La buona accoglienza cos’è, dov’è?

Riflessioni di Angelo Maddalena, dopo un incontro a Ventimiglia

Da Ventimiglia in poi… Un po’ ce la raccontiamo, un po’ eravamo pochini, un po’ le parole (buona accoglienza, buona scuola ecc) non bastano.

L’incontro dell’8 aprile nella palestra di Roverino a Ventimiglia è stato un incontro quasi intimo: eravamo in pochi, soprattutto i locali, visto che almeno una decina erano i relatori venuti da fuori: Mantova, Torino, Modena, Vallecrosia (assessore ai servizi sociali), Camporosso (il sindaco) e quelli del gruppo resistente Roya Citoyenne venuti dalla Val Roya.

Bello essere in pochi, ascoltare i vari racconti, per esempio quello della Caritas di Ventimiglia con Cristian Papini: interessante il suo dire «non basta la Caritas, non possiamo coprire il vuoto dello Stato», riferendosi soprattutto alla davvero eroica esperienza della parrocchia delle Gianchette di Don Rito; eravamo a due passi ma non c’erano né Don Rito né un solo volontario legato a quell’esperienza!

L’apertura è affidata a Gianni Cappelletti, neo presidente del circolo Arci “Al Confine” costituitosi quasi per l’occorrenza, tanto che qualche maligno ha detto che è un circolo Arci “fatto da Ioculano su misura”. Dopo l’apertura di Cappelletti, socio e lavoratore della Cooperativa SPES, tocca al sindaco Enrico Ioculano fare le presentazioni. Cappelletti, fra le altre cose, aveva detto che i monegaschi hanno finanziato il porto di Ventimiglia; non ricordo a che proposito lo abbia detto ma è importante come dato. Ioculano deve constatare che sono assenti i comitati del quartiere Roverino, contrari all’apertura del Centro di Accoglienza del Parco Roya e che fanno pressione per far chiudere le Gianchette. Piccoli e grandi assenti ce ne sono molti, fra gli altri i noborders, protagonisti negli ultimi due anni di una solidarietà spesso criminalizzata (molti di loro hanno il foglio di via da Ventimiglia). E arriviamo al dunque: l’ordinanza del sindaco Ioculano che recentemente ha colpito quelli di Roya Citoyen e una di loro chiede espressamente al sindaco, prima che lui lasci il microfono per andare via, se un’associazione francese può partecipare al tavolo delle associazioni che collaborerà con il sindaco da ora in poi per la gestione dei migranti. E’ questo lo scopo dell’incontro: annunciare una collaborazione fra l’Arci (neonato ad hoc?) e altre associazioni, magari Roya Citoyoen, vista la multa e la “criminalizzazione” di alcuni volontari dell’associazione francese del 20 marzo scorso. Il sindaco si dice disponibile a rivedere l’ordinanza «solo se cambia il contesto» e cioè: se si stabilisce un luogo della città dove un’associazione, come Roya Citoyenne – che lo fa da anni in modo autogestito – può portare cibo ai migranti che non riescono ad accedere al Centro di accoglienza di Parco Roya dove da qualche mese è imposto di farsi identificare a chi vuole entrare anche solo per mangiare, cosa che ostacolerebbe il proseguimento verso la Francia dei migranti (perché in base all’accordo di Dublino se ti fai identificare in Italia, poi quando vai in Francia o altrove ti rispediscono in Italia “legalmente”).

Interessanti gli interventi dell’associazione Mamre e della fondazione Migrantes di Torino (Sergio Durando) come quelli di Mantova, Milano, Modena. Il contesto nazionale che fa da sfondo è il Decreto Minniti nel quale, fra le altre cose, si stabilisce una distinzione tra migranti “economici” (provenienti da Paesi dove non ci sono guerre e conflitti pericolosi) e migranti politici cioè provenienti da Paesi come la Siria, la Somalia e altri dove si combatte. E’ lo spostamento “verso Salvini” o comunque verso la destra che Gentiloni sta applicando attraverso Minniti. Per quanto riguarda l’ordinanza di Ioculano, ancora non si capisce come un sindaco possa dall’agosto 2016 colpire la solidarietà e criminalizzare chi dà da mangiare ai migranti, «perché potrebbe dare cibo avariato» (motivazione igienico sanitaria sostenuta dal sindaco). Qualcuno dice che il Ioculano è stato costretto dalla Prefettura, qualche altro lo considera “ostaggio” dei comitati di quartiere e dei commercianti ma, come abbiamo visto, i comitati di quartiere sono assenti, i commercianti pure (almeno sabato all’assemblea cittadina). Sembra una farsa o una tragicommedia. Il vicesindaco, la giovane Silvia Sciandra, ha parlato di città della Spagna (Barcellona, Madrid, Siviglia) che vorrebbero ospitare i migranti ma il governo nazionale spagnolo non lo permette, come succede in Portogallo. La beffa arriva quando Sciandra parla di una regione dell’Argentina: ha fatto sapere al Comune di Ventimiglia che sarebbe disponibile a ospitare migranti. Per la serie: da migranti a pacchetti postali da spedire da un continente all’altro! Sembrano uscite o “imput” (come dice la Sciandra) pour escamoter le probleme, come si dice in Francia, cioè per stornare l’attenzione da questioni più scottanti: come l’ordinanza del sindaco Ioculano, accusata di essere “incostituzionale” (anche da Livio Pepino sul quotidiano «il manifesto»). Sembra che Rifondazione Comunista prepari una denuncia alla Corte Europea per i diritti umani e un volantinaggio per venerdì. Si prepara anche – secondo voci di corridoio – un corteo a Ventimiglia con don Ciotti, Moni Ovadia e altri per chiedere l’abrogazione dell’ordinanza di Ioculano e del decreto Minniti. Intanto anche SI (Sinistra Italiana) di Ventimiglia ha chiesto di abrogare l’ordinanza.

Alcune riflessioni: eravamo meno di 100 all’inizio, alla fine meno di 50. Come mai il vicesindaco Sciandra parla di Spagna, Portogallo e Argentina ma evita di parlare della Francia che qui alla frontiera impone la sua politica di chiusura ermetica delle frontiere contribuendo a provocare indirettamente, fra le altre cose, la tragedia di persone schiacciate o investite nel tentativo di oltrepassare la frontiera disperatamente, anche per via dei controlli paranoici e spietati della polizia francese? Un’assemblea del genere dovrebbe svolgersi almeno una volta al mese ed essere allargata e aperta; fatta così può dare l’impressione soprattutto di … escamoter les problemes. E’ interessante la raccolta di firme che Enzo Barnabà ha proposto per chiedere la liberazione di tre persone sotto processo per aver dato un passaggio oltre frontiera. La più recente vicenda è quella di Francesca, una ragazza di Cuneo: il processo è iniziato a Nizza il 4 aprile scorso e la Corte ha chiesto 8 mesi di carcere e due anni di interdizione dal suolo francese. All’assemblea doveva esserci anche Cédric Herrou, recentemente multato e sanzionato pesantemente per i suoi accompagnamenti di migranti oltre frontiera; un’ altra assenza importante.

Angelo Maddalena, 11 aprile 2017, Dolceacqua

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