Jezebel
di Maria G. Di Rienzo
Le biografie non specificano che tipo di «infanzia travagliata» abbia avuto, ma a nove anni lascia volontariamente la propria casa (farà affidamento sulla madrina). A undici è già su un palcoscenico. A 13 resta memorabile, nello stesso teatro, la sua versione di «Summertime». Fra gruppi d’appartenenza e collaborazioni con altre band, la sua voce spazia in 35 album prima della carriera solista. Corre dietro ai suoi sogni in interminabili tour europei e americani. E’ molto nota anche come attivista contro la violenza diretta ai bambini e agli animali. Si tratta di Sarah Jezebel Deva, all’anagrafe Sarah Jane Ferridge, inglese, classe 1977: una delle poche “regine” nel mondo della musica metal. Se le atmosfere gotiche e sinfoniche fanno per voi, se vi ispira una donna assolutamente disinvolta e splendida rispetto al proprio corpo, se preferite che sul palco ci sia qualcuno che sa usare la voce a qualcuno che sa dimenare il didietro, Sarah Jezebel fa per voi. E anche quel che canta e scrive non è niente male:
«Le lacrime della creazione echeggiano nel silenzio. Il sole dimenticato giace dormiente dietro il cielo. Ma ancora la sua bellezza rapisce la mente. – La mente si risveglia alle possibilità della vita, ma i ladri di sogni ne sopprimono il procedere. La coppa della vita è piena, mentre tu soffochi nell’apatia. Nel mezzo della catastrofe, la grandezza può prevalere». (da «Creation’s Tears»)
«Mentre la vita risplende sulla tua pelle, trovi sempre una ragione per arrenderti. Non vi è lotta che sia rimasta in te? Il mondo non può prenderti per mano. Dimentica le parole amare, sii tu la mano che ti aiuta. Non c’è passione che sia rimasta in te? Questa è la tua vita! Non buttarti via, risvegliati da dentro». (da «The World Won’t Hold Your Hand»)
C’è chi dice che il gothic metal ispiri malinconia, cupi pensieri o peggio, e che perciò sia “pericoloso” per gli adolescenti. Io, invece, avrei voluto davvero che qualcuno come Sarah mi cantasse queste cose, quando avevo 15 anni.
Gran voce in ‘Dusk and her embrace’ dei Cradle of filth, pietra miliare del black, e in moltissimi altri dischi dei Cradle e di svariate band.