Inventori (Extended Remix)
di Pabuda
parlando d’amore col mio amore,
in mezzo alla neve, l’altro giorno
la conversazione è inevitabilmente
deragliata sul tema dei grandi inventori
di piccole cose:
come si chiameranno, per dire,
l’ideatore del pile che si pronuncia
“pail” e pare sia prodotto
tramite il riciclaggio
delle bottiglie di plastica…
e l’ingegnere che mise a punto
il primo prototipo di passaverdure?
a chi sarà venuta, invece, l’idea superba
delle calze autoreggenti,
così apprezzate da tante
ragazze esigenti?
e chi avrà fatto la gran pensata
di produrre quei morbidi calzettoni
di “caldo-cotone”
che scalda ma non pizzica
gli stinchi e i polpacci
di certi ragazzacci
che, per quanto machi,
proprio lì han la cute delicata?
oppure:
chi avrà depositato il brevetto
di quell’aggeggio
indispensabile a produrre
l’irresistibile crosticina zuccherosa
che ricopre
la densa anima dolce
della crema catalana?
chi avrà inventato – pensando
improvvisamente all’ufficio –
quello strumento prezioso
(che sembra una pinza ma non lo è
veramente)
senza il quale risulta
quasi impossibile
rimuover le graffette
da una rismetta di fogli
violentemente graffettata?
chi sarà riuscito a realizzare
squisite caramelle gommose
senza nasconderci dentro
inquietanti gelatine animali?
e a Georges de Mestral
è stato eretto un monumento
(almeno di peltro) per la faccenda
del “velcro”?
se sì, dove? quando?
lì, in mezzo alla neve,
senza risposte, siamo andati avanti
un bel pezzo a elencare
e punteggiare interrogativamente.
come potrete ben immaginare,
con un amore così
io vado in brodo di giuggiole,
vado davvero in sollucchero,
faccio incredibili salti di gioia
sulla mia gamba buona:
io col mio amore ci vado a nozze.