Josephine
di Daniela Pia
Due giorni in mare Josephine
A tenerla a galla i suoi occhi
Smarriti
Nessuna stella polare a guidarne il legno
Dai porti di Leptis, e Sabratha.
Chiusi gli empori dell’impero.
Sbarrata l’umana pietà
Murato il senno
Da Leptis Magna una donna e suo figlio
Fuscelli ostaggio dei marosi,
Di barrosi, bavosi, lividi scettri e
Spettri dis-umani,
Furono cibo al mare..mortum
E morti noi siamo
Innanzi a quei corpi
A quegli occhi
Ai rintocchi del mementomo.