Intolleranza e razzismo: il brutto dello sport
Quando lo sport diventa uno strumento di esclusione invece che di inclusione sociale: un piccolo dossier di fatti (e fattacci) recenti
Solo negli ultimi mesi, aldilà del caso Lazio-Anna Frank, diverse discipline sportive hanno dovuto fare i conti con episodi di intolleranza, razzismo e un’aperta apologia di fascismo, segnale evidente che le destre guardano da anni allo sport come laboratorio sociale, dalle gradinate degli impianti sportivi ai terreni di gioco.
La redazione della Bottega propone un breve “schifezzario” del “come non si fa”, nella speranza di poter segnalare più spesso anche episodi positivi, che pure ci sono, come dimostra il caso della formazione di basket Tam Tam di Castelvolturno, squadra composta da ragazzini africani nati in Italia, ma senza la cittadinanza italiana, figli di migranti giunti sul litorale domitio negli anni Novanta che hanno finalmente ottenuto l’autorizzazione per poter disputare i campionati under 13 e under 14.
La serie di brutti episodi ha avuto inizio il 3 ottobre, in occasione della sfida di Supercoppa di hockey tra Cgc Viareggio e Forte dei Marmi.
Un gruppo di supporters del Forte dei Marmi ha esposto uno striscione con l’immagine di Hitler stilizzata. Sono arrivati tredici Daspo per i responsabili, ma episodi di questo tipo vanno combattuti facendo opera di sensibilizzazione. E’ per questo che il presidente della squadra di hockey di Sarzana Maurizio Corona, che assisteva alla partita, ha deciso che, in occasione dell’incontro di campionato Sarzana-Forte dei Marmi, in programma il 3 febbraio 2018, la tribuna d’onore sarà riservata non come al solito a sponsor e autorità, ma alle famiglie dei deportati e dei martiri dei campi di concentramento nazisti con i quali, in qualità di iscritto all’Anpi, ha condiviso un viaggio della memoria a Mauthausen. Il presidente ha deciso di rispondere così a chi aveva aperto sugli spalti del Palabarsacchi di Viareggio uno striscione inneggiante a Hitler.
Dall’hockey al calcio, il sindaco di Sandrigo ha vietato ad un gruppo di profughi l’utilizzo del campo da calcio di via Jacopo Da Ponte. Il motivo? Secondo il sindaco i richiedenti asilo avrebbero impedito ai bambini del luogo di poter giocare a calcio. Qui è possibile leggere questa storia raccontata da Maria Rosaria Baldin nel suo blog La Bottega della Storie.
Lo scorso 28 ottobre, su La Stampa viene riportata questa notizia: “Giocatore dell’Asca Alessandria accusa avversario di insulti razzisti”. Nel corso della partita del campionato di Eccellenza piemontese fra i padroni di casa dell’Asca e i cuneesi dell’Olmo, il calciatore Merlin Landry Boyomo, difensore nativo del Camerun che ha giocato anche nell’Alessandria e in tante squadre della regione, ha accusato un avversario di un insulto razzista.
Infine, è episodio recente, del 12 novembre, il vergognoso saluto romano effettuato per festeggiare un gol da parte di un calciatore del 65 Futa in occasione dell’incontro di Seconda categoria disputato con il Marzabotto. Il fatto non è soltanto grave perché accaduto nel paese che ha vissuto sulla propria pelle la strage nazifascista, ma perché questo personaggio si è anche tolto la casacca di gioco, sotto la quale indossava una maglietta della Repubblica di Salò.
ll calciatore è stato sospeso dall’attivita agonistica dalla sua stessa società, che ha già preannunciato anche una severa multa secondo il regolamento interno vigente.
ll calciatore è stato sospeso dall’attivita agonistica dalla sua stessa società, che ha già preannunciato anche una severa multa secondo il regolamento interno vigente.
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In Italia non mancano leggi contro la costituzione del partito fascista, contro l’apologia del fascismo e del nazismo; leggi normalmente non applicate, quindi come non esistenti; ma è la norma della logica italiana, quella di firmare tutte le Convenzioni Internazionali e rispettarle solo quando conviene per il misero interesse di bottega.
Dobbiamo ricordare lo scandalo permanente della presenza nelle forze dell’ordine di uno Stato democratico, quale si definisce lo Stato Italiano, di non pochi fascisti dichiarati, a differenze della Germania che ha certamente fatto un esame critico della propria funesta storia recente, dove l’appartenere ad ideologie totalitarie, esclude la partecipazione a concorsi e ruoli nella polizia di Stato. L’apologia della dittatura deve essere severamente sanzionata a tutti i livelli: sportivo, civile e penale (male non sarebbe che si comminino delle pene con tirocinii di rieducazione, che sarebbero utili e per gli interessati colpiti da ideologie nefaste e quindi per la società).
Questo mi sembra il meno per una società che vuole essere civile e quindi definirsi democratica; altrimenti è bene non lasciare spazio ad alcuna definizione che serve solo per sciacquarsi la bocca.
Distinti saluti
Zef Osimik