Kyashan, il ragazzo androide
Un altro dei “nizioleti” di Fabrizio Melodia, l’astrofilosofo
L’essere umano imparerà a pensare la natura e i suoi simili diversamente dal dominio e dallo sfruttamento?
Comprenderà la necessità di tuffarsi nell’immenso oceano per ritrovare un’unione profonda e feconda con l’Altro?
Sono le domande poste davanti al “tribunale della ragione” che stentano a trovare una risposta univoca e precisa. Alcune metafore possono fornire chiarimenti, come i fari nelle notti di tempesta per le navi rimaste accidentalmente in alto mare e in balia dei flutti.
L’orizzonte che si presenta è la Terra fra qualche tempo, ormai ridotta allo stremo dallo scarso rispetto ambientale in cui gli esseri umani l’hanno condannata. E’ un pianeta che andrebbe purificato, ha bisogno di boschi verdi e mari puliti ed è per questa ragione che il miglior scienziato giapponese nel campo della robotica, il dottor Azuma, crea androidi specializzati: uno di essi, BK1, viene perfezionato a tal punto da possedere un barlume di autocoscienza.
Quando tutto sembra procedere per il meglio… “in una notte tempestosa” – come da tradizione – un fulmine si abbatte sul laboratorio del dottor Azuma, attivando l’androide BK1 tenuto in stasi in un bozzolo di metallo. Costui prende coscienza e si libera per avviarsi verso il suo creatore. Il dottor Azuma lo fronteggia con la moglie Midori e il figlio Tetsuya ma il robot non sente ragioni: secondo il suo pensiero, l’essere umano ha per troppo tempo tenuto in schiavitù gli androidi ed è giunto il momento della ribellione, i pezzi di metallo prenderanno il sopravvento sugli uomini.
Viene chiamato l’esercito ma l’androide sembra inarrestabile e fa strage di militari per poi barricarsi nel palazzo-laboratorio iniziando a produrre un esercito di suoi simili dalle risorse pressoché infinite.
Ingaggiata una guerra senza quartiere, l’esercito degli androidi guidati da Briking (questo il nome completo del ribelle BK1) sembra non conoscere alcuna debolezza riuscendo a mettere in ginocchio le deboli forze terrestri, le quali non sanno fare altrimenti che incolpare il dottor Azuma.
Tormentato dai sensi di colpa, riflettendo sul fatto che Briking non è una sua creazione ma solo l’effetto di un evento accidentale che lo ha fatto impazzire, Azuma tenta in ogni modo di costruire un diverso androide in difesa dell’umanità. Dopo vari fallimenti, il dottor Azuma giunge alla conclusione che solo l’unione fra il biologico e il meccanico può essere la soluzione definitiva al problema.
Nel frattempo l’androide “impazzito”, avendo intuito i piani del dottore invia i suoi robot a prelevarlo insieme alla sua famiglia, in modo da costringerlo a lavorare per migliorare il suo esercito di ribelli.
Pochi minuti prima di essere catturato insieme alla moglie, il professor Azuma riuscirà nel suo intento grazie al coraggio del figlio Tetsuya, il quale spontaneamente si sottopone al rischioso intervento, non reversibile, trasformandosi in un super androide: viene alla luce Kyashan, il quale insieme al cane robotico e “muta forma” Flender, ha immediatamente il suo battesimo del fuoco in una dura e aspra lotta con i robot di Briking.
Nonostante il suo coraggio e la sua innegabile potenza, non riesce a evitare che i suoi genitori vengano fatti prigionieri. Inizia così il lungo vagabondare di questo “triste e solitario” eroe, odiato dagli androidi e rifiutato dagli stessi umani che vorrebbe proteggere.
Kyashan gira di città in città allo scopo di raggiungere il cuore stesso dell’esercito degli androidi per distruggere il quartier generale e Briking stesso: vince parecchie battaglie ma le peggiori sono quelle che ingaggerà contro l’ottusità della gente che lo vede con sospetto, una paura che sfocia in odio quando vengono a conoscenza della sua reale natura.
A lotte cruente – in cui Kyashan riesce ad avere la meglio anche se l’esercito robotico è soverchiante – si susseguono così momenti tristi e introspettivi in cui il ragazzo si domanda se davvero abbia fatto bene a sacrificare la propria umanità per proteggere una razza che, in fin dei conti è vile e meschina, capace persino di combattersi l’uno contro l’altro piuttosto che cercare di organizzarsi e fomentare una rivolta contro le tremende e umilianti condizioni cui i superstiti vengono costretti dagli androidi.
Dal canto loro questi nuovi esseri meccanici portano avanti il progetto di fondare una nuova società e di migliorare le condizioni di vita sul pianeta, scalzando l’uomo dal suo dominio e sostituendosi completamente a lui. Ritengono se stessi qualitativamente migliori di quella razza vigliacca, che negli anni ha saputo solamente distruggere il proprio habitat naturale, ingaggiando sanguinose e stupide guerre fratricide in nome del profitto.
A questo scopo gli androidi fondano un sistema di governo basato sull’efficienza e la centralizzazione del potere, il quale viene mantenuto senza difficoltà in quanto i robot sono organizzati secondo ruoli ben precisi e con compiti divisi equamente.
In questa cornice inquietante, il “rinnegato” Kyashan combatterà contro i pregiudizi della gente, dimostrandosi molto più compassionevole e gentile di quanto possano esserlo coloro che tanto lo disprezzano. Troverà conforto nella compagnia di Flender e nell’amore corrisposto di Luna, la fidanzata che aveva prima di essere trasformato, la quale grazie a un’arma a raggi creata dal padre, lo accompagnerà per tutto il suo viaggio, vivendo con lui gioie e dolori, riuscendo a superare le difficoltà di amare un uomo in un corpo robotico. Kyashan infatti non può più provare emozioni.
La madre è riuscita a fuggire grazie all’aiuto del marito, il quale ha trasferito la sua essenza dentro un cigno meccanico di nome Swanee, fedele compagno di Briking. Però nottetempo fornirà a Kyashan preziose informazioni per raggiungere i suoi scopi.
Il ragazzo riuscirà a liberare il padre e insieme scopriranno il sistema di porre fine alla sanguinosa guerra: grazie all’influsso delle onde elettromagnetiche portate dalla cometa di Halley, il dottor Azuma costruirà un grosso ripetitore con il quale le convoglierà contro gli androidi, facendo in modo che queste potenti radiazioni distruggano i loro circuiti elettronici. Riuscirà a trasmettere istruzioni sul modo di costruire questi ripetitori a buona parte degli scienziati del mondo: i robot vengono colpiti ma… alla fine Kyashan dovrà affrontare corpo a corpo Briking.
Per sconfiggere l’androide, Kyashan usa tutte le sue energie rimanendo in uno stato comatoso fino al sopraggiungere dei soccorsi. La Terra è salva, il dottore riattiva i robot, ora tornati docili e mansueti e li riporta al loro scopo originario. Essi vengono impiegati anche per ricostruire le città distrutte. L’unica incognita è il destino di Kyashan, che non potrà più tornare umano e dovrà imparare a integrarsi sfidando ancora la cattiveria e i pregiudizi.
Non ci è dato sapere se riuscirà nel suo intento, poiché l’epica serie «Kyashan il ragazzo androide» – anime televisivo di 35 episodi creato nel 1973 da Tatsuo Yoshida con la casa d’animazione Tasunoko – si conclude con questo interrogativo. E’ lecito supporre che il giovane non avrà vita facile, soprattutto se si prende in considerazione che è praticamente immortale.
L’incontro fra il biologico e il meccanico scatena la nascita dell’oltreuomo: ne scaturisce la figura di un rinnegato solitario e infelice, il quale trova conforto solo in coloro i quali riescono ad andare oltre il metallo per ritrovare l’essenza più profonda del ragazzo.
Molti indizi portano a pensare che la vita con gli umani, per chi ha raggiunto la condizione di cyborg, sia molto difficile: si pensi che Kyashan, per conquistarsi la fiducia degli altri, deve nutrirsi mangiando una mela o fingendo di dormire. Tra i ribelli umani il ragazzo “super androide” è visto con sospetto poiché potrebbe essere una spia al servizio di Briking o peggio ancora un killer.
Dall’altra parte della barricata, gli androidi lo odiano per i morti che semina, lo ritengono un umano molto potente ai limiti della leggenda ma quando riescono a catturarlo, constatando in questo modo che è un loro simile, lo scherniscono e lo insultano, con Briking che si lancia in una tremenda filippica sul dovere dell’aiuto reciproco da parte dei fratelli consanguinei e sull’importanza di punire i traditori.
Da qualsiasi parte lo si guardi, Kyashan è solo contro tutto e tutti.
E’ una figura palesemente simile a certi “meticci” o precursori non compresi e forse anche al Cristo tramandatoci dai Vangeli ma in versione più battagliera e meno misticheggiante: un Gesù dolente eppur feroce, mosso da ideali quali l’amore, l’aiuto reciproco, il rispetto della vita e della libertà.
Proprio come Cristo, il protagonista ama di un amore sincero e senza molte manifestazioni plateali: non può più versare lacrime, anche se a volte, in momenti di particolare intensità, questi rimasugli d’umanità riaffiorano.
«Sono venuto a portare il fuoco sulla terra e cosa voglio se non che divampi?» recita il sibillino versetto del Vangelo (Luca – 12,49): in modo simile Kyashan è venuto a portare la fiamma della libertà, della dignità e della vita ma gli esseri umani la rinnegano preferendo le loro piccole lotte piuttosto che unirsi e fronteggiare l’avversario comune.
«Gli uomini preferirono le tenebre alla luce» recita ancora il Vangelo (Giovanni – 3,19): non è un bell’affresco quello che ci restituisce la fauna umana, qui analizzata con un’attenzione quasi entomologica nelle debolezze e nella meschinità ma anche nelle manifestazioni di coraggio e nello spirito di sacrificio altruistico.
E’ la libertà di scegliere: se essere schiavizzati senza dignità o riprendere in mano il proprio destino a prezzo di enormi travagli ciò che Kyashan è venuto a portare. Ma gli esseri umani sono troppo chiusi nelle loro debolezze per ascoltarlo e solo pochi sapranno cogliere il messaggio dell’androide e accompagnarlo sulla strada della rivoluzione.
«Se il seme cade a terra e non muore, esso rimane infecondo. Ma se muore darà molto frutto» (Giovanni 12,24). Ed ecco Kyashan che ha scelto di morire come umano e rinascere come spirito protettore, come salvatore del mondo che assume sulle proprie spalle il peso della battaglia quotidiana contro le tenebre.
A volte il ragazzo dal nuovo corpo si ritrova gettato in prigioni profonde, visitato dal suo nemico di sempre, che ingaggia con lui uno scontro dialettico riguardo alle ragioni che lo spingono a combattere. Come non ricordare il brano cardine del romanzo «I fratelli Karamazov» di Dostoevskij con la parabola del Grande Inquisitore. Costui, un sacerdote vecchio e inquietante, interroga un Cristo muto gettato nelle segrete dai suoi stessi adoratori, riguardo al motivo per il quale è ritornato sulla Terra, quando ormai per gli uomini la sua parola non ha più alcun significato in quanto i sommi sacerdoti governano il mondo al posto del popolo: essi hanno relegato a loro tutta la responsabilità e la libertà considerate pesi troppo grandi da sopportare.
«Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi» (Giovanni – 15,16) risuonano ancora le parole della buona novella: Kyashan difende le vette più alte dell’essere umano, c’è sempre qualcuno per cui valga la pena lottare, forse proprio il sogno di un mondo migliore.
Briking assume una valenza statuaria di tutto rispetto nel panorama dell’archetipo robotico, novello rivoluzionario di tutti i lavoratori sfruttati e umiliati nel profondo dai padroni; diventa sommo vendicatore della razza robotica, ripagando gli esseri umani – corrotti, aggressivi e pericolosi per se stessi e per l’ambiente – con la loro stessa moneta.
La terapia di Briking contro il «cancro umano» viene attuata con grande efficienza e precisione: la sua società perfetta prende piede velocemente ed egli si compiace della sua venuta al mondo, fustigatore della corruzione umana e purificatore della Madre Terra. E’ da notare la somiglianza che il dittatore Briking ha – a livello di grafica – con Benito Mussolini, quasi a rimarcare un trapasso e un ritorno a scheletri mai del tutto rimossi: l’inconscio ritorna prepotentemente ad abbattersi sull’uomo e sulla sua stoltezza.
L’unico rimedio all’essere umano debole è uno Stato totalitario? La tecnologia, priva di vera scienza e di coscienza, sembra l’ennesima nemesi che si abbatte contro coloro che antepongono il dominio, la violenza e il profitto come valori assoluti. L’essere umano non impara dai propri errori: lo prova il fatto che alla fine riutilizza gli stessi robot per i propri scopi, senza considerarli in modo paritario. E’ la fine che avrebbe fatto l’androide Data (confronta quanto scritto 7 giorni fa) assieme agli altri suoi simili senza la lotta per i diritti civili.
Kyashan sembra il rimedio a queste colpe terribili. Scalza completamente l’etica paterna per assumere sulle proprie spalle la contraddizione di unire il meccanico al biologico, diventando il luogo dell’ibridazione, della contraddizione vivente. Si fa forza di quest’ultima per diventare libero di scegliere la propria via senza arrendersi allo stato delle cose.
Il fatto che questo ragazzo “meticcio” tragga il proprio nutrimento vitale dall’energia solare rimanda alla voglia esemplare di cambiare quella dittatura energetica che oggi ci opprime, cioè lo sfruttamento intensivo, insensato e senza norme di sicurezza delle fonti vitali terrestri. Kyashan invece trae linfa vitale da un’energia pulita, rinnovabile e a disposizione di tutti, una svolta storica fondamentale.
Il ragazzo “di tipo nuovo” si eleva a simbolo della lotta continua: la realtà prende corpo come in uno specchio invertito, l’illusione va in frantumi e dietro l’automa appare ancora una volta l’umano.
Molti umani sembrano odiare inconsciamente il proprio corpo, la propria anima, il proprio credo: hanno introiettato l’ombra dello Stato totalitario, della dittatura, dell’organizzazione ossessiva della vita, dell’annullamento dell’individualità a favore della produzione, della merce al posto del cervello.
In questa pelle umana rinnegata, quasi il ripetersi ossessivo di un macabro rito, vengono innestati a caldo pezzi di metallo di ogni genere: il prodotto di consumo delle discariche è la reale pelle umana.
Questa è la causa dell’odio di Briking menre Kyashan riporta la speranza. Ma il finale della storia è una sconfitta per l’umanità .. tranne che per Kyashan.
La salvezza viene dalle stelle? Così suggerisce la cometa di Halley che qui giunge all’animo umano quando ha il coraggio di alzare lo sguardo dalle ombre e incamminarsi verso luoghi dove nessuno è mai giunto.
Il viaggio che i protagonisti di queste allegorie compiono è la strada principale per giungere alla realtà dietro il velo che gli esseri umani hanno chiamato mondo, per riportare in vita il senso del dialogare per conoscere, per arrivare alla vera natura dei “sistemi viventi”.
Nella drammatica discesa nel maelstrom infernale, le persone si trovano e si perdono, si parlano e rimangono in silenzio, stabiliscono relazioni, assaporano il gusto del vagabondare e di perdersi anche nei meandri delle giungle di metallo per ritrovare l’essenza stessa della propria umanità. L’impresa non è facile ma ….