«La grande madre mafia»
Marisa Bello sul testo di Silvia di Lorenzo – Libri da recuperare: 33esima puntata (*)
«La grande madre mafia» è il titolo provocatorio di un libro edito nel 1996 da Pratiche editrice, mai più ristampato e difficilmente reperibile nell’usato o nelle biblioteche pubbliche (a Milano assente sia alla Braidense che alla Sormani). Forse un libro scomodo. Letto allora non ho più potuto riprenderlo a causa di quella malaugurata abitudine di prestare libri con troppa leggerezza. Anche la mia compagna, forse proprio in quanto donna, ne fu particolarmente colpita tanto che sentì la necessità di scrivere all’autrice Silvia di Lorenzo (analista junghiana con all’attivo vari libri fra cui uno di un certo successo come «La donna e la sua ombra»). Tropi anni sono passati per farne una recensione ma la lettera di Marisa può almeno comunicare l’emozione della lettura di un libro sicuramente attuale, probabilmente troppo (Giuliano Spagnul)
(…) Sia pure con titubanza e qualche timidezza sento il bisogno di comunicarle quanto il suo libro mi abbia colpita emotivamente e stimolata ad approfondire la riflessione anche su me stessa oltre che sulle modalità comportamentali che tessono trame mafiose.
Ho letto, anzi velocemente divorato «La grande madre mafia» e sono rimasta colpita dalla sua capacità di pregnanza e di sintesi. Quanto materiale in un libro così piccolo. Fulminante! Ora lo sto rileggendo cercando di rifletterci meglio e mi lascio andare al desiderio di scrivere proprio a lei per ringraziarla della sua grande fatica. Un libro scomodo per noi donne che ci deresponsabilizziamo troppo spesso da ciò che avviene fuori casa, fuori dall’ambito parentale. Ancora di più, per me forse, in quanto donna meridionale che se pur a Milano da un ventennio e con scelte di vita poco conformiste sento ancora, a volte, il desiderio dell’oblio nell’indistinto della sola affettività. Vengo da territori in cui è ancora molto diffusa l’idea che l’unico spazio percorribile da una donna sia solo quello interno alla famiglia, e che “all’angelo del focolare” non resti che la tutela della “Pace familiare” e l’ordinata conservazione di vecchi valori. Non è pensabile diventare individue adulte, cittadine indipendenti, magari anche con una scala di valori altra da quella della propria famiglia d’origine.
Chi ha iniziato a riflettere in termini critici sulle proprie radici e ha operato scelte antagoniste a volte sotto l’entusiasmo di ribellismi giovanili porta in sè ferite molto profonde che rendono forse più faticosa l’elaborazione di identità più mature. Il suo libro è un raro strumento medicale, va a fondo nella piaga perché la guarigione sia più completa. Mia nonna diceva che “il medico pietoso fa la piaga cancrenosa”. Questa lettura, dopo il dolore per il riconoscimento di personali connivenze, fa nascere il desiderio di una identità civile che superi o colloqui in qualche modo anche con più facili e già sedimentate identità politiche. Quanta parte di identità politica non è invischiata a volte in logiche di clan o familiste? Forse una nuova identità civile e politica passa non solo attraverso l’impegno verso il mondo esterno e la battaglia politica, ma riguarda le fibre più profonde del nostro essere. Grazie per averlo indicato con tanta forza a partire da drammi che vorremmo troppo spesso dimenticare o circoscrivere e di cui soprattutto ci dichiariamo troppo estranei. Lei non lo ha mai scritto ma mi sono trovata quasi con sorpresa a pensare: “il terreno di coltura della mafia siamo anche noi”. Allora forse bisogna partire anche da qui, ma questa volta, non dicendo solo che “il privato è politico” ma che il politico, il sociale è antropologico, soggettivo, privato. In qualche modo è necessario che impariamo a cercare in noi la forza che ce ne faccia assumere maggiori responsabilità.
Marisa Bello
(*) L’idea di questa rubrica è di Giuliano Spagnul: «… una serie di recensioni per spingere alla ristampa (o verso una nuova casa editrice) di libri fuori catalogo, preziosi, da recuperare». Ecco l’elenco:
1 – Gunther Anders: «Essere o non essere» (2 aprile) di Giuliano Spagnul
2 – L’epica latina: Daniel Chavarrì a (14 aprile) di Pierluigi Pedretti
3 – «Poema pedagogico» di Anton Makarenko (30 aprile) di Raffaele Mantegazza
4 – «Il signore della fattoria» di Tristan Egolf (12 maggio) di Francesco Masala
5- «Chiese e rivoluzione in America latina» (26 maggio) di David Lifodi
6 – «Teatro come differenza» di Antonio Attisani (9 giugno) ancora di Giuliano Spagnul
7 – «Dizionario della paura» di Marcello Venturoli e Ruggero Zangrandi (23 giugno) di Giorgio Ferrari
8 – «Arrivano i nostri» di Dario Paccino (il 7 luglio) di Giorgio Stern
9 – «Un debole per quasi tutto» di Aldo Buzzi (21 luglio) di Pierluigi Pedretti
10 – «Protesta e integrazione nella Roma antica» (4 agosto) di Giuliano Spagnul
11 – Athos Lisa: «Memorie» (18 agosto) di Gian Marco Martignoni
12 – «Le donne del millennio»: un’antologia con… (1 settembre) di Giulia Abbate
13 – «Gli antichi Greci» di Moses Finley (15 settembre) di Lella De Marco
14 – «La vita è sovversiva» di Ernesto Cardenal (29 settembre) di David Lifodi
15 – «Il cammino dell’umanità» di Angelo Brelich (13 ottobre) di Giuliano Spagnul
16 – «325mila franchi» di Roger Vailland (27 ottobre) di db
17 – «La favolosa Hollywood» di Otto Friedrich (10 novembre) ancora di Spagnul
18 – «Coscienze di mulini a vento» di Flavio Almerighi (24 novembre) di Lucia Triolo
19 – Charles Bettelheim: «Le lotte di classe in Urss» (8 dicembre) di Mauro Antonio Miglieruolo
20 – «Le note, vol. 2» di Ludwig Hohl (22 dicembre) di Francesco Masala
21- «Plotone di esecuzione» di Enzo Forcella e Alberto Monticone (5 gennaio) di Daniele Barbieri
22- «I giorni» di Taha Hussein, con un occhio ad… (19 gennaio) di Karim Metref
23 –«America latina: l’arretramento de los de arriba» (2 febbraio) di David Lifodi
24 – «Sardigna ruja» (e non solo) di Gianfranco Pintore (16 febbraio) di Francesco Masala
25 – «Metti l’aquila a dormire» di Marge Piercy (2 marzo) di Giuliano Spagnul
26 – Erich Fromm e «L’Umanesimo Socialista» (30 marzo) di Gian Marco Martignoni
27 – «La moneta…» di John Kenneth Galbraith (13 aprile) di Francesco Masala
28 – «Una pinta d’inchiostro irlandese» (27 aprile) di Franco Ricciardiello
29 –«Dove siete stati di notte?» (11 maggio) Francesco Masala sull’antologia di Clarice Lispector
30 – «Chi gioca solo» (non vince) il 25 maggio: Saverio Pipitone sul libro di Danilo Dolci
31 – «I consolatori» di Muriel Spark (8 giugno) di Franco Ricciardiello
32 – «Le gomme» (22 giugno) Franco Ricciardiello sul primo romanzo di Alain Robbe-Grillet
Ci siamo dati una scadenza quattordicinale, all’incirca. Se qualcuna/o vuole inserirsi troverà le porte aperte. [db per la “bottega”]