La deforma-Costituzione, con…
… con buona Pace di D’Alema
di Bortocal (*)
Ottavo post di una serie sulla Renzi-Boschi (**)
assolutamente da leggere l’intervista ad Alessandro Pace, Presidente del Comitato per il No alla Riforma Costituzionale, sul sito del Coordinamento Democrazia Costituzionale.
oso dire, e non definitemi integralista per questo, che chi non l’ha letta difficilmente potra` dire di avere una buona informazione sul tema…
ecco il link:
come sempre, io ricavo dalle mie letture e metto in evidenza qui, quello che si integra meglio con le mie riflessioni personali.
e qua e la` traggo delle conclusioni ulteriori.
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prima di tutto Pace evidenzia che stiamo gia` vivendo dall’inizio del 2014 in un regime di incostituzionalita` permanente e dichiarato.
sto rendendo piu` esplicito e sottolinenando quello che lui dice in maniera piu` discreta.
in precedenza, dall’inizio del 2006, vivevamo in un regime di incostituzionalita` non manifesta.
all’inizio del 2006 si svolsero le prime elezioni incostituzionali della storia italiana del dopoguerra, dopo che Berlusconi fece approvare la legge elettorale procellum.
ma noi, distratti dalla risicata vittoria di Prodi e dal sostanziale accordo con la porcata della parte veltroniana e dalemiana del centro-sinistra, non cogliemmo subito, se non vagamente, le implicazioni della situazione.
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nel gennaio 2014 la Corte Costituzionale dichiaro` illegittima quella legge, e contemporaneamente sano` comunque il pregresso in base al principio della continuita` dello stato.
in base allo stesso principio disse che il Parlamento non era obbligato a dimettersi immediatamente.
non poteva dire diversamente?
questo non e` del tutto vero, dato che l’illegittimita` dichiarata era parziale, e dunque dalla sentenza che abrogava parte del porcellum si ricavava comunque una legge elettorale, in base alla quale si sarebbero potute evitare le elezioni.
ma siamo in Italia, non in Austria, e la Corte non ebbe il coraggio di far rifare subito le elezioni con la legge elettorale residua e poi di affidare ad un nuovo parlamento legittimo di fare una legge elettorale nuova, rappresentativa della effettiva volonta` popolare.
ed e vero che la prudenza fu anche dettata dai rischi dello spread, cioe` dai ricatti della finanza internazionale.
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comunque, nel lasciare in piedi il parlamento, la Corte Costituzionale richiamo` implicitamente il suo carattere solamente provvisorio e per l’ordinaria amministrazione.
cito Pace:
La Consulta, aveva fatto capire, con due esempi, che il «principio fondamentale della continuità degli organi dello Stato» può operare solo per brevi periodi di tempo.
La Consulta citò infatti gli articoli 61 e 77 della Costituzione, i quali consentono bensì la prorogatio delle funzioni dei parlamentari in caso di scioglimento delle Camere, ma tutt’al più solo per un paio di mesi di tempo.
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qui intervenne Napolitano, il presidente in questo caso golpista, che fece orecchio da mercante.
e parti` la campagna mediatica che riusci facilmente a convincere un’opinione pubblica molto disattenta dell’inverosimile.
che il parlamento era incostituzionale, ma poteva andare avanti lo stesso a fare di tutto e di piu`.
come se fosse stato eletto costituzionalmente!
e` difficile capire come non ragiona la gente.
subito dopo la sentenza della Corte, nel febbraio 2014, Renzi defenestro` Letta e Napolitano lo fece capo del governo.
come mai non abbbiamo colto la connessione tra i due fatti?
era un colpo di stato contro la Costituzione e contro la Corte Costituzionale.
ma non ce ne siamo accorti subito…
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il secondo punto veramente importante dell’intervista di Pace e` la sostanziale incostituzionalita` della legge deforma-Costituzione di Renzi.
a partire dal suo conflitto con l’art. 1:
secondo l’articolo 1 della Costituzione il fulcro della sovranità popolare sta nell’elettività diretta negli organi legislativi, come sottolineato dalla stessa Consulta nella sentenza citata, laddove i senatori verrebbero eletti non dal popolo bensì dai consigli regionali.
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infine il terzo e decisivo punto.
il fatto che, per volonta` di Renzi, all’elettore si presenta in un unico quesito una riforma complessiva della Costituzione, che sostanzialmente ne delinea un’altra, buttando a mare per aspetti decisivi quella nata dalla Resistenza.
il titolo della legge Boschi e`«Superamento del bicameralismo paritario, riduzione del numero dei parlamentari, contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, soppressione del CNEL e revisione del Titolo V della Parte seconda della Costituzione».
e nel titolo, osserva Pace, mancano perfino le modifiche del procedimento legislativo e dell’elezione dei giudizi costituzionali, che pure ci sono nella legge Boschi.
come mai questi diversi aspetti non sono stati afforntati con leggi diverse, permettendo ai cittadini di esprimersi davvero sui singoli punti?
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ma questo si sarebbe dovuto fare soltanto in un parlamento legittimo, eletto con una legge elettorale conforme alla Costituzione
e` evidente la volonta` eversiva di Renzi e di Napolitano di arrivare ad un plebiscito su una nuova Costituzione lediva del principio della sovranita` popolare.
ed esito coerente del percorso anti-costituzionale avviato dal berlusconismo dieci anni fa ed allora bloccato.
dieci anni esatti dal referendum che nel 2006 boccio` la deforma-Costituzione di Berlusconi, che era per molti aspetti perfino meno devastante della costituzione renzina.
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alla fine Pace fa alcune osservazioni che D’Alema ha recentemente ripetuto senza indicarne la fonte:
per conseguire i risultati che Renzi afferma di voler conseguire non c’e` bisogno di una riforma cosi` pasticciata e incoerente.
e qui perdonatemi se cito il mio studio:
https://corpus15.wordpress.com/la-deforma-costituzione-renzina-manuale-per-difendersi-dai-testimoni-di-ge-renzi/
bastavano alcune semplici innovazioni particolari da approvare con leggi distinte da sottoporre a referendum distinti per consentire davvero agli elettori di scegliere, dice Pace:
la diminuzione bilanciata del numero dei deputati e dei senatori;
l’attribuzione alla sola Camera dei deputati del rapporto fiduciario col Governo;
la trasformazione del Senato in una effettiva camera territoriale;
l’attribuzione alla Corte costituzionale del giudizio sull’incompatibilità e sull’ineleggibilità dei parlamentari;
l’introduzione del potere d’inchiesta parlamentare ad iniziativa di una minoranza qualificata;
l’abolizione del CNEL
e così via.
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a questo punto il NO al referendum costituzionale renzino e` l’unico modo di risanare davvero dieci anni di governi fuori Costituzione,
di chiudere la parentesi anti-costituzionale della presidenza di Napolitano e i suoi nefasti effetti che rimangono attuali
e di ricondurre la nostra vita politica al principio della sovranita` popolare.
ma forse questo principio e` oramai anti-storico?
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