«La favolosa Hollywood» di Otto Friedrich
di Giuliano Spagnul – Libri da recuperare: 17esima puntata (*) A seguire una nota sulla collana “Introvabili” dell’editore minimum fax
Per caso, in un book-crossing, incontro questo testo di un (per me sconosciuto) giornalista americano: Otto Friedrich, La favolosa Hollywood. Gli anni d’oro del cinema, Sugarco, 1989. Per curiosità lo prendo anche se non mi aspetto altro che la consueta aneddotica spicciola, un po’ di pruderie, tanta nostalgia per i bei tempi andati e così via. Invece mi sono trovato fra le mani un gran testo con storie, analisi e, soprattutto, un respiro culturale ben più ampio della maggior parte dei lavori simili.
«Nel 1939 c’erano più cinema (15.115) che banche (14.952)». I dodici capitoli scandiscono gli anni più intensi della storia del cinema americano, dal primo “Benvenuti” (1939) all’ultimo “Addio” (1950). Il grande decennio dell’ascesa e declino della capitale del cinema osservato attraverso le storie dei grandi produttori, dei sindacalisti e dei malavitosi (non sempre molto distinguibili fra loro), dei grandi divi e registi ma anche in modo non marginale dei grandi musicisti, scrittori e uomini di teatro.
Ne risulta un particolare ibrido che percorre le vene di quel grande cinema da cui nessuna storia successiva può prescindere. Con quella grande macchina produttiva la potenza del sogno capitalistico ha marchiato l’immaginario e, di conseguenza, le vite di tutti quelli che hanno attraversato il secolo traghettandoci da un’era storica all’altra, quella in cui ci troviamo e in cui il sogno ha pervaso la realtà fino a renderne indistinguibili i confini.
I film hollywoodiani hanno impersonato la vera essenza del capitale, quella capacità di ricrearsi nel mentre si autodistrugge, nel continuo progredire verso l’agognato The End definitivo. «Hollywood è come l’Egitto – disse un giorno David Selznick a Ben Hect. – Piena di piramidi in rovina… finché il vento farà crollare l’ultimo set sulla sabbia -. Ma intanto tutto doveva essere abbattuto e ricostruito in qualcosa d’altro». Così anche gli uomini e le donne che vi hanno lavorato dovevano essere portati alle stelle per precipitarli poi nel fango o essere strapagati per poi essere abbandonati inutilizzati, che si chiamino Chaplin o Stravinskij, Gary Cooper o Thomas Mann.
La grande macchina divora tutto ma in questa cieca corsa verso il profitto assoluto inspiegabilmente è stata capace di produrre capolavori dove ci si aspettava mediocrità, e fallimenti nei più impegnativi e/o costosi sforzi produttivi. Una grande storia che dal e col cinema riesce a dare una visione impietosa ma anche ricca e generosa degli sforzi dell’umanità per sognare sé stessa e continuare a credere di esistere realmente.
(*) L’idea di questa rubrica è di Giuliano Spagnul: «… una serie di recensioni per spingere alla ristampa (o verso una nuova casa editrice) di libri fuori catalogo, preziosi, da recuperare». Ecco l’elenco:
1 – Gunther Anders: «Essere o non essere» (2 aprile) di Giuliano Spagnul
2 – L’epica latina: Daniel Chavarrì a (14 aprile) di Pierluigi Pedretti
3 – «Poema pedagogico» di Anton Makarenko (30 aprile) di Raffele Mantegazza
4 – «Il signore della fattoria» di Tristan Egolf (12 maggio) di Francesco Masala
5- «Chiese e rivoluzione in America latina» (26 maggio) di David Lifodi
6 – «Teatro come differenza» di Antonio Attisani (9 giugno) ancora di Giuliano Spagnul
7 – «Dizionario della paura» di Marcello Venturoli e Ruggero Zangrandi (23 giugno) di Giorgio Ferrari
8 – «Arrivano i nostri» di Dario Paccino (il 7 luglio) di Giorgio Stern
9 – «Un debole per quasi tutto» di Aldo Buzzi (21 luglio) di Pierluigi Pedretti
10 – «Protesta e integrazione nella Roma antica» (4 agosto) di Giuliano Spagnul
11 – Athos Lisa: «Memorie» (18 agosto) di Gian Marco Martignoni
12 – «Le donne del millennio»: un’antologia con… (1 settembre) di Giulia Abbate
13 – «Gli antichi Greci» di Moses Finley (15 settembre) di Lella De Marco
14 – «La vita è sovversiva» di Ernesto Cardenal (29 settembre) di David Lifodi
15 – «Il cammino dell’umanità» di Angelo Brelich (13 ottobre) di Giuliano Spagnul
16 – «325mila franchi» di Roger Vailland (27 ottobre) di db
Ci siamo dati una scadenza quattordicinale, all’incirca. Se qualcuna/o vuole inserirsi troverà le porte aperte. [db per la “bottega”]
NOTA DELLA “BOTTEGA”
Su «La lettura» – supplemento settimanale de «Il Corriere della sera» – il 7 novembre è apparso «Aiutareci a trovare gli introvabili» di Ida Bozzi (cfr www.pressreader.com/italy/corriere-della-sera-la-lettura/20211107/281835761932818) a proposito di una nuova collana – debutterà domani – di minimum fax che «ripesca dall’oblio i testi di valore». I primi due titoli sono «La veglia a Benicarlò» di Manuel Azaña e «La bocca del lupo» di Remigio Zena. Non siamo soli.