«La guerra è un gran giro de quatrini che…

che prepara le risorse / pe li ladri de le Borse». Ricordando poeticamente e politicamente Alberto Salustri in arte Trilussa (nato a Roma il 26 ottobre 1871).

 

ER BATTESIMO CIVILE

 

Trilussa (Carlo Alberto Salustri)

Pe’ nun faje er battesimo davero,

ho battezzato la pupetta mia

cór vino de Frascati all’osteria,

davanti a ‘no stennardo rosso e nero.

Zi’ Pippo, l’oste, come un prete vero,

pijò la pupa, la chiamò Anarchia,

e biastimò la Vergine Maria

per un riguardo ar libbero pensiero;

doppo du’ o tre bevute, er comparetto,

a cavallo a ‘na botte de Frascati,

ce fece un… verso e recitò un sonetto;

mentre la pupa, ner vedé ‘ste scene,

pareva che guardasse l’invitati

come pe’ dije: — Cominciamo bene!

 

NUMMERI

Conterò poco, è vero:
– diceva l’Uno ar Zero –
ma tu che vali? Gnente: propio gnente.
sia ne l’azzione come ner pensiero
rimani un coso vôto e inconcrudente.
Io, invece, se me metto a capofila
de cinque zeri tale e quale a te,
lo sai quanto divento? Centomila.
È questione de nummeri. A un dipresso
è quello che succede ar dittatore
che cresce de potenza e de valore
più so’ li zeri che je vanno appresso.

 

AVARIZIA

Ho conosciuto un vecchio
ricco, ma avaro: avaro a un punto tale
che guarda i soldi nello specchio
per veder raddoppiato il capitale.
Allora dice: – Quelli li do via
perché ci faccio la beneficenza;
ma questi me li tengo per prudenza… –
E li ripone nella scrivania.

LA TARTARUGA

Mentre una notte se n’annava a spasso,
la vecchia tartaruga fece er passo più lungo
de la gamba e cascò giù
cò la casa vortata sottoinsù.
Un rospo je strillò: “Scema che sei!
Queste sò scappatelle che costeno la pelle…”
– lo so – rispose lei – ma prima de morì, vedo le stelle.

Er compagno scompagno

 

Un Gatto, che faceva er socialista

solo a lo scopo d’arivà in un posto,

se stava lavoranno un pollo arosto

ne la cucina d’un capitalista.

 

Quanno da un finestrino su per aria

s’affacciò un antro Gatto: – Amico mio,

pensa – je disse – che ce so’ pur’io

ch’appartengo a la classe proletaria!

 

Io che conosco bene l’idee tue

so’ certo che quer pollo che te magni,

se vengo giù, sarà diviso in due:

mezzo a te, mezzo a me… Semo compagni!

 

– No, no: – rispose er Gatto senza core

io nun divido gnente co’ nessuno:

fo er socialista quanno sto a diggiuno,

ma quanno magno so’ conservatore!

 

FRA CENT’ANNI

 

Da qui a cent’anni, quanno

ritroveranno ner zappà la terra

li resti de li poveri sordati

morti ammazzati in guerra,

pensate un po’ che montarozzo d’ossa,

che fricandò de teschi

scapperà fòra da la terra smossa!

Saranno eroi tedeschi,

francesci, russi, ingresi,

de tutti li paesi.

O gialla o rossa o nera,

ognuno avrà difesa una bandiera;

qualunque sia la patria, o brutta o bella,

sarà morto per quella.

 

Ma lì sotto, però, diventeranno

tutti compagni, senza

nessuna diferenza.

Nell’occhio vôto e fonno

nun ce sarà né l’odio né l’amore

pe’ le cose der monno.

Ne la bocca scarnita

nun resterà che l’urtima risata

a la minchionatura de la vita.

E diranno fra loro: – Solo adesso

ciavemo per lo meno la speranza

de godesse la pace e l’uguajanza

che cianno predicato tanto spesso!

 

LA NINNA-NANNA DE LA GUERRA

 

Ninna nanna, nanna ninna,

er pupetto vô la zinna1:

dormi, dormi, cocco bello,

sennò chiamo Farfarello2

Farfarello e Gujrmone3

Gujermone e Ceccopeppe4

che se regge co’ le zeppe,

co’ le zeppe d’un impero

mezzo giallo e mezzo nero.

 

Ninna nanna, pija sonno

ché se dormi nun vedrai

tante infamie e tanti guai

che succedeno ner monno

fra le spade e li fucilli

de li popoli civilli…

 

Ninna nanna, tu nun senti

li sospiri e li lamenti

de la gente che se scanna

per un matto che commanna;

che se scanna e che s’ammazza

a vantaggio de la razza…

o a vantaggio d’una fede

per un Dio che nun se vede,

ma che serve da riparo

ar Sovrano macellaro.

 

Ché quer covo d’assassini

che c’insanguina la terra

sa benone che la guerra

è un gran giro de quatrini

che prepara le risorse

pe’ li ladri de le Borse.

 

Fa’ la ninna, cocco bello,

finché dura ‘sto macello:

fa’ la ninna, ché domani

rivedremo li sovrani

che se scambieno la stima

boni amichi come prima.

So’ cuggini e fra parenti

nun se fanno comprimenti:

torneranno più cordiali

li rapporti personali.

 

E riuniti fra de loro

senza l’ombra d’un rimorso,

ce faranno un ber discorso

su la Pace e sul Lavoro

pe’ quer popolo cojone

risparmiato dar cannone!

NOTE

1) La poppa.

2) Il diavolo.

3) Guglielmo II.

4) Francesco Giuseppe.

In “bottega” cfr Trilussa: «Dialogo dell’1 e dello 0» e La ninnananna della guerra ma anche Su Roma e altre strane cose perdute e Scor-date: 21 dicembre 1863 e 1950

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

 

 

Redazione
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