La costa del sole (Sunshine State) – John Sayles

di Ismaele (*)

il solito John Sayles fa un film che, pur non essendo un capolavoro, non annoia mai.


la storia è quella di una speculazione edilizia, e gli abitanti quasi non se ne accorgono.
il vecchio dottore (un bravo Bill Cobbs, da non confondere con Bill Cosby, si assomigliano molto) è un po’ la memoria storica e prova a convincere gli abitanti a non cedere,.
come sempre gli attori di John Sayles sono convincenti e sono così bravi, nelle mani del regista, da sembrare “veri”, non attori.
forse dovrebbe essere sempre così, ma non tutti i registi sono come John Sayles.
dice James Berardinelli (secondo Roger Ebert il migliore dei critici che scrivono in Internet) che questo film non è il migliore di John Sayles, ma che è necessario dire che un film medio di John Sayles spesso è migliore dei “capolavori” di tanti registi.
parole sante, come non essere d’accordo?
provare per credere, cercatelo e vi farete un idea.

per me da non perdere, come tutti i film di John Sayles.

(*) Trovate questo appuntamento in blog ogni lunedì e giovedì sera: di solito il lunedì film “in sala” e il giovedì quelli da recuperare. Ismaele si presenta così: «“Tre film al giorno, tre libri alla settimana, dei dischi di grande musica faranno la mia felicità fino alla mia morte” (François Truffaut). Siccome andare al cinema deve essere piacere vado a vedere solo quei film che penso mi interessino (ognuno ha i suoi pregiudizi). Ne scriverò e mi potrete dire se siete d’accordo o no con quello che scrivo; ognuno vede solo una parte, mai tutto, nessuno è perfetto. Ci saranno anche film inediti, ma bellissimi, film dimenticati, corti. Non parlerò mai di cose che non mi interessano o non mi sono piaciute, promesso; la vita è breve non perdiamo tempo con le cose che non ci dicono niente» (db)

 

 

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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