono vicende tragiche come quella di Brandizzo, dell’Esselunga di Firenze e più recentemente all’interno della centrale idroelettrica di Suviana di Barzi e a Casteldaccia in Sicilia, che scuotono la coscienza dell’opinione pubblica, ponendo come già in altre occasioni l’interrogativo su cosa fare concretamente per invertire questa dolorosa tendenza.

Sicuramente la questione annosa dei subappalti incide notevolmente sulle condizioni di lavoro e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Nonostante ciò, il nuovo codice degli appalti definito dal ministro Matteo Salvini, che rischia di assegnare il 98% degli appalti senza gara, poiché la soglia della scelta discrezionale dell’impresa privata è stata portata a 140 mila euro, non solo contrasta con la tanto auspicata trasparenza, ma favorendo il malaffare, peggiora ulteriormente le future condizione di lavoro e di sicurezza.

Ma c’è un altro aspetto che merita di essere evidenziato, poiché se in un cantiere come quello di Firenze sono stati scoperti successivamente alla tragedia alcuni lavoratori in nero, ci si domanda come mai non era stata effettuata in precedenza una verifica ispettiva sia relativamente alla regolarità della forza lavoro che all’applicazione delle normative sulla sicurezza. E’ questo a mio pare un nodo che deve essere urgentemente affrontato, in quanto se già con il governo Draghi il ministro Andrea Orlando aveva provveduto nel 2021 ad indire un concorso per gli organici scoperti dell’Ispettorato del lavoro – era dal 2006 che clamorosamente non ne venivano indetti – il problema della carenza degli organici si pone in maniera drammatica anche per i servizi di prevenzione delle ASL.

Su scala nazionale gli addetti nel 2008 erano 5060, peer calare rispetto ai dati del 2019 a 2248. Mentre in Lombardia siamo passati dai 993 del 2008 ai 379 del 2019. Per la cronaca a Firenze erano 73, per scendere a 44 nel 2019. Pertanto, se diminuiscono quantitativamente e qualitativamente i controlli sui territori del nostro vasto paese, le normative sulla sicurezza non si implementano per grazia divina, se solo si ha un minimo di conoscenza della realtà materiale.

Faccio solo un esempio, perché la dice lunga sul grande lavoro che ci attende. Dal 2020 al 2023 su 10924 imprese che hanno dichiarato di svolgere come nuova apertura una attività in edilizia secondo il codice Ateco, se ne sono cancellate ben 10009. In quegli anni era decollato il super bonus, ed è quindi opportuno sottolineare come queste imprese erano tra l’altro in assenza della SOA, cioè della prescrizione validante per operare.

Redazione
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