Joschka & Madeline: mondo sporco
un articolo di Bozidar Stanisic
Joschka e Madeline, un mondo sporco di …soldi, certo. Anche di ricchezza non meritata. Stavolta, a tutti quelli che sono ancora (tristemente?) convinti che il loro cervello stranamente non è riuscito ad appiattirsi, si è offerta una coppia strana. O strana solo a coloro che ricordano le giornate degli anni più recenti, già sfuggiti insieme ai calendari finiti (speriamo) nelle immondizie per riciclaggio.
Non sono né Romeo, né Giulietta. Però pare che abbiano giurato l’amore e la fedeltà finchè l’amore per gli interessi non li separasse. Certo, da tempo loro si sono riuniti con l’anello più forte: il potere politico e gli affari.
Lui si chiama Joschka, lei si chiama Madeleine.
Dio, da dove incominciare?
Più di qualche volta notizie assomigliano agli schizzi per una sceneggiatura oppure per un romanzo documentario. Avendo letto le ultime su Joshka Fischer, ex ministro tedesco all’ecologia del governo Schröder, da un po’ di anni quasi sparito dalla scena politica, la prima cosa che mi è venuta in mente era che quest’Europa è prigioniera volontaria delle politiche schiave dei potenti del mondo. Che sia agli uni che agli altri la netta maggioranza dei cittadini del Vecchio Contntente abbia già firmato un assegno in bianco.
Però, di nuovo mi trovo in difficoltà da dove incominciare?
Ricordando il fatto che per “amore” di Madeleine Albright, ex mano destra del ex presidente Clinton (che dovesse essere della sinistra americana?) convinse i suoi verdi, tra l’altro i più convinti pacifisti tedeschi, di bombardare Belgrado o sottolineandone la carriera?
Tutto ciò naturalmente non è nato dal nulla. I veri amori sono veri amori. Poi, se l’amore un giorno passa, i soldi sono qualcosa più duraturo.
La rivista tedesca Bunte ha pubblicato una foto della casa di lusso del ex leader dei verdi a Berlino, con una domanda semplice: come ha fatto? Joschka ha protestato e la magistratura gli ha dato torto. Semplicemente, l’opinione pubblica tedesca ha il diritto di sapere come politici, inclusi quelli ex, si possano permettere alcuni acquisti. La privacy in Germania ha limiti, nulla si compra o viene regalato all’insaputa (alla Scajola) di chi una volta ha fatto i giuramenti di servire alla società. Però, lasciamo perdere i pettegolezzi, inclusi il peso di Joschka aumentato per alcune decine di chili, la quinta moglie, un’iraniana di 28 anni, la verifica del reddito pensionistico (il 63enne ex ministro ha circa 11 mila euro): meglio passare ai fatti recenti che presentano l ‘ ex tassista di Francoforte che nel ’68 gridava gli slogan-ideali per cui combatteva la sua generazione. “Aussen Grün Innen Joschka, fuori verde, dentro Joschka”. Con questo slogan l’ex ministro degli esteri Joschka Fischer affrontò e perse la campagna elettorale del 2005. Per una volta, forse tradito dal subconscio, un politico confessava la verità. Fischer si è sempre battuto über alles, sopra ogni cosa, per se stesso. Da quando si guadagnava da vivere come tassista a Francoforte ai primi successi, allo storico giuramento al Bundestag come ministro all’ecologia, in cui si presentò in scarpe da tennis (una foto delle storiche scarpe è sempre esposta al ministero degli esteri). Oggi, 25 anni e 50 chili dopo, abbandonata la politica egli si dedica con successo agli affari privati, come l’amico Gerhard Schröder. L’ex cancelliere, per 500 mila euro all’anno, rappresenta gli interessi del gasdotto North Stream, della Gazprom che sta per entrare in funzione. I giornalisti tedeschi a volte, sono spietati.
Che fa il nostro caro Joschka? Lui si adopera per il Nabucco, il gasdotto che dal Mar Caspio dovrebbe giungere in Europa. Non sono pochi che pensano che forse non verrà mai realizzato. “Poco importa, lui incassa ugualmente. Senza parlare degli introiti da privato procacciatore d’affari. I conti nelle sue tasche li ha fatti la rivista Wirtschaftswoche. La società JF&C, cioè la Joschka Fischer Consulting, occupa un appartamento di 210 mq al secondo piano della Markgrafenstrasse, nei pressi della Gendarmenmarkt, uno dei posti più esclusivi della capitale, e occupa otto collaboratori per gestire le complesse attività del capo, che ormai sfiora il peso di Helmut Kohl, oltre i 130 chili. Dietro la «C», che indica i soci, si nasconde un nome d’eccezione, l’ex ministro degli esteri statunitense Madeleine Albright, 74 anni”.
Che cattivi i giornalisti tedeschi. Mi sembra di leggere gli articoli dei poveri giornalisti disobbedienti in Italia, quasi spariti dai teleschermi! Scrivono che un uomo come Fischer possa mettere a frutto le preziose relazioni strette come ministro, senza andare troppo per il sottile, almeno per un verde che sosteneva di battersi per l’ecologia. Adesso consiglia la Rwe, che si occupa di energia, dal carbone alle centrali atomiche, un tempo odiate e combattute, o la Siemens, processata per corruzione, o la Bmw , la casa automobilistica che «impestava i cieli» con le sue emissioni.
E La JF&C accetta come clienti solo chi può pagare parcelle generose.
Già da tempo è uscita la notizia che per «amore» di Madeleine, Fischer convinse i suoi verdi pacifisti a bombardare Belgrado. Sperava, accontentando la mano destra di Clinton, di prendere il posto di Kofi Annan alle Nazioni Unite. Adesso, dicono i cattivi del giornalismo vero, si accontentano di fare affari insieme. Un uomo come Fischer può mettere a frutto le preziose relazioni strette come ministro, senza andare troppo per il sottile, almeno per un verde che sosteneva di battersi per l’ecologia.
Sono affaristi hobbysti? Scherziamo!
Il capitale sociale della JF&C, viene stimata e di 25 mila euro. Però, ne 2009, l’anno di fondazione, la società ha denunciato un utile di 209 mila euro. “Per il 2010, non è ancora stato pubblicato il bilancio, ma si prevede un attivo di 2 milioni. L’onorario della Rwe, non meno di un milione all’anno, non passa dalla JF&C, ma va direttamente sul conto di Joschka. Il motivo?”
Che cattivi questi giornalisti tedeschi!
Rivelano che l’ex ministro compare spesso come oratore agli eventi delle società sue clienti, dalla Bmw alla Siemens. Tutto legale, ma non al di sopra di ogni sospetto. Fischer potrebbe giovarsi oggi dei consigli della «cara Madeleine» se avesse tenuto fuori la Germania dalla guerra nei Balcani? O stare sul libro paga della Rwe se avesse chiuso le centrali atomiche, com’era nel programma dei Grünen, invece di concedere proroghe decennali?
Povero Remarque, se fosse vivo, ripeterebbe: niente nuovo sui conti bancari occidentali. Una volta le armi dei trust di produzioni di armi tedesche, inglesi e francesi, oggi delle attuali potenze del mondo . che differenza c’è? Chi se ne frega dei morti dei bombardamenti a tappetto nel 1999 (è un milennio già passato! Questo, nostro è nuovo di zecca!) Chi se ne frega che la mano destra di Clinton avesse detto che un milione di bambini iracheni, morti a causa dell’embargo Usa and Europa, sono stati un prezzo da pagare? Chi se ne frega dei morti dell’uranio impoverito nei Balcani e nei corpi dei soldati italiani, vittime di queste armi orrende?
Solo una minoranza, che abbaia. Ancora.
Ottimo articolo! Illustra benissimo una tendenza dei politici europei sempre più scoperta, ormai: andare a lavorare per le multinazionali o per le banche i cui interessi hanno favorito da politici. Giuliano Amato per esempio da noi… D’Alema per chi andrà a lavorare? Veltroni, Fassino… Queste carriere di ex politici sembrano la confessione della loro corruzione…
E’ morto Guener Amendt
Solo i vivi possono lasciare
di Enrico Fletzer
Mentre l’on. Carlo Maria Giovanardi , il sottosegretario con delega a droghe, sport e famiglia, un campo molto vasto che va dalla vita pubblica del nostro Premier alla morte di tanti ragazzi uccisi dallle convenzioni antidroga, riconosce il generale fallimento e chiede di essere ibernato, sono solo i vivi possono lasciarci.
E’ il caso di Günter Amendt travolto da una automobile ad Amburgo. E’ successo pochi giorni fa ed è una brutta notizia per tutti gli amanti della verità.
Amendt era nato nel 1939 a Francoforte sul Reno e aveva studiato per alcuni anni in California ma in Germania si era subito trovato confrontato con i poteri dello stato in quanto obbiettore di coscienza, iniziatore di manifestazioni contro la casa editrice Springer assieme all’avvocato Horst Mahler e di una vera e propria rivoluzione sociale nel campo della sessualità giovanile.. Autore di alcuni importanti saggi pubblicati in Italia sul movimento studentesco in Germania e sulle droghe aveva in pieno 1969 aperto un importante fronte di illuminismo radicale ma mai noioso nelle scuole della Repubblica Federale con il suo “La crociata dei bambini ovvero la rivoluzione comincia nelle scuole” seguita da “Sexfront”(1970) un libro tanto di culto da esser vietato dai presidi e comperato praticamente da tutti. Quel libro raggiunse una tiratura di mezzo milione di copie e diventò la sua personale assicurazione per la vita. Assieme a Uli Stiehl pubblicò Sucht Profit Sucht, Profitto, Tossicodipendenza, Profitto, un contributo sulla economia politica del mercato delle droghe. Era amico e collaboratore di Bob Dylan per cui aveva lavorato durante i tour europei.
Nel 1991 aveva pubblicato a proposito il libro “The Never Ending Tour”. Da sempre in battaglia con il senso comune e la censura imperante, aveva pubblicato alcuni libri usciti in italiano per la Feltrinelli come un libricinosulle nuove droghe e il capitale No Drugs No Future. Le droghe nell’epoca dell’ansia sociale che aveva presentato a Bologna con il Livello 57. Nel suo testo precedente La droga, lo stato la morte, riecheggiando l’opera e il periodo francofortese di Rainer Werner Fassbinder, ha dato la prima volta parola ad un proverbio Yoruba rispetto ad una società in cui il fenomeno non è più reversibile ma solo comprensibile. Anche se la verità non è sempre accettata.Gli Africani direbbero. Mo Iwa Fun Oniwa. Riconosci la esistenza di quello che esiste! E’ un monito spesso inascoltato in nome della morale corrente ma che dimostra con poche batttute l’importanza del pensiero e della analisi amendtiana nel campo della sessualità e degli stili di vita e che recemente rievocava con forza il ragionamento sull’uomo antiquato di Guenter Anders. Un ragionamento che si ricollega alla fine del fordismo anche nel campo delle sostanze.
Una cosa ancora difficile da far accettare alla società delle indulgenze pseudo-religiose in cui siamo ancora costretti a vivere. Ciao Günter!
Enrico Fletzer