Kurdistan irakeno: scenari geopolitici e nostre complicità nella repressione

Riceviamo, da Gulala Salih, attivista kurda per i diritti dei bambini e delle donne, rappresentante dell’associazione Kurdistan save the children in Italia e presidente di UDIK  “Unione Donne Italiane e Kurde”,[i] e due comunicati che pubblichiamo.

Il primo sulle manovre della Turchia di Erdogan nel Kurdistan irakeno;

il secondo un appello per la libertà di Majidi Maysoon.

Scenario di occupazione militare in Kurdistan

Nell’aprile del 2024 Erdogan è volato a Baghdad e poi nella Regione del Kurdistan Iracheno KGR, dopo aver ben pianificato i suoi dannosi progetti, mimetizzati dalla denominazione “Strada per lo sviluppo dell’Iraq”, “Iraq Development Road”. In realtà non si tratta solo di costruire un’autostrada dal sud dall’Iraq fino alla Regione del Kurdistan  meridionale (Basciur); il vero scopo è quello di incentivare la presenza militare e il potere in Iraq, soprattutto a Kirkuk, Musol Ninawa) e nella Regione del Kurdistan iracheno. In  questo modo il regime fascista di Erdogan, che fa riferimento all’impero Ottomano, potrà iniziare la realizzazione del sogno di far rinascere un nuovo Impero Ottomano, seppellito  con Ataturk. In tale accordo Erdogan, con l’Iraq e i suoi alleati, assume l’identità di lupo in veste di pecora: da un lato cura i suoi interessi a Kirkuk e Ninawa, le due citte kurde ricche di giacimenti petroliferi, dall’altro vuole abbattere il modello della regione autonoma del Kurdistan iracheno (indebolendone politica ed economia), e combattere nemici e guerriglieri kurdi del PKK.

Ma perché Erdogan è appoggiato dal partito PDK del Kurdistan iracheno? Il PDK ha sempre offerto aiuti al nemico dei Kurdi Erdogan per puro interesse: la Turchia ha esercitato fin dalla nascita del Kurdistan iracheno un forte potere sul mercato e sull’economia della regione, basata su prodotti alimentari, edilizia, abbigliamento, elettrodomestici, dominando inoltre lo spazio aereo dei due aeroporti internazionali di Erbil e di Sulymenaya, città su cui Erdogan, dopo la chiusura dello spazio aereo, intende riprendere il potere.

Il governo locale, costretto ad allearsi col dittatore per tutelare gli interessi economici della regione, non si occupa della causa kurda in generale e dei cittadini della regione del Kurdistan iracheno, che vivono in situazioni veramente problematiche.

In  tutti questi anni la Turchia, con l’autorizzazione della Nato, ha continuato ad attaccare impunemente i confini e i villaggi kurdi, senza nessuna presa di posizione sia da parte  del governo iracheno che del governo regionale del Kurdistan.

L’accordo “Iraq Development Road” dello scorso aprile sta realizzando le aspettative di dominio del dittatore turco: oltre ai continui bombardamenti dei villaggi kurdi con droni, sono entrati nel territorio del Kurdistan-Basciur (ad Amed e Duhok) migliaia di militari turchi con mezzi pesanti, creando check point, imponendo la collaborazione degli abitanti o allontanandoli dal villaggio.

Erdogan vuole occupare il territorio della regione del Kurdistan iracheno, così come ha  occupato Afryn nel cantone di Kobani (Siria del  nord); il dittatore turco considera un errore l’autonomia del Kurdistan iracheno, e conseguentemente non accetterà mai che questa venga realizzata in Siria, in Iran e in Turchia. Negli ultimi mesi sono stati incendiati a Dhuok, Erbil e Kirkuk i mercati storici, culturali e commerciali delle città; nel mercato di Erbil sono stati bruciati 200 negozi. Dopo alcune indagini, il 01/7/2024 sul canale televisivo Rudaw il portavoce del Ministero dell’Interno dell’Iraq ha affermato, mentendo, che coloro che hanno bruciato i mercati appartengono al PKK e che gli accusati stavano pianificando di bruciare il mercato in altri paesi. Il Comitato per le Relazioni Estere del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (KCK) riguardo agli incendi ha respinto tutte le accuse infondate mosse contro chi lotta per la Libertà del Kurdistan (KFF). Ha inoltre affermato che l’attacco  è stato chiaramente effettuato dall’agenzia di intelligence turca, il MIT, dicendo: “Abbiamo già difeso queste città e dato per loro dei martiri.

Lasciamo queste accuse alla  coscienza del popolo Kurdo e iracheno, che hanno assistito con i propri occhi alla nostra resistenza”.

Riporto le parole del poeta  curdo Halmat Hosciyar, per esprimere lo stato della sua gente, dimenticata dal mondo occidentale:

Una scrittura di disperazione” 

“Quale destino attende la vite del nostro popolo, una nazione in cui gli alfabeti delle

nostre scuole compongono scritti di disperazione. Quale sinfonia pessimista è questa

finché i suoni degli spari sono la ninna nanna dei nostri bambini”.

 

LIBERTA’ PER MAJIDI!

Donna-Vita-Libertà

 

Come associazione che si riconosce nei princìpi costituzionali e quindi nei valori della libertà, dell’uguaglianza, della giustizia, della solidarietà e della pace, e che conseguentemente pone in essere iniziative e progetti di solidarietà a favore delle donne, in particolare delle donne kurde, intendiamo esprimere la massima condanna alla decisione del processo che si è tenuto a Crotone il 24 luglio: i giudici hanno irragionevolmente  rigettato per la terza volta,  la richiesta dell’ avvocato di Majidi Maysoon, attivista kurdo-iraniana, reporter e sceneggiatrice, di revocare la custodia cautelare sostituendola con quella degli arresti domiciliari o di ottenere la liberazione, dopo sei mesi di reclusione.

Giunta dall’Iran con il fratello sulle coste della Calabria a fine 2023 (grazie alla raccolta di contributi e ai prestiti attivati dai parenti), come persona migrante e richiedente asilo, fuggendo da “situazioni di acuta sofferenza” (come lei stessa scrive al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella), è accusata ingiustamente di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Si trova nel carcere di Reggio Calabria, con l’accusa, tanto assurda quanto infamante, di essere addirittura una scafista. “Dopo anni di lotta per i diritti umani e per la libertà delle donne e di tutto il mio popolo in Iran (…) fuggita da un regime oppressivo per cercare protezione, mi trovo ora privata della libertà in un paese che speravo potesse essere il mio rifugio sicuro”. La sua attività in Iran, iniziata molto prima della rivolta conosciuta in occidente dopo l’uccisione di Mahsa Jina Amini, si è espressa attraverso un vivo impegno sociale, culturale e politico, orientata alla difesa dei diritti umani, delle donne, del popolo Kurdo e del Kurdistan, alla promozione della pace e della libertà, lottando contro le ingiustizie e le violenze. Per questo era stata licenziata dall’Università ed era dovuta fuggire dalla sua terra, per non essere uccisa.

Sulla base di alcune dichiarazioni “forse mal interpretate”, si trova in condizioni fisiche molto preoccupanti, specie dopo uno sciopero della fame e, cosa gravissima, dopo il responso negativo dei giudici alla richiesta di liberazione “per pericolo di fuga”.

Diversi Parlamentari (tra cui Laura Boldrini) e molte associazioni, alle quali Udik si unisce convintamente, chiedono che “si ponga fine a questo assurdo caso di alterazione del diritto penale”.

Luigi Manconi ha affermato che ci troviamo di fronte a un’applicazione brutale dell’impegno preso dalla Presidente del Consiglio Meloni quando dichiarò: “Andremo a cercare gli scafisti lungo tutto il globo terracqueo”».

Oggi Maysoon è tre volte vittima: – per essere kurda, perseguitata dal regime occupante del Kurdistan Rojahalt – per essere donna che, come tutte le donne iraniane, vive la crudeltà del regime islamico – per essere vittima dell’ingiustizia che sta subendo in carcere e della decisione del Tribunale italiano.

Il processo dovrebbe concludersi a novembre. L’impegno di Udik continuerà contro questa crudele forma di martirio di tante persone che cercano la libertà!

UDIK, Unione Donne Italiane e Kurde

27/07/2024

Su Gulala Salih

intervista gulala salih

su Maysoon Majidi:

video dell’ultima udienza a Crotone 

Tiziana Barillà su Italiachecambia

Appello amnesty

Biani su Repubblica

In Bottega

attivista curda scambiata per scafista

capitane-le tragiche storie di maysoon majidi e marijan jamail

 

[i] https://udikitalia.wordpress.com/ 

https://www.ksc-kcf.org/

 

Redazione
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