Kurdistan e Turchia: un convegno internazionale, l’appello…
… della «Rete delle Città in Comune» contro il nuovo golpe di Erdogan e un ricordo (dal 2010) di Antonello Pabis
INTERNATIONAL CONFERENCE
Democratic Confederalism, Municipalism and Global Democracy
4, 5 e 6 ottobre 2019 ROME, ITALY
In questi ultimi mesi ci sono state tante novità. Se da un lato Öcalan è riuscito ad incontrare i suoi avvocati, dall’altro lato hanno appena destituito i sindaci di tre grandi città curde in Turchia. Gli equilibri sono cambiati, nuove alleanze si sono create e dietro gli scenari bellici si nascondono interessi sovranazionali pronti a rideterminare e ridefinire confini e zone di interesse. Sono passati circa 8 anni dall’ avvento delle primavere arabe e dall’ inizio della guerra civile in Siria. Il ritiro della coalizione internazionale e il ricollocamento dei diversi eserciti testimoniano nuove trasformazioni in atto. All’ interno di questo contesto il popolo curdo, in alleanza con altri popoli, sta cercando di costruire una propria alternativa basata su princìpi quali il pluralismo democratico, il reciproco rispetto nella convivenza tra diverse etnie e religioni, l’uguaglianza tra i generi e una economia eco-compatibile col territorio. L’esperienza del Confederalismo Democratico ci mostra come, all’ interno di un conflitto armato, sia possibile dar vita ad un nuovo progetto capace di dare voce e cristallizzare le volontà dei popoli che vivono quel territorio.
Un esperimento di democrazia radicale e diretta che, superando il modello “stato-nazione”, fa emergere in concreto un nuovo vissuto pacifico e armonioso in quelle terre, valido per l’intero Medio Oriente. Tutto ciò, si colloca all’interno di un contesto globale in continuo mutamento.
Se da un lato emergono nuovi sovranismi e sciovinismi che ripropongono l’arretramento di civiltà, dall’altra si vedono avanzare traiettorie capaci di innovare il panorama societario, dal neo-municipalismo europeo fino alle esperienze indigene.
Per questi motivi abbiamo deciso di organizzare una Conferenza che da una critica del presente vede analizzare il paradigma del Confederalimo Democratico per raccontare una nuova prospettiva dalla quale partire per confrontarsi e proporre una alternativa.
Quest’anno – che ricorre il 20° anno dell’arresto di Öcalan – riteniamo importante e fondamentale ritrovarci con tutte e tutti voi, per relazionarsi con le più diverse e recenti esperienze, al fine di connettersi e costruire la possibile ” terza via”.
Per questi motivi, vi invitiamo quindi a prendere parte a queste tre giornate di confronto e discussione.
Vi aspettiamo,
un caloroso saluto
UIKI Onlus
Ufficio d’Informazione del Kurdistan in Italia
Per poter partecipare alla Conferenza bisogna registrarsi al seguente link:
http://www.confederalism.eu/iscrizione
Sito internet della conferenza
In Turchia ennesimo golpe di Erdogan che destituisce sindaci curdi e arresta centinaia di oppositori. La «Rete delle Città in Comune» presenta mozione-tipo per i Consigli comunali per contribuire a fermare questa barbarie
COMUNICATO STAMPA
In Turchia siamo di fronte all’ennesimo golpe di Erdogan e dei suoi sostenitori. Non può che essere così considerato il fatto che il 19 agosto i sindaci curdi HDP delle metropoli curde di Diyarbakir, Mardin e Van, eletti il 31 marzo scorso siano stati destituiti su ordine del Ministero degli Interni turco con accuse false e pretestuose, mentre i rispettivi municipi siano stati circondati dalla polizia e perquisiti.
Ma non è tutto, infatti è stata intrapresa dagli organi di sicurezza una vasta operazione contro l’opposizione curda e di sinistra con l’arresto di oltre 400 attivisti, politici e giornalisti. Pertanto le amministrazioni delle più grandi città curde sono state illegittimamente commissariate e al posto dei sindaci eletti sono stati nominati dal governo amministratori coatti, in parte gli stessi già nominati nel 2016, dei quali i sindaci curdi HDP neo-eletti stavano scoprendo e denunciando ruberie, sprechi e corruzione.
La Rete delle città in Comune si è subito attivata per sollecitare la presentazione di ordini del giorno nelle decine di Comuni ove sono presenti consiglieri che ad essa aderiscono, per far sì che le amministrazioni – e le comunità tutte – si attivino per esprimere al Ministro degli Esteri italiano lo sdegno per quanto accaduto, affinché se ne faccia direttamente latore presso le Autorità diplomatiche turche in Italia e consideri l’opportunità di richiamare quanto prima l’Ambasciatore italiano ad Ankara per consultazioni; per invitare il Ministro stesso ad attivarsi presso tutte le Organizzazioni internazionali di cui si ritiene indispensabile l’immediato coinvolgimento, quali le Nazioni Unite, il Consiglio d’Europa e l’Unione Europea; per esprimere ai Sindaci curdi rimossi la personale vicinanza delle comunità locali italiane, nonché per intraprendere immediatamente l’iter per il gemellaggio delle città italiane coinvolte con quelle curde di Diyarbakir, Mardin e Van.
Con estremo tempismo un ordine del giorno in questa direzione è stato presentato a Firenze dai consiglieri comunali di “Sinistra progetto comune” e altri sono in procinto di essere presentati. La torsione autoritaria in Turchia, paese che richiede l’ingresso fra i membri UE e a cui la stessa UE ha dato miliardi di euro per fermare (a qualunque costo…) i migranti che tentavano di arrivare per quella via in Europa, non può essere tollerata, se in primis la UE e l’Italia si vogliono considerare ancora terre di civiltà. Non far nulla sarebbe (l’ennesimo) evento che dice il contrario.
Dalle città può arrivare (e siamo certi arriverà) un segnale forte e assai diverso.
24 agosto 2019 – Rete delle Città in Comune
UN RICORDO (DEL 2010) DI ANTONELLO PABIS
Oggi, casualmente, ho trovato questo articolo di un’agenzia di stampa kurda. Parla di un evento del 2010 che non scorderò mai, l’arresto di 151 persone, tra sindaci, membri del partito di opposizione, intellettuali e militanti e il successivo processo. L’immagine che segue ricorda quegli avvenimenti.
Partecipai a quel processo e in quanto portavoce della delegazione sardo-italiana fui intervistato. All’esterno del Tribunale un’enorme folla protestava. Ci unimmo a quel popolo, senza esporci troppo ma con determinazione. Il clima era pesante ma la presenza dei tanti osservatori internazionali con giornalisti di mezzo mondo giocava a nostro favore e la nostra compostezza infine sconsigliò attacchi violenti anche contro gli altri altrettanto composti manifestanti. Sono tornato lì con la mente e le emozioni di quei momenti. Ma non totalmente. MI è impedito dal fatto che oggi il clima è lo stesso o peggiorato! Il regime dispotico di Erdogan preme come una bestia assetata di sangue sul popolo kurdo e nega ogni possibilità di soluzione politica. L’opposizione, gli organi di informazione, le Università sono sotto stretto controllo militare e vittime di abusi di ogni genere, compreso l’esercizio della forza militare in deroga alle leggi e alle convenzioni internazionali in tema di democrazia elementare e di diritti umani. https://anfenglishmobile.com/…/italian-delegation-to-be-all…
TRADUZIONE ITALIANA. Domani la delegazione italiana sarà autorizzata in tribunale
ANF DIYARBAKIR Lunedì 18 ottobre 2010, 16:45
La delegazione italiana al processo contro 151 politici e attivisti curdi sarà autorizzata domani alla Corte. Oggi la delegazione è stata piuttosto impegnata all’esterno per l’apertura del processo, che rappresenta un punto di svolta nella questione curda, come è stato sottolineato.
Uno dei membri della delegazione, Antonello Pabis, afferma che la giornata è iniziata alle 8 del mattino, quando la delegazione si è spostata verso la Corte. “La Corte – afferma Pabis – è stata sorvegliata da diversi poliziotti e soldati, tutti con indumenti antiriot. Circa un migliaio di persone stanno già aspettando fuori, e molti hanno cercato di entrare nella Corte ma sono respinti dalla polizia e dall’esercito”.
Gli osservatori italiani saranno ammessi in tribunale domani. “Abbiamo visto gli autobus che trasportavano i prigionieri – afferma Pabis – non possiamo vederli, ma possiamo vedere le loro mani nella V per la vittoria e la resistenza. Ci sono molti politici curdi – continua Pabis – tra cui l’ex deputato europeo Feleknas Uca”. È presente anche l’ex deputato Leyla Zana: arriva in tribunale con il sindaco di Diyarbakir, Osman Baydemir.
Sia all’interno che all’esterno centinaia di persone si stanno radunando. Gli slogan iniziano a essere cantati, e questo, dice Pabis “non è apprezzato dalla polizia. In effetti i poliziotti in completo equipaggiamento antiriot iniziano ad avvicinarsi alla folla e non sembrano avere le migliori intenzioni”. La delegazione decide quindi di entrare tra manifestanti e poliziotti. “Abbiamo uno striscione – afferma Pabis – che dice” libertà per tutti “e lo apriamo ai poliziotti. È iniziata una discussione – aggiunge Pabis – con i poliziotti che ci dicono di tornare indietro. Non lo facciamo, diciamo che siamo lì per fare appello alla pace “. Alla fine è la polizia che torna indietro. È una vittoria a breve termine, perché la polizia chiede nuovamente a tutti di lasciare la strada”. Abbiamo deciso di muoverci – afferma Pabis – ma un’auto arriva a tutta velocità e quasi abbatte alcuni dimostranti. L’auto deve quindi fermarsi al semaforo e una folla di circa cento persone l’ha raggiunta. L’auto finalmente accelera – afferma Pabis – ma non senza danni “.
Domani la delegazione italiana dovrebbe essere ammessa in tribunale.
mentre a Roma si svolge oggi (e si conclude domani) la conferenza internazionale «Democratic Confederalism, Municipalism and Global Democracy» il nuovo numero del settimanale «Left» propone uno speciale Kurdistan: «Report dal Rojava» di Dobbie Bookhin; Giovanni Russo Spena riflette sugli scritti di Ocalan; Sveva Haertter racconta del Centro socioculturale Ararat (al campo Boario di Roma); infine Stefano Bernardi scrive «L’eredità di Gilgamesh e la rivoluzione delle donne». Un gran bello speciale per un’ottima rivista. Compratela o ancor meglio abbonatevi.