La città & la città – China Miéville
(letto da Francesco Masala)
immaginate una Berlino senza muro, ma con una divisione altrettanto forte, di qua e di là, due mondi separati fino all’assurdo.
China Miéville sovrappone le due città, a volte coincidono, una rappresentazione audace.
all’interno di questo microcosmo ci sono cose che succedono, sono due mondi dominati dalla paura e dalla polizia e da una forza ancora superiore, ignota, incomprensibile, ma concreta.
si può leggere in tanti modi, a me è sembrato, con un salto enorme, che quelle reti, quei poteri che intrappolano le menti degli abitanti di Beszel e Ul Qoma, città gemelle e nemiche, siano come i draghi di cartone, che Edward Snowden e Julian Assange hanno smascherato.
ma quei poteri, la Violazione, fanno molto male, sembrano invincibili, anche perché tutti credono che lo siano.
anche chi ci lavorerà, nella Violazione, come l’ispettore Borlù, non sa molto, è il Potere, che si è radicato nelle teste degli abitanti di quel piccolo angolo di mondo, così è e così sarà, l’impero romano, l’impero di Carlo V, l’impero inglese, l’impero cinese, l’impero Usa, così è e così sarà, hanno sempre detto.
mi sa che il romanzo di China Miéville, attivista e socialista (fa parte del Socialist Workers Party inglese e si è presentato senza successo alle elezioni per il parlamento britannico nel 2001 come candidato della Socialist Alliance) è un romanzo (molto) politico.
se non l’avessi appena letto me lo leggerei, è come un consiglio, mi sembra,
l’ispettore Borlù mi ha ricordato Martin Bora (l’investigatore nazista creato da Ben Pastor), quel mondo strano mi ha ricordato il mondo (altro) di Epepe
buona lettura
http://stanlec.blogspot.com/2017/11/la-citta-la-citta-china-mieville.html