Julia: «in direzione ostinata e contraria»
Due-tre pensieri attorno all’ultimo numero del fumetto creato da Giancarlo Berardi
«Dobbiamo procedere in direzione ostinata e contraria»: sono le prime parole (la nuvoletta iniziale, se preferite) di «Panni sporchi», il numero 210 del mensile «Julia», fumetto – e personaggio – creato da Giancarlo Berardi: questo fascicolo (in edicola per tutto marzo: 130 pagine per 3,70 euri) è sceneggiato da Berardi e da Lorenzo Calza con i disegni di Matteo Giurlanda e Francesco Bonanno.
Quel «direzione ostinata e contraria» è un ovvio riferimento ai versi di De André: forse non lo sa il companero Pepe Iuliano che urla queste parole in un’assemblea sindacale – «illegale» direbbero i padroni della fabbrica – ma la citazione è un consapevole omaggio di Berardi al Faber e torna anche alla fine della storia dove i sospettosi di mestiere (per una volta mi “arruolo” anche io) troveranno almeno un paio di volute ambiguità.
Non posso – anzi non devo – svelarvi la trama o i cambi di scenario, tanto meno il colpo di scena numero uno, men che meno il finale. La vicenda è politica al massimo livello anche se prende subito una piega “gialla” e del resto Julia Kendall, la “titolare”, è una criminologa, sia pure atipica. Nelle prime tre pagine c’è, a mio modo di vedere, più saggezza che negli ultimi 15 anni della “sinistra” italiana. Ma per affrontare bene il finale della storia non fatevi sfuggire (a pagina 10) la frase «Non ho bisogno di…», bruscamente interrotta. Lì c’è un terribile nodo di questa storia e fors’anche della Storia con la maiuscola.
Aggiungo solo che leggendo troverete due interessanti digressioni-citazioni (tipiche di Berardi): Julia Kendall racconterà (a lezione) di Philip George Zimbardo (*) mentre Emily citerà la morte di Maya Angelou (**) e le sue parole torneranno poi in vari passaggi della vicenda.
Un numero di «Julia» sopra la media, che è già assai alta. Qui in “bottega”siano in molte/i ad amare Berardi: per avere inventato la dottoressa Kendall e prima per «Ken Parker». Spiace solo che «Julia» cambi a ogni numero disegnatori (a volte bravi, altre meno) invece di averne uno – e non uno qualsiasi ma Ivo Milazzo – come accaduto per le storie di «lungo fucile», alias Ken Parker.
Chi non conoscesse «Julia» (e magari conservasse traccia dell’antica e infondata diffidenza verso i fumetti) rimarrà felicemente sorpreso scoprendolo attraverso «Panni sporchi». Ah, consiglio di non saltare l’inizio con le lettere: sono quasi sempre commoventi, rivelatrici e anche loro «in direzione ostinata e contraria». Che così tante persone sentano il bisogno di raccontare “i fatti loro” a Giancarlo Berardi, di dialogare con lui su tutto e talvolta persino di chiedergli consiglio la dice lunga sulla unicità di questo autore (***).
(*) Qualche altra notizia su Zambardo è qui, in “bottega”: Scor-data: 20 dicembre 1984
(**) Vedi qui Una coraggiosa e sorprendente verità – Maya Angelou e qui Maya se ne è volata, dalla gabbia
(***) Di lui ho scritto in “bottega” – a esempio qui: Julia, ti amo – e altrove.