Karen non è nata circondata da affetto …

….. ma è morta sotto la custodia dello stato salvadoregno

di Maria Teresa Messidoro (*)

 

Foto tratta dall’articolo apparso sulla Revista La Brujula https://revistalabrujula.com/2024/04/09/keren-no-nacio-con-carino-murio-bajo-custodia-del-estado-salvadoreno/, fonte di questa nota.

 

La notizia della futura nascita di Keren(1) illuminò il viso e rincuorò il cuore delle sue tre zie e di sua nonna.

La mamma, Dina, incominciò a preparare lo spazio necessario per accogliere la piccola.

Gli occhi delle donne della famiglia di Dina si riempirono doppiamente di gioia perché finalmente doveva nascere una bambina dopo il fratellino, Toñito, di cinque anni, e la lunga schiera di cugini, tutti maschi.

E così il 24 febbraio, in una povera comunità rurale di Ayutuxtepeque, cittadina alla periferia di San Salvador, si celebrò una grande festa, in cui il rosa era il colore predominante: Dina indossava un semplice vestito bianco, con fiori rosa, che segnava le curve della sua culla naturale di Keren. Una torta, rigorosamente ricoperta di confetti rosa, fu tagliata per essere condivisa da tutti i partecipanti, immortalata in molte fotografie di rito.

Con molti sacrifici, parenti ed amici incominciarono a comprare i primi vestitini, sapone per i bagnetti, cuscini colorati, biberon e pannolini, tutto ciò che era necessario per accogliere degnamente Karen.

Ma qualcosa cambiò il corso della vita di Keren.  Sua mamma, oltre ad occuparsi dei nipoti mentre le sue sorelle lavorano, è da anni una difensora dei Diritti Umani, appartiene a Alerta Raquel e alla Colectiva Mujeres Guardianas de Ayutuxtepeque. Dina è stata catturata il 17 marzo, sotto il Régimen de excepción, accusata di raggruppamento illecito, come è successo a centinaia di salvadoregni: sono i casi che il governo Bukele definisce “margine di errore”. Dina si trovava con una gravidanza di otto mesi e ad alto rischio.

Il 22 marzo, il Juzgado Cuarto contra el Crimen Organizado di San Salvador stabilì misure sostitutive al carcere, ma questa decisione fu trasmessa agli organi competenti soltanto il 2 aprile; ciononostante, Dina non ha potuto salire dal Carcere di Izalco, perché nel frattempo le hanno imputato altri “delitti”.

Le è stato anche impedito il controllo prenatale stabilito per il 19 marzo, disubbidendo alle Regole di Bankok, che dal 2010 stabiliscono le misure a cui deve sottostare la detenzione in carcere delle donne.

Inoltre, in El Salvador, dal 2021, esiste la Ley Nacer con Cariño(1), che stabilisce che deve prevalere l’interesse della bambina o bambino che sta per nascere, e che devono essere assunte tutte le misure necessarie affinché prevalga lo sviluppo fisico, spirituale e psicologico del nascituro; una legge quindi che dovrebbe garantire la sua protezione e cura.

Nel caso di Keren così non è stato, anzi.

La famiglia di Dina il 7 aprile è stata informata dalle autorità competenti che la ragazza era stata trasportata all’spedale Dr Jorge Mazzini Villacorta di Sonsonate, il più vicino al carcere dove era detenuta,  e che la bebè era morta subito dopo il parto.

E così Keren è arrivata a casa in una piccola bara bianca, accolta dalla disperazione dei suoi familiari, a cui è stato sottratto per sempre l’affetto nei suoi confronti.

Il caso di Dina sotto il Régimen de excepción purtroppo non è un caso isolato: nel giugno del 2022 si era conosciuto la storia di Karla, una ragazza di 17 anni, incinta, che al momento del suo arresto era stata colpita brutalmente dai militari; in seguito alle percosse ricevute, aveva perso il bambino che portava in grembo.

Inoltre, una indagine di organizzazioni per la difesa dei diritti umani, mette in evidenza  che all’inizio del 2024 il numero di donne incinta o con figlie e figli in carcere erano 138, il 35% in più di due anni prima.

La stessa indagine sosteneva che secondo le testimonianze raccolte, le donne incinte o con figlə piccolə in carcere vivono in condizioni di sovraffollamento, con scarsità di acqua potabile in mezzo al sudiciume. Luoghi non adatti a partorire né alla crescita con dignità di bambine e bambini.

No, Keren non è nata con cariño, e di questo, come di altri delitti, il Governo Bukele dovrà rispondere davanti alla giustizia.

 

  1. I nomi delle bambine e bambini sono di fantasia
  2. Legge Nascere con affetto

*Vicepresidentessa Associazione Lisangà culture in movimento OdV

 

Teresa Messidoro

Un commento

  • Che governo inumano quello che non garantisce una gravidanza e una nascita dignitosa.
    Un paese che non mette la priorità della sicurezza dei bambini non su può chiamare civile.

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