Ken Loach su Rai5, ogni martedì

di Fabio Troncarelli. A seguire una piccola nota della “bottega”

Ken Loach è uno dei registi più significativi del cinema mondiale. Ha girato film di grande impegno civile e politico sul mondo del lavoro e i suoi problemi, che hanno come protagonisti sottoproletari e operai in lotta per affermare i loro diritti. Ha vinto due Palme d’oro al Festival di Cannes e il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia nel 1994.

Rai 5 propone un ciclo di 14 film intitolata: «Bread and Brexit». I film sono proiettati in versione italiana ogni martedì alle 21.15 – su Rai 5 appunto – a partire dal 19 settembre fino al 19 dicembre. La domenica, in seconda serata, viene trasmessa una replica in versione originale sottotitolata. Dal 19 settembre inoltre sulla piattaforma RaiPlay saranno disponibili gli stessi film.

Ecco i film del ciclo

«Io, Daniel Blake» (2016) il 19 settembre

Newcastle. Daniel Blake (Dave Johns) ha sessant’anni e, dopo una vita di lavoro, ha bisogno dell’assistenza dello Stato, perché un attacco cardiaco gli impedisce di avere un’occupazione stabile. Chiede allo Stato il riconoscimento dell’invalidità con il sussidio ma la sua domanda viene respinta senza un motivo valido. Cerca invano di avere giustizia e conosce Katie (Hayley Squires), madre di due figli costretta a lasciare Londra per sopravvivere. Tra i due nasce una forte solidarietà che si scontra con il cinismo e l’indifferenza di una burocrazia, ispirata da scelte politiche antisociali. Dopo una lotta impari Daniel sembra a un passo dalla vittoria, ma… Palma d’oro al Festival di Cannes 2016.

«Terra e libertà» (1995) il 26 settembre

Un vecchio operaio di Liverpool (Ian Hart) muore e la nipote, frugando tra le sue carte, scopre che ha combattuto in Spagna durante la guerra civile. Nel 1936 si è arruolato nella milizia internazionale del Poum (Partido Obrero de Unificación Marxista) per combattere contro i franchisti. Durante la guerra, l’uomo si era innamorato di Blanca (Rosana Pastor) ma la sua vita fu travolta dalle vicende drammatiche che hanno sconvolto prima la Spagna e l’Europa. La storia richiama il libro Omaggio alla Catalogna di George Orwell.

«My name is Joe» (1998) il 3 ottobre

Joe (Peter Mullan) è un ex alcolizzato e disoccupato che vive nella periferia di Glasgow. Incontra Sarah (Louise Goodall), un assistente sociale e si innamora di lei, ricambiato. La loro storia, difficile in sé stessa, è complicata dalla presenza di Liam, un amico di Joe (David McKay), ex tossicodipendente nei guai con gli spacciatori. Il giovane finisce col suicidarsi e la sua morte ha un effetto tragico sul rapporto fra Joe e Sarah. Per la sua interpretazione, Peter Mullan ha vinto il premio come miglior attore al Festival di Cannes 1998.

«Paul, Mick e gli altri» (2001) il 10 ottobre

Nella 73esima “Giornata nazionale contro gli infortuni sul lavoro” va in onda il film di Ken Loach sugli incidenti mortali di lavoratori e passeggeri delle Ferrovie inglesi. La British Rail viene privatizzata e cinque operai sono messi brutalmente di fronte alla ristrutturazione, in nome del mito della flessibilità, che nasconde la coazione alla precarietà con licenziamenti arbitrari, ribattezzati come ristrutturazioni. Ma c’è ancora di peggio: la morte per le condizioni assurde in cui si è costretti a lavorare.

«Bread and Roses» (2000) il 17 ottobre

Maya (Pilar Padilla), una giovane immigrata negli Stati Uniti che fa parte di un’impresa di pulizie, conosce un avvocato (Adrien Brody) che si batte per migliorare le condizioni di lavoro delle persone che si trovano nella sua situazione di sfruttamento estremo. Il film trae ispirazione da alcune lotte accadute e che continuano a ripetersi (anche nell’estate del 2023) con esiti alterni.

«Sweet Sixteen» (2002) il 24 ottobre

Liam (Martin Compston) festeggia i suoi sedici anni con la madre Jean (Michel Coulter) che era in prigione per consumo di droga. Liam sogna una vita normale, impossibile con i suoi genitori e nell’ambiente sociale degradato in cui vive. Ci proverà in mille modi, spesso drammatici, arrivando a rubare la droga per potersi comprare una casa. Ma il mondo degli spacciatori non è disposto a concedergli un minimo spazio. Premio a Cannes 2002 per la miglior sceneggiatura a Paul Laverty.

«Un bacio appassionato» (2004) il 31 ottobre

La storia d’amore violenta e passionale tra Cassim Khan (Atta Yakub), un giovane mussulmano di origine pakistana, nato e cresciuto a Glasgow, e Roisin (Eva Birthistle), una ragazza irlandese cattolica, che insegna musica.

«Il vento che accarezza l’erba» (2006) il 7 novembre

Palma d’Oro al Festival di Cannes 2006, è ambientato durante la guerra d’indipendenza irlandese (1919-1921) e la successiva guerra civile (1922-1923): racconta la storia di due fratelli della contea di Cork, Damien (Cillian Murphy ) e Teddy (Pádraic Delaney ) che si uniscono all’esercito repubblicano irlandese per combattere per l’indipendenza dal Regno Unito. Il titolo deriva dalla canzone «Il vento che accarezza l’erba» di Robert Dwyer Joyce, dedicata alla rivolta irlandese del 1798 e molto popolare. Loach ha tratto ispirazione per il personaggio di Damian dalle memorie del leader repubblicano Ernie O’Malley.

«In questo mondo libero…» (2007) il 14 novembre

Angie (Kierston Wareing), che lavora in un’agenzia di collocamento, viene licenziata per aver reagito alle molestie sessuali di un cliente. Si mette in proprio con l’amica Rose (Juliet Ellis) e crea un’agenzia di collocamento per immigrati, che di fatto si trasforma in un centro per lo sfruttamento del loro lavoro. Tutto procede fino a quando gli operai sfruttati sono truffati da chi li aveva assunti e per vendicarsi picchiano Angie e la minacciano. Per pagarli e salvarsi, le due ragazze devono tornano a lavorare in un’agenzia di collocamento, in Ucraina, da cui provenivano i migranti che erano stati sfruttati. Il film è stato premiato con la Osella d’oro per la miglior sceneggiatura al Festival di Venezia del 2007.

«Il mio amico Eric» (2009) il 21 novembre

Eric (Steve Evets), un postino di mezz’età, frustrato e nevrotico, trascina la sua esistenza a Manchester, dopo essersi malamente separato dalla prima e dalla seconda moglie, dedito solo al tifo per la squadra di calcio locale. Una sera gli appare miracolosamente il grande calciatore Eric Cantona, adorato dai tifosi del Manchester United. Grazie al suo aiuto e alle sue metafore calcistiche, Eric riuscirà a mettere ordine nella sua vita e riconquistare fiducia in sé stesso. Al Festival di Cannes 2009, ha vinto il premio della Giuria Ecumenica.

«L’altra verità» (2010) il 28 novembre

Fergus Molloy (Mark Womack) conosce Haynes (Jack Fortune) e Walker (Geoff Bell) a Liverpool, durante i funerali di un amico, Frankie Bishop. Frank faceva parte di una compagnia di mercenari diretta da Haynes e Walker ed è morto a Baghdad durante la guerra in Iraq. Le circostanze della morte non sono chiare e destano i sospetti di Fergus, che inoltre riceve misteriosamente il cellulare dell’amico morto con un enigmatico video in cui si sente parlare arabo. Con l’aiuto di un musicista iracheno, Fergus scopre che il video mostra come la squadra di Frankie abbia ucciso un’intera famiglia irachena innocente e i due bambini testimoni. Frankie che nel video si dissocia dai suoi compagni è morto poco dopo l’episodio. Nelson, il principale responsabile della strage, va in Inghilterra e ruba il cellulare con le prove della strage. Ma Fergus riesce a catturarlo e torturandolo viene a sapere che è stato lui ad assassinare Frankie. A questo punto Fergus lo uccide. Aspetta che torni in Inghilterra un altro amico comune, Jamie, che faceva parte dello stesso gruppo. Da lui saprà finalmente tutta la verità: Frankie non è stato ucciso da Nelson, ma è rimasto vittima di un incidente mascherato, predisposto dai suoi capi Haynes e Walker. Distrutto psicologicamente, Fergus elimina senza pietà i responsabili della morte dell’amico e poi si suicida gettandosi in mare.

«La parte degli angeli» (2012) il 5 dicembre

Robbie (Paul Brannigan) è riuscito per miracolo ad evitare la prigione a Glasgow, dove viene perseguitato da una gang di bulli locali. Inserito in un programma di riabilitazione, fa una visita d’istruzione in una distilleria di whisky e trova la sua strada come assaggiatore. In questa veste, scoprirà che sta per essere messa all’asta una botte di whisky pregiatissimo, di grande valore economico. Con i tre amici del suo gruppo “di recupero” Robbie riesce a sottrarre dalla botte quattro bottiglie dell’introvabile whisky, divenendo ricchissimo. Riesce a farsi assumere da una distilleria lontana da Glasgow e parte con la moglie e il figlio verso una nuova vita. Il film ha vinto il Premio della Giuria al Festival di Cannes 2012.

«Jimmy’s Hall – Una storia d’amore e libertà» (2014), il 12 dicembre

Il film nasce dal dramma teatrale di Donal O’Kelly, che mette in scena la deportazione negli Stati Uniti nel 1933 di Jimmy Gralton, esponente del Revolutionary Workers’ Group della Contea di Leitrim, uno dei precursori del Partito Comunista d’Irlanda. Gralton (Barry Ward) torna in Irlanda dopo dieci anni di esilio ritrovando la povertà e lo sfruttamento di quando era partito. Decide di riaprire la stessa sala di comunità che aveva fondato, nella quale si potevano esercitare le arti e apprendere una cultura.

«Sorry We Missed You» (2019) il 19 dicembre

Ricky Turner (Chris Hitchen) vive felicemente con Abbie (Debbie Honeywood) e i due figli a Newcastle. La crisi economica mondiale del 2007 gli fa perdere il lavoro. Venduta l’auto di sua moglie, Ricky compra un furgone per fare il corriere in una grossa ditta di consegne. I ritmi frenetici del lavoro lo distruggono e anche Abbie, assistente domiciliare per anziani e malati, è sempre più in difficoltà. Il figlio grande, Sebastian, soffre per l’assenza dei genitori: comincia a creare problemi e viene fermato dalla polizia per un furto. Abbie cerca di stargli vicino, ma Ricky invece lo picchia provocando una crisi in famiglia. Un giorno Ricky viene pestato e derubato della merce e il capo della ditta in cui lavora pretende che ripaghi tutto. Confuso e amareggiato, Ricky è costretto a lavorare in modo ancora più forsennato, ma ritrova l’affetto della moglie e del figlio, che cercano di impedirgli di ripartire, senza riuscire a fermarlo, mentre si allontana con le lacrime agli occhi, verso un futuro che confina con l’autodistruzione.

UNA PICCOLA NOTA

In “bottega” molto abbiamo scritto sui film di Ken Loach ma vale ricordare anche la sua coerenza di vita; cfr Il regista e il democratico, ovvero: la Classe non è acqua – di Mark Adin

Ricordiamo anche il messaggio – semplice e disperato – di Daniel Blake, oppresso da un sistema che non gli riconosce dignità.

«Io non sono un cliente, un consumatore, né un fruitore di servizi. Non sono un lavativo, un approfittatore, un mendicante, né un ladro. Non sono un numero della previdenza sociale, né una lucetta su uno schermo.

Ho pagato le mie quote, mai un centesimo di meno, e sono fiero di averlo fatto. Non faccio inchini ma guardo il mio vicino negli occhi. Io non accetto o vado in cerca di elemosina.

Il mio nome è Daniel Blake, sono un uomo, non un cane, e come tale chiedo i miei diritti. Io domando di essere da voi trattato con rispetto.

Io, Daniel Blake, sono un cittadino, niente di più e niente di meno».

 

Redazione
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