La città ideale – Luigi Lo Cascio

di Ismaele (*)

mi ha ricordato un po’ Polanski, un po’ Bertolucci, un po’ Tornatore, di sicuro questo è un gran film, un esordio davvero bello.
inquieta all’inizio nei titoli il contributo di Mps, poi scopri che la città ideale è Siena, quella del suicidio (?) del dirigente Mps, e del marcio che ancora è da scoperchiare, la realtà supera la fantasia.
il film alla fine ti lascia poco tranquillo, quello che succede a Michele può succedere a chiunque di noi, è prigioniero, non si vedono i fili, ma le sensazioni, le atmosfere sono da film del terrore, non urlato, gentile, la gabbia c’è, ma non si vede.
una cosa che mi ha colpito è che solo a Palermo c’è il sole, Siena è buia, grigia, le città ideali sono quelle “dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi”.
io non me lo farei scappare, cercatelo e soffrite tutti, è grande cinema

http://markx7.blogspot.it/2013/04/la-citta-ideale-luigi-lo-cascio.html

(*) Trovate questo appuntamento in blog ogni lunedì e giovedì sera: di solito il lunedì film “in sala” e il giovedì quelli da recuperare. Ismaele si presenta così: «Tre film al giorno, tre libri alla settimana, dei dischi di grande musica faranno la mia felicità fino alla mia morte” (François Truffaut). Siccome andare al cinema deve essere piacere vado a vedere solo quei film che penso mi interessino (ognuno ha i suoi pregiudizi). Ne scriverò e mi potrete dire se siete d’accordo o no con quello che scrivo; ognuno vede solo una parte, mai tutto, nessuno è perfetto. Ci saranno anche film inediti, ma bellissimi, film dimenticati, corti. Non parlerò mai di cose che non mi interessano o non mi sono piaciute, promesso; la vita è breve non perdiamo tempo con le cose che non ci dicono niente».

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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