Kengiro Azuma, felicità d’incontro
di Sandro Sardella
coincidenze che fermentano un condividere .. qualche settimana
fa un amico .. Guido Nicoli, performer poeta appassionato d’arte ..
mi disse di avere una videointervista fatta a Kengiro Azuma .. e che
desiderava mostrarla e .. così nel chiacchierare mi ricordai che
dopo un incontro ad una mostra di Azuma a Borgomanero scrissi
una “nota randagia” .. e l’artista poi mi omaggiò di un prezioso
catalogo accompagnato da una sua lettera con una poesia ….. e ..
poi parlandone con Alberto Casiraghy/Pulcinoelefante si pensò di
fare una sorpresa ad Azuma e così .. ecco un bel librino con poesia
e mio disegno ma .. l’artista non la prese bene “la sorpresa” .. ma
successivamente .. venni a sapere da un comune amico che lo
“sgarro” era sbollito ..
allora .. nello studio dello scultore Giorgio Presta a Varese .. si tenne
la serata dedicata a Kengiro Azuma (1926-2016) .. con proiezione e
lettura .. da parte mia .. di alcune fresche intense poesie dello scultore
giapponese .. ( dagli anni ’60 in Italy .. e visse a Milano .. ) ..
ma .. non è finita la storia .. !!?? .. .. alcuni giorni dopo mi trovavo a
Milano e .. nell’andare a fare una giratina al Cimitero Monumentale
.. all’esterno .. a lato .. una stupenda scultura di Azuma .. ..
l’arte .. la poesia .. il condividere .. sono momenti di fresche frizzanti
acque sorgive .. acque carsiche che tornano in superficie e con ..
felicità d’incontro ci rinfrescano …………………..
*
il suono bianco
silenzio davanti alla scultura
non guardare, ascolta
si sente sottile il suono bianco
che riflette la luce e l’ombra
si vede una forma invisibile
quella è la scultura che
rimane in eterno
*
il suono giallo
silenzio davanti al quadro giallo
la meditazione nel vuoto giallo
si sentirà sottile suono giallo
si sentirà il ritmo che scorre
verso l’infinito
il mondo della musica gialla
senza suono in eterno
*
in un attimo
una goccia d’acqua
nasce in un attimo
svanisce in un attimo
rimane una forma meravigliosa
invisibile
più che guardare
ascoltare il suo suono
che continua terno nel silenzio
*
il valore
non desiderare troppo
non desiderare troppo
voglio dire ancora una volta
non desiderare troppo
se vuoi avere una cosa
guarda il cielo
lì troverai l’invisibile infinito
invisibile mai troppo
invisibile mai troppo
voglio dire ancora una volta
invisibile mai troppo
*
mestiere
non sono filosofo
non sono politico
non sono storico
non sono scienziato
non sono medico
sono solo uno scultore
*
Invisibile
il vento che canta
dove sei
dove sei
sono qua!
risponde
una foglia che cade
Sandro Sardella poeta operaio -categoria letteraria ignota a non pochi critici- rende omaggio all’arte zen di Kengiro Azuma, lo scultore e poeta giapponese che non poco tempo fa scelse di vivere e creare in Italia. Il Giappone non ebbe un altro eroe di guerra, un martire. Meno male! Il mondo ebbe in dono -guadagnandoci- l’arte scultorea di un artista nipponico. E non solo! Dato che Sandro -aneddoti a parte- lo recensisce come poeta, zen.
Si stupisce, il poeta operaio, sia per le sculture create da Azuma -fresche le definisce, acque sorgive e carsiche- e in linea con il naturalismo filosofico dello zen che stimola l’illuminazione, sia per la poesia che coglie l’attimo, il “momento” del fare nella sua massima espressione creativa. Passare dagli orizzonti concentrazionari dei reparti di fabbrica che sposava ribellione e iroia nel tentaivo di approdare ad altro per non restare prono ci vuole disciplina; disciplina artistica p.es. Ma per giungere a cantare e a percepire come dono da condividere l’arte di Kengiro Azuma, Sandro, deve aver maturato anche una buona dose di “scetticismo intelligente”. Ovvero: dubbio, consapevolezza!
Mi sembra quasi di percepire una voce tra Sandro e Kengiro, uno di qua e l’altro di là, che dice:
-Rendi il tuo spirito simile al vento che passa su tutte le cose senza attaccarsi a nessuna di esse-
In conclusione:
Il corpo è l’albero della Bodhi
la mente è come uno specchio splendente
stai attento a tenerlo sempre pulito
per non lasciare che vi si accumuli la polvere
Alla prossima, Michele Licheri.