La buona morte
Riflessioni, giudizi, esperienze intorno alle tematiche dell’eutanasia attiva e passiva e del testamento biologico
di Bim (Biblioteca comunale di Imola)
La buona morte
Riflessioni, giudizi, esperienze intorno alle tematiche dell’eutanasia attiva e passiva e del testamento biologico
ottobre 2014
Negli ultimi anni si è notevolmente ampliato il dibattito che verte sui temi del testamento biologico, dell’etica della vita, della “morte giusta”. A tal fine la Biblioteca comunale di Imola pone a disposizione il suo patrimonio, librario e video, per affrontare o approfondire gli argomenti partendo da diversi punti di vista: storico, politico, filosofico e religioso.
Il termine “eutanasia” fu introdotto nelle lingue moderne occidentali dal filosofo inglese Francis Bacon nel saggio “Progresso della conoscenza” del 1605. In questo testo, Bacon invitava i medici a non abbandonare i malati inguaribili, e ad aiutarli a soffrire il meno possibile, non vi era però, nell’idea di Bacon, il concetto esplicito di “dare la morte”. Al termine “eutanasia” Bacon attribuiva solo il significato etimologico di “buona morte” (morte non dolorosa); lo scopo del medico doveva essere quello di far sì che la morte (comunque sopraggiunta in modo “naturale”) non fosse dolorosa.
Il termine iniziò ad avere corso comune a partire dalla fine del XIX secolo, a indicare un intervento medico tendente a porre fine alle sofferenze di una persona malata. In tale periodo emerse esplicitamente il concetto di “uccisione per pietà” come pratica non riprovevole in linea di principio. Il primo paese ad aver legalizzato l’eutanasia attiva volontaria è stato l’Olanda nel 2001, seguito dal Belgio nel 2002. In Svizzera è ammesso il suicidio assistito. In Italia le norme penali configura l’eutanasia attiva tra i reati di omicidio. I tribunali italiani, chiamati in causa da diversi parenti di malati, si sono finora rifiutati di pronunciarsi in materia, rimandando al legislatore il compito di legiferare su questa delicata questione. Per quel che riguarda la Chiesa cattolica, il Concilio Vaticano II ha annoverato l’eutanasia attiva e passiva tra “i delitti che guastano la civiltà umana e ledono grandemente l’onore del Creatore”; la condanna è stata ribadita anche nell’enciclica di Giovanni Paolo II, “Evangelium vitae” (1995) ), e nel nuovo catechismo che definisce l’eutanasia attiva e passiva “moralmente inaccettabile”. Contrario all’eutanasia si è dichiarato anche il Consiglio d’Europa, che nel 1999 si è pronunciato a favore del mantenimento del divieto assoluto di porre intenzionalmente fine alla vita dei malati terminali. (Tratto dal sito: http://www.sapere.it)
Il percorso di lettura che segue pur non essendo esaustivo presenta letteratura, saggistica e film posseduti della Biblioteca comunale di Imola e disponibili al prestito esterno.
Letteratura
} | Mauro Covacich, A nome tuo, Torino, Einaudi, 2011
Un romanzo a due storie nel quale l’io narrante è l’autore e Angela, una ragazza di colore, è il legame tra queste due. Il tema affrontato è l’eutanasia. La ragazza che vive in una villetta sul litorale di Roma e che si finge dottoranda all’Università di Torino, è in realtà una persona che acquista una sostanza velenosa per uso veterinario in Messico, con la quale procura morte indolore a quanti, malati terminali, la pagano per accelerarla. I clienti le vengono procurati da un amico medico. Questa terribile routine s’interrompe quando uno dei clienti, un settantenne ingegnere milanese perfettamente sano, le chiede di morire. Tutte le certezze di Angela sembrano sgretolarsi. (Sololibri) |
|
} | Angela Del Fabbro, Vi perdono, Torino, Einaudi, 2009
Sul romanzo precedente “A nome tuo” c’è qualcosa da aggiungere. Nel 2009 Einaudi Stile Libero pubblica “Vi perdono” il libro shock dell’esordiente Angela Del Fabbro, dietro la quale, dichiara la nota biografica, si cela un nome che si preferisce non rivelare. Da subito, l’ipotesi più accreditata è che il libro sia autobiografico, e che lo pseudonimo serva a proteggere la protagonista di una storia simile a quella raccontata nel romanzo: un angelo della morte, una donna che aiuta i moribondi a porre fine alla propria agonia. Eppure l’indizio c’era, sotto gli occhi di tutti, proprio in quel nome: Del Fabbro è la traduzione italiana del cognome croato Covacich e “Vi perdono” è la stessa storia di Angela raccontata col nome di Miele. (Einaudi) |
|
} | Catherine Dunne, Tutto per amore, Parma, Guanda, 2011
“Giulia è scomparsa”. Inspiegabilmente la protagonista, medico in pensione, mamma della problematica Melissa e nonna di due adorabili nipotini, donna ancora giovane e piena di interessi, scompare da casa. Il compagno di lei, ormai pronto a chiederle di sposarlo, si attiva per ritrovarla. Ecco pertanto William muoversi alla ricerca delle amiche della sua compagna, tante donne, compagne di università o conoscenti in senso lato, che da Dublino lo conducono a Greenwich prima, addirittura in India sul finire del libro. Il tema del libro non è però soltanto l’amore: è giusto sottolineare che molto spazio è dedicato al tema dell’eutanasia o perlomeno dell’accanimento terapeutico, tema delicato che deve ancora essere valutato in tutti i paesi del mondo con le dovute attenzioni. (Sololibri) |
|
} | Henrik Ibsen, Spettri: un dramma familiare in tre atti, Milano, BUR, 2008
Dramma appartenente alla cosiddetta fase moderna della drammaturgia ibseniana, “Spettri” e’ diviso in tre atti e risale all’anno 1881. Elena Halving, la protagonista, fa costruire un asilo in memoria del marito. Arriva così il giorno della sua inaugurazione, alla quale devono intervenire Osvaldo, suo figlio, proveniente da Parigi, e Manders, pastore protestante, legato affettivamente alla donna. Purtroppo però Osvaldo è malato e, cosa ancor peggiore, la malattia è stata ereditata con ogni probabilità dal padre. Osvaldo ama Regina e spera che questo amore sia in grado di salvarlo o almeno di redimerlo. Ma Elena gli rivela che è di fatto sua sorella. Disperato e minato dalla malattia, Osvaldo ottiene dalla madre la promessa della liberazione dalla sua sofferenza: una sorta di eutanasia… (Sololibri) |
|
} | Ray Kluun, Love life, Roma, Fazi, 2007
Carmen e Stijn sono una coppia felice. Giovani, belli, di successo e pieni di amici, hanno appena avuto una bellissima bambina, Luna. Un giorno, come un sasso dal cielo, arriva la malattia di Carmen che stravolgere le loro vite e li strappa da una consuetudine fatta di feste, viaggi e locali alla moda. Catapultati in un calvario di terapie e operazioni si ritrovano a combattere con un male che non lascia scampo, tra difficoltà mediche e burocratiche, corsie di ospedali e specialisti in oncologia. Mentre la bella e ottimista Carmen si sottopone alla chemioterapia, Stijn cerca di fuggire da quella situazione ma riesce ugualmente a sostenere Carmen nella sua decisione di porre fine alla sua vita con dignità. |
|
} | Herman Koch, Villetta con piscina, Vicenza, Neri Pozza, 2011
Dopo il funerale di Ralph Meier, famosa star televisiva, Judith, sua moglie fa irruzione nello studio del dottor Marc Schlosser, accusandolo di omicidio. Un anno e mezzo prima Ralph si era recato da lui, ancora inconsapevole di essere profondamente malato ma Marc lo aveva capito subito e aveva capito anche che occorreva un intervento di terapie e cure drastiche. Eppure aveva tranquillizzato l’attore, dicendogli che non c’era nulla di serio di cui preoccuparsi. E un anno e mezzo dopo Meier, il viso magro al posto di quello pienotto di un tempo, aveva ingoiato un bicchierino letale per non lasciare alla malattia il gusto di portarselo via. Omicidio premeditato? Crudele assassinio? Ora la commissione disciplinare medica dovrà esaminare tutto questo… (Neri Pozza) |
|
} | Marc Levy, Se solo fosse vero, Milano, Corbaccio, 2000
E’ la storia di Arthur, un giovane architetto che appena trasferitosi nella sua nuova casa fa il più incredibile degli incontri: quello con l’anima di Lauren, la precedente inquilina. Un’anima piuttosto particolare, visto che Arthur, e solo lui, la vede, la sente e può toccarla. In realtà Lauren è in coma, e il suo corpo giace in un letto d’ospedale. Neppure lei si spiega come mai Arthur possa percepirla come se fosse normalmente in vita ma ne è felice. Dopo il primo spavento e l’incredulità, Arthur si fa coinvolgere e si mette in moto per aiutare Lauren a farla uscire dal coma. Ma una sera, rientrando, la trova Lauren di cattivo umore: è stata in ospedale e ha assistito ai tentativi dei medici, infine riusciti, di convincere sua madre a interrompere le cure che la tengono in vita… (Sololibri) |
|
} | Michela Murgia, Accabadora, Torino, Einaudi, 2009
Romanzo vincitore del Premio Campiello 2010 in sardo significa colei che finisce e agli occhi della comunità il suo non è il gesto di un’assassina ma quello amorevole e pietoso di chi aiuta il destino a compiersi. È lei l’ultima madre. Narrando la storia di Tzia Bonaria, la vecchia sarta che conosce sortilegi e fatture e sa dare una morte pietosa, e Maria, la bambina che Tzia Bonaria ha preso con sé per crescerla come una figlia, Michela Murgia affronta un tema complesso. E trova le parole per interrogare il nostro mondo mentre racconta la Sardegna degli anni Cinquanta, un mondo antico sull’orlo del precipizio con le sue regole e i suoi divieti, una lingua atavica e taciti patti condivisi. (Einaudi) |
|
} | Michael Ondaatje, Il paziente inglese, Milano, Garzanti, 1993
Sul finire del secondo conflitto mondiale, tre uomini e una donna si rifugiano in una villa semi devastata sulle colline di Firenze. In una stanza del piano superiore giace, gravemente ustionato, il misterioso «paziente inglese», premurosamente accudito dall’infermiera Hana,. Allucinato dalla morfina racconta alla giovane donna il suo amore travolgente per Katharine, moglie di un esploratore, che si conclude tragicamente nel deserto e le sue scoperte archeo-geologiche nel Sahara, al servizio della Royal Geographic Society…. Riassume passo dopo passo la sua vita, di tutto è stata resa giustizia. Non gli resta altro da dire… se non di finire la sua vita con l’aiuto di Hana… (salute.aduc.it) |
|
} | Valeria Parrella, Antigone, Torino, Einaudi, 2012
L’“Antigone”, il nuovo libro di Valeria Parrella, sveglia il cervello, rischiara i pensieri, dona forza e senso di fierezza. Anche se questa Antigone dei giorni nostri non deve fronteggiare un tiranno per dare degna sepoltura al fratello Polinice (così come accadeva nella tragedia sofoclea), allo stesso modo, però, si ritrova a combattere per essere ascoltata, per ottenere un diritto altrettanto discusso e altrettanto difficile da legittimare: il diritto all’eutanasia. Tra le pagine del testo teatrale della giovane scrittrice napoletana, sono affrontati in modo deciso temi complessi e soprattutto molto attuali come il libero arbitrio, la difficoltà dei rapporti intergenerazionali, l’eutanasia come suicidio, atto cosciente e libero, in una commistione tra testo classico e narrazione contemporanea. (Sololibri) |
|
} | Jodi Picoult, La custode di mia sorella, Milano, Corbaccio, 2005
Anna non è malata ma è come se lo fosse. A tredici anni è già stata sottoposta a numerosi interventi chirurgici, trasfusioni e iniezioni in modo che la sorella maggiore Kate possa combattere la leucemia che l’ha colpita in tenera età. Anna è stata concepita con le caratteristiche genetiche per poter essere donatore di midollo per sua sorella, ruolo che non ha mai messo in discussione ma perché nessuno le chiede mai il suo parere? Anna prende una decisione per molti impensabile e che sconvolgerà la vita di tutti i suoi cari: fa causa alla sua famiglia. Si arriva al processo e Anna confessa che è stata Kate a dirle di non donare il rene. La madre, commossa e stremata, si arrende: abbraccia sua figlia e le rimane accanto in quelli che saranno gli ultimi istanti della sua vita. (Ibs) |
|
} | Anna Quindlen, Una figlia esemplare, Milano, Rizzoli, 1995
Una donna è in carcere accusata di eutanasia. Il pubblico ministero sostiene che Ellen Gulden, 24 anni, promettente giornalista, ha ucciso la madre Kate, malata di tumore, con un overdose di morfina. Ellen nega, e ripensa al tempo accanto alla madre ammalata, mentre le sofferenze aumentano fino a rendere il dolore insopportabile. Ripensa ai complessi legami familiari dei suoi genitori e ai misteri celati nel cuore della madre, persona che credeva di conoscere bene. Ripensa che la madre non poteva andare avanti così… |
|
} | Elisabetta Rasy, L’estranea, Milano, Rizzoli, 2007
Libro quasi autobiografico che descrive l’intenso rapporto fra una madre e una figlia nel periodo di malattia della madre che in breve tempo la porterà alla morte. Un cammino di sofferenza affrontano insieme. Quando l’anziana ma vitale madre si ammala, la figlia si trova davanti a una realtà sconosciuta che si rivela sempre più difficile: la solitudine, la sofferenza e lo smarrimento della malata ma anche l’inospitalità della medicina, le contraddizioni dei medici e la loro incapacità di considerare una persona ferita nel corpo e vicina alla morte un essere umano a tutti gli effetti, un soggetto e non un oggetto. (Ibs) |
|
} | Ramón Sampedro, Mare dentro, lettere dall’inferno, Milano, Oscar Mondadori, 2006 8804548827Nel 1968, dopo essersi fratturato la settima vertebra cervicale in seguito ad un tuffo, Sampedro è rimasto totalmente paralizzato. Come lui stesso si definisce “da quel giorno sono una testa viva e un corpo morto”. Ed è così che inizia a scrivere le “Lettere dall’inferno” cercando, mediante l’approfondimento di nobili sentimenti come l’amore, la vita e la morte, di spiegare, a chi si ostinava a ostacolare la sua “buona morte” o a chi pretende di giudicarlo o di dargli semplicemente consigli, che in realtà fosse un diritto intrinseco all’umana libertà scegliere di morire. Nel 1998 giunge la tanto agognata “buona morte” e nella sua ultima, straziante e bellissima lettera riportata alla fine del libro ne è testimoniata la modalità. In allegato al libro si trova il dvd dell’omonimo film, uscito nel 2004 e diretto da Alejandro Amenabar. (Sololibri) |
|
} | Pablo Simonetti, A giochi fatti, Milano, Corbaccio, 2007
A 77 anni, una donna scopre di essere gravemente malata di cancro e, cogliendo tutti di sorpresa, decide di non curarsi, di non volersi sottoporre a trattamenti che ritarderebbero solamente un momento inevitabile. Vuole, invece, dedicarsi completamente a ripercorrere il cammino della sua vita, in particolare il suo rapporto con i quattro figli. Allora si mette a scrivere un diario per consegnarlo ai due figli con cui sa di aver sbagliato di più, per rimediare e chiedere perdono. Il romanzo è un affresco del Cile che va dagli anni Trenta agli anni Settanta e oltre, la donna si trova a combattere per cercare di tenere unita la famiglia, con un marito che la tradisce, una figlia esuberante, immatura e ribelle e un figlio, sensibile ed emotivo, che crea scandalo con la sua omosessualità. (Amazzon) |
|
} | F. X. Toole, Lo sfidante, Milano, Garzanti, 2001
Dopo una vita passata sul ring, Frankie Dunn, ormai in età matura, gestisce una modesta palestra alla periferia di Los Angeles. Amareggiato per la rottura dei rapporti con la figlia, ha come unico amico l’ex pugile Scrap, il tuttofare del locale. Quando in palestra si presenta Maggie conquistato dal suo atteggiamento di rabbia e di fermezza, comincia ad allenarla, e a farla salire sul ring, dove vince tutti gli incontri fino a quello valido per il titolo. Qui però, colpita a tradimento dall’avversaria, Maggie batte la testa e le si lede la spina dorsale. Condannata a una vita d’immobilità, chiede a Frankie di aiutarla a morire. Frankie accetta ma dopo gli rimane dentro un abisso di dolore che lo induce a scomparire per sempre. Da questo racconto è stato tratto il film “Million dollar baby” |
|
} | Joanna Trollope, Le età dell’amore, Milano, Sonzogno, 1995
Il romanzo “Le età dell’amore” è un delizioso invito a osservare con occhi benevoli e spesso ironici e divertiti la vita contemporanea di tutti noi, attraverso un’ampia galleria di creature la cui età varia dalla prima infanzia alla terza. Joanna Trollope per fare questo usa le tematiche della vita quotidiana: le gioie e i tormenti dell’animo, l’amore ed il suo finire, e talvolta rinascere anche in coppie con notevole differenza d’età, la tenera passione e la perdita, il rapporto genitori e figli, i gap generazionali, la solidarietà, i problemi della vecchiaia, i maltrattamenti della donna e i disastri causati dalla perdita del lavoro, la morte, la malattia e perfino l’eutanasia. (Sololibri) |
|
} | Dalton Trumbo, E Johnny prese il fucile, Milano, Bompiani, 1989
Joe, un giovane americano, viene chiamato alla leva dal suo paese e spedito a combattere sul fronte francese della Prima guerra mondiale. Durante l’ultimo giorno di guerra è colpito in pieno da una granata. Joe viene condotto in un ospedale militare, curato ma è ormai ridotto a un tronco umano (“un pezzo di carne che vive”): ha perso gli arti superiori e inferiori, la vista, l’udito e vive attaccato a un respiratore. Dopo un paio di anni in questa condizione impara a comunicare muovendo la testa secondo l’alfabeto Morse, e chiede ai medici militari di ucciderlo o di essere esposto al mondo, per far vedere a tutti gli orrori e la follia della guerra… (Ibs) |
|
} | Linn Ullmann, Tu sei la mia grazia, Milano, Mondadori, 2004
Johan Sletten ha alle spalle un primo matrimonio infelice, un figlio che non lo ama e una carriera di giornalista stroncata da un’accusa di plagio. Il suo unico motivo di felicità è la sua seconda moglie Mai, che ha portato l’amore nella sua vita. Quando scopre di essere ormai allo stadio terminale di una grave malattia, strappa alla moglie la promessa di aiutarlo a morire quando sarà il momento. Ma chi può decidere che è il momento giusto? Chi chiede l’estremo aiuto vuole davvero un atto di pietà o chiede invece di lottare per lui? |
Saggistica
} | Giorgio Cosmacini, Testamento biologico: idee ed esperienze per una morte giusta, Bologna, Il mulino, 2010
Un testo di legge giace in Parlamento e riguarda il processo più cruciale dell’esistenza umana: la morte e il morire. Un documento in stallo che ha visto confrontarsi su posizioni talvolta trasversali agli stessi schieramenti, destra e sinistra, laici e cattolici. Ma è possibile una zona neutra che sia terreno per un testo condiviso? Cosmacini riporta il tema all’interno della riflessione filosofica e della ricerca scientifica senza mai tralasciare il ruolo del medico, colui che è maggiormente coinvolto nell’esperienza del morire altrui. E tocca i temi cruciali che confluiscono nel problema del testamento biologico: le conquiste delle tecnologie biomediche – dal polmone d’acciaio alle cure palliative – che giovano alla quantità e alla qualità della sopravvivenza, ma generano problemi di “etica della vita”; le recenti tecniche di sostegno artificiale e le neuroimmagini esplorataci della vita e della morte del cervello, dove anche la deontologia e la scienza del diritto pongono le loro istanze. Su questo terreno accidentato come può orientarsi un cittadino che intende lasciare a chi resta la tutela del proprio patrimonio ideale e morale, e il rispetto della propria identità? (Ibs) |
|
} | La dignità nel morire: intervento sociale, bioetica, cura del fine vita, Patrizia Lisi e altri autori, Molfetta, La meridiana, 2010
“Uno Stato che saprà rispettare le scelte di fine vita, sarà più capace di rispettare le tante straordinarie vite che siamo.” (Piergiorgio Welby). Oggi, assistere i morenti rappresenta un dovere fondamentale della società civile nei confronti delle persone. Il fenomeno è nuovo perché oggi si muore sempre più spesso in ospedale lontano da casa e dall’affetto dei propri cari. E l’ospedale, costretto ad accogliere molti malati in fase terminale, si trova impreparato. Un tempo l’assistenza alle persone gravemente malate era un compito che ricadeva sulle famiglie, mentre oggi tra la struttura sanitaria e la famiglia si genera una frattura. Il malato, così, si trova affidato alle cure di un’istituzione sanitaria, pubblica o privata, che dispone di mezzi e personale specializzato, ma non in grado di compensare la perdita delle relazioni umane. Si muore in stanze d’ospedale impersonali, male e soli. L’isolamento che circonda colui che sta per morire non è solo un fenomeno psicologico ma è soprattutto una conseguenza del nostro modo di organizzare il momento della morte. Questo contesto configura un ambito assolutamente inedito eppure cruciale in cui collocare l’azione di un servizio sociale che operi per ricucire la frattura relazionale tra il paziente, i suoi cari e il sistema sanitario. In quella frattura si consumano, infatti, decisioni di straordinaria densità sul fine vita. (Ibs) |
|
} | Serena Foglia, Il posto delle fragole: la scelta di morire con dignità, Milano, Armenia, 2002
L’eutanasia attiva e passiva, il suicidio assistito, le cure palliative, gli “hospice”, il rapporto con l’apparato medico e con la famiglia: Serena Foglia tratta questi temi e pubblicizza il testamento biologico, un documento in cui la persona indica la propria volontà su come desidera essere trattata nelle fasi finali, quando il corpo medico constata l’impossibilità di guarigione. |
|
} | Jean-Yves Goffi, Pensare l’eutanasia, Torino, Einaudi, 2006
A quali condizioni la compassione è un motivo appropriato per l’eutanasia? In quali circostanze può essere un atto di benevolenza responsabile? E soprattutto, si può almeno discutere della possibilità di dare la morte a chi si trovi in uno stato di sofferenza estrema e senza speranza? Da sempre la morale e la religione s’interrogano sull’eutanasia. Oggi la discussione si è fatta pubblica e appassionata, lungo linee di contrapposizione che attraversano la nostra società. L’autore guida attraverso i dilemmi etici e morali dei quali si compone la contesa sull’eutanasia, rendendoli comprensibili a chiunque si interroghi sul valore della vita e sul senso del dolore. |
|
} | Marie de Hennezel, La dolce morte, Milano, Sonzogno, 2002
“Che cosa significa oggi la parola ‘eutanasia’? Decisione di alleviare il dolore, decisione di interrompere trattamenti ormai inutili, oppure l’atto di provocare deliberatamente la fine di una vita, per porre termine a una sofferenza?” Questo è l’interrogativo che si è sempre posta Marie de Hennzel nel corso della sua decennale esperienza di psicologa e psicoterapeuta in una équipe di cure palliative per malati terminali. Ed è anche la domanda all’origine di questo libro toccante e straordinario. “La dolce morte” riporta il dibattito a una dimensione prettamente umana, estrapolandola da sterili polemiche religiose, morali e legali che infiammano la questione. (rcslibri) |
|
} | Chiara Lalli, Secondo le mie forze e il mio giudizio: chi decide sul fine vita: morire nel mondo contemporaneo, Milano, Il saggiatore, 2014
Siamo liberi di scegliere se e come curarci. Come potrebbe qualcun altro conoscere i nostri desideri, sapere qual è il nostro bene, decidere al posto nostro? Cosa succede quando, per motivi di salute, non siamo più in condizione di avere o esprimere un parere? Il perfezionamento delle tecnologie per la sopravvivenza solleva ogni giorno interrogativi morali e dilemmi clinici. Nell’approccio a simili questioni spesso è prevalso un solido paternalismo: credere di essere nel giusto e sentirsi autorizzati a imporre le proprie convinzioni e decisioni a chi non è più in grado di opporsi. La riflessione di Chiara Lalli s’inserisce nel dibattito aperto in Italia e all’estero sulle decisioni di fine vita e sul cosiddetto living will e ricostruisce le premesse morali, giuridiche e deontologiche di uno strumento che dovrebbe essere il più leggero possibile e garante della nostra autodeterminazione. Nel territorio liminale tra coscienza e in coscienza tra eutanasia attiva e passiva, bisogna salvare l’unica vera “volontà del vivente”, perché il rispetto delle nostre scelte di oggi sia assicurato anche domani. (Ibs) |
|
} | Eutanasia, la legge olandese e commenti, a cura di Paolo Ricca, Torino, Claudiana, 2002
Primo paese al mondo, l’Olanda ha da poco approvato una legge che regolamenta l’eutanasia, legalizzandola in casi specifici. Le reazioni a tale legge sono state spesso estreme: alcuni vi hanno semplicisticamente visto l’occasione di liberarsi di anziani scomodi, altri vi hanno invece entusiasticamente letto una conquista di civiltà e libertà. L’intento di questo libro è quello di far conoscere la legislazione olandese in materia per consentire un approfondimento – con cognizione di causa – di una questione tanto delicata. Il volume è corredato dalla traduzione di un opuscolo edito dallo Stato olandese in cui si affrontano le domande più consuete sul tema. (Ibs) |
|
} | Paolo Flores d’Arcais, A chi appartiene la tua vita? Una riflessione filosofica su etica, testamento biologico, eutanasia e diritti civili nell’epoca oscurantista di Ratzinger e Berlusconi, Milano, Ponte alle Grazie, 2009
La cronaca recente ha portato alla ribalta una galassia di temi correlati: testamento biologico, terapie palliative, eutanasia, suicidio assistito. Un movimento spontaneo e diffuso di protesta civile si è indirizzato contro le più retrive e ciniche interpretazioni della tragedia di Eluana Englaro pubblicamente avanzate da settori della Chiesa e del ceto politico – e contro le incombenti restrizioni in materia di testamento biologico. Per dar conto delle ragioni di fondo di questo movimento nasce questo libro: un libro in cui il suo principale iniziatore, Paolo Flores d’Arcais, filosofo e direttore di MicroMega, discute a fondo tutti i temi in gioco nei loro essenziali aspetti filosofici, religiosi e politici, e propone della fine vita una visione radicalmente liberale. (Ibs) |
|
} | Giovanni Paolo teologo: nel segno delle encicliche, a cura di Graziano Borgonovo e Arturo Cattaneo, Milano, Mondadori, 2003
Fra i diversi documenti del magistero pontificio, i più importanti sono le encicliche. Mai un papa ne aveva scritte tante. Ma più ancora del numero, è l’importanza dei temi esposti ciò che colpisce. Senza rinunciare alle esigenze di un sostanziale rigore teologico, Graziano Borgonovo e Arturo Cattaneo intendono rendere accessibile la profondità di questo straordinario magistero a un vasto pubblico e aiutare a scoprire le ripercussioni di tali insegnamenti nella loro vita. All’interno del volume l’enciclica “Evangelum vitae” che dichiara alcuni principi fondamentali: il riconoscimento che la vita umana è creazione di Dio ed è sacra, il primato dell’individuo rispetto alla società, il dovere delle autorità di rispettare la vita umana. |
|
} | James Rachels, Quando la vita finisce, la sostenibilità morale dell’eutanasia, Casale Monferrato, Sonda, 2007
In questo saggio James Rachels esamina le idee e le assunzioni che stanno alla base di una delle più importanti regole morali, quella che vieta di uccidere. L’uccisione di un essere umano solitamente è condannata ma in alcuni casi l’etica medica permette alcune significative eccezioni. Esiste il mero vivere in senso biologico e l’avere una vita dotata di significato. E la deontologia medica considera una eutanasia attiva e una passiva. La distinzione tra esse, delineata nell’opera, è considerata cruciale e accettata da molti medici: l’idea secondo cui sia lecito, almeno in alcuni casi, sospendere la terapia, ma che non sia mai permesso intraprendere qualsiasi azione diretta per porre fine alle sofferenze del paziente, altro non è che l’eco di una tradizione culturale ormai discutibile. Il libro affronta questa tradizione proponendo un’alternativa filosofica. (Ibs) |
|
} | Giovanni Reale e Umberto Veronesi, Responsabilità della vita, un confronto fra un credente e un non credente, Milano, Bompiani, 2013
Sono ancora nella mente di tutti il caso Englaro, il caso Welby: casi in cui il diritto alla vita è sembrato scontrarsi col diritto alla cura, la libertà col dovere terapeutico. Su questi temi così controversi si confrontano in questo libro due voci diverse: quella di un laico – Umberto Veronesi – e quella di un credente – Giovanni Reale -, quella di un medico, impegnato nella cura del corpo, e quella di un filosofo, preoccupato per definizione dello spirito. A unirli, nel confronto dialettico delle ragioni dell’uno e dell’altro, la convinzione che la moderna medicina debba recuperare il fattore umano, come avveniva nella medicina antica, debba tenere in debito conto le sofferenze psicologiche prodotte dai mali fisici e, soprattutto, debba rispettare la libertà della scelta. Nessuno può decidere sulla vita di un uomo, e meno che mai può decidere lo Stato, per legge. (Ibs) |
|
} | Lucio Romano, Massimo Gandolfini e Emanuela Vinai, Non resistere non desistere, un’alleanza di cura per rispettare la vita e la dignità umana, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2013
Eutanasia, testamento biologico, dichiarazioni anticipate di trattamento, accanimento terapeutico, cure palliative, stati vegetativi. Da alcuni anni queste parole fanno stabilmente parte del dibattito pubblico, politico e sociale relativo al fine vita e alle condizioni di massima fragilità. L’intento di questo volume è quello di approfondire e confutare i falsi miti della “buona morte”, dando risposta fondata alle domande di senso che realizzano e costituiscono la questione antropologica. Esistono malattie inguaribili ma non esistono malattie incurabili: la condivisione della fragilità restituisce a chi soffre la fiducia e il coraggio a chi si prende cura dei sofferenti. “Resistere” quando non c’è più nulla da fare è vano; parimenti “desistere” quando invece ci sarebbe ancora spazio di cura, è una grave omissione. La vera libertà per tutti, credenti e non credenti, è quella di scegliere a favore della vita, perché solo così è possibile costruire il vero bene delle persone e della società. (Ibs) |
|
} | Marina Sozzi, Sia fatta la mia volontà, ripensare la morte per cambiare la vita, Milano, Chiarelettere, 2014
Invecchiare è disdicevole, morire inaccettabile. La morte è diventata un pensiero da respingere, la medicina ha il dovere di annientarla. Come un nemico, quello più tremendo. Il senso di sconfitta verso la fine diventa allora insopportabile. Il libro di Marina Sozzi aiuta a toglierci questo peso, a rendere più leggera la vita, ripensando e accettando la morte come un evento naturale, che ci appartiene. Abbiamo “diritto” a morire bene e come vogliamo, ad alleviare il dolore fisico nostro e degli altri, contrastando la paura del distacco, accettando di essere fragili senza soffrirne. Anzi, con la consapevolezza che la ricetta principale della felicità risiede proprio nell’accettazione della fine, che rende unico ogni singolo attimo. (Ibs) |
|
} | Umberto Veronesi, Il diritto di non soffrire: cure palliative, testamento biologico, eutanasia, Milano, Mondadori, 2012
Umberto Veronesi tratta temi di bruciante attualità, come l’eutanasia e il testamento biologico, presentando le diverse forme di “buona morte” attraverso il racconto di storie eloquenti e strazianti di malati terminali (alcuni molto noti, come Terri Schiavo, Giovanni Nuvoli, Piergiorgio Welby, Eluana Englaro). Tali argomenti sono analizzati alla luce delle differenti posizioni assunte dai vari paesi del mondo, sia i molti in cui l’eutanasia non è permessa sia i pochi (Olanda, Belgio e Lussemburgo) in cui è stata di fatto depenalizzata, pur rimanendo un atto praticabile unicamente da personale medico e a condizione che si tratti di una richiesta motivata, reiterata e consapevole, ovvero dotata di tutti i requisiti che ne attestino la “legalità”. (Ibs) |
|
} | Piergiorgio Welby, Lasciatemi morire, Milano : Rizzoli, 2006
“Non supererà i vent’anni.” È la sentenza del medico che, nel 1963, diagnostica a Piergiorgio Welby la distrofia muscolare progressiva. Ma si sbagliava. Piergiorgio attraversa gli anni Sessanta e Settanta abbandonandosi a ogni sorta di eccesso per dimenticare il proprio destino. Si sposa e aspetta, la fine, che non arriva. Negli anni Ottanta perde l’uso delle gambe. Poi l’ultimo stadio: insufficienza respiratoria. Va in coma. Si risveglia nel reparto rianimazione dell’ospedale Santo Spirito, tracheostomizzato, immobilizzato. Da allora respira con l’ausilio di un ventilatore polmonare, comunica mediante un computer. Soffre. E chiede il diritto di morire. Anche in un appello diretto al presidente della Repubblica, il 22 settembre 2006. È uno scandalo nazionale. Negli ultimi anni, ha fatto sentire la sua voce sul sito dei Radicali italiani, dove ha aperto un forum dedicato all’eutanasia, che oggi conta più di 17.000 interventi. Lucidità, cinismo e poesia sono le scialuppe di salvataggio a cui si affida nella sua quotidianità di “condannato a vita”. Sono anche gli ingredienti di questo libro che è diario, testimonianza, denuncia dei luoghi comuni alimentati dall’opportunità politica e dal dogmatismo religioso. (Ibs) |
Cinema
} | La custode di mia sorella, diretto da Nick Cassavetes, USA, ripr. del film 2009
Adattamento cinematografico dell’omonimo libro. L’undicenne Anna Fitzgerald è stata concepita dai suoi genitori per essere geneticamente compatibile con sua sorella, malata di leucemia. Anna, dopo vari interventi chirurgici e trasfusioni, si rivolge ad un giudice per rivendicare il diritto a poter disporre del proprio corpo. Questo atto di libertà potrebbe distruggere l’unione della famiglia. O, forse, potrebbe rappresentare il primo passo verso la consapevolezza di cosa siano dedizione e dignità e di cosa significhi essere uniti. (Ibs) |
|
} | E Johnny prese il fucile, un film di Dalton Trumbo, USA, ripr. del film del 1971
“E Johnny prese il fucile” (Johnny Got His Gun) è un film del 1971 scritto e diretto da Dalton Trumbo e vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria al 24° Festival di Cannes. Dalton Trumbo (1905 – 1976), sceneggiatore di fama, esordì nella regia con questo film, che rimane l’unica opera da lui diretta, all’età di 66 anni, a coronamento di un progetto fortemente contrastato e nato circa 30 anni prima con il romanzo omonimo che nel 1939 ottenne il National Book Award (allora noto come American Book Sellers Award). |
|
} | Le invasioni barbariche, un film di Denys Arcand, Canada, Francia, ripr. del film del 2003
Sullo sfondo di tematiche come una malattia terminale e l’eutanasia, il regista canadese riflette con un’ironia pungente sulle invasioni barbariche della nostra società contemporanea: droga, sesso, terrorismo, religione, mondo capitalista, corruzione. Accanto a un’analisi della contemporaneità incontriamo quindi la sofferenza umana, la tenacia di un figlio che lotta per cercare di rendere più piacevoli gli ultimi giorni di vita del padre, il delicato dibattito sull’eutanasia. Film vincitore di numerosi premi Oscar, tra cui quello per il miglior film straniero. (lalberodellavitaonlus) |
|
} | Mare dentro, un film di Alejandro Amenabar, Spagna, ripr. del film del 2004,
Da quando un terribile incidente l’ha costretto a letto, trent’anni fa, Ramòn Sampedro si batte coraggiosamente in favore dell’eutanasia. Da troppo tempo il mondo è limitato a ciò che vede dalla finestra della sua camera ed è ormai giunto il momento di affrontare l’ultimo viaggio in modo dignitoso. Due donne sono al suo fianco: Julia, l’avvocato che appoggia la sua decisione, e Rosa, un’amica che vorrebbe convincerlo a vivere la sua vita fino in fondo, senza arrendersi. Entrambe dovranno venire a patti con i propri principi e i propri sentimenti. (Ibs) |
|
} | Million dollar baby, diretto da Clint Eastwood, USA, riprod. del 2004
Basato sul racconto “Lo sfidante” di F.X. Toole, narra uno spaccato del difficile mondo del pugilato, dove a vincere nel ring della vita non sono i pugni, ma la forza della vita e l’amore. Film premiato con ben quattro premi Oscar, presenta una profonda riflessione sul dolore, la solitudine, l’eutanasia. Da un lato troviamo la fine della carriera di un allenatore di box, vinto dalla vita stessa, dall’altro una giovane e rampante pugile, decisa a portare avanti la sua battaglia, che inevitabilmente condurrà l’uomo al suo riscatto e alla riconciliazione con se stesso. (cinechiara) |
|
} | Il paziente inglese, un film di Anthony Minghella, USA, ripr. del film del film del 1996
“Il paziente inglese” è uno dei film più premiati della storia, per aver vinto ben 9 Oscar. Toscana, verso la fine della guerra 1939-45: Hana, accudisce un misterioso paziente inglese dal viso sfigurato di cui si rievoca in flashback l’illegittima e tragica passione per Katharine, incontrata in Egitto prima della guerra. Tratto dal un romanzo del 1992 di Michael Ondaatje. L’uomo è in fin di vita e alla fine del suo racconto si farà aiutare dall’infermiera a porre fine alle proprie sofferenze. (Il Morandini) |
Molte persone mi fanno i complimenti…. ma il merito non è mio: fateli alla biblioteca che è povera di soldi (visti i tagl)i ma – come si vede – ricchissima di entusiasmo e intelligenza.
Alcune persone suggeriscono di iaggiungere nell’elenco altri libri e film: benissimo se li inserite in blog (come commenti) ma è utile se li segnalate anche alla Bim.