La misteriosa sparizione di Edward Snowden dalla…
… dalla scena della guerra in Ucraina
di Gianluca Cicinelli (*)
C’è un assente eccellente in questo inizio di guerra di lungo periodo che gli Usa, dopo aver usato strumentalmente l’Ucraina, stanno estendendo all’area orientale del mondo puntando Russia e Cina. Edward Snowden è sparito, perlomeno dai social, secondo indiscrezioni non confermate anche da Mosca, dove risiede. L’invasione russa dell’Ucraina è del 24 febbraio scorso. In uno dei suoi ultimi tweet Snowden si era detto convinto che la Russia non avrebbe invaso l’Ucraina; una previsione sbagliata, seguita dall’ultimo strano tweet del 27 febbraio in cui scriveva: “Non sono sospeso al soffitto sopra un barile di acido tenuto da una corda che brucia un po’ più velocemente ogni volta che twitto, you concern-trolling ghouls (è un tipo di “trollaggio” che si preoccupa menzionando amici morti, parenti, come distrazione emotiva dalle questioni centrali in discussione, NDR). Ho appena perso la fiducia che avevo che condividere il mio pensiero su questo particolare argomento continui a essere utile, perché ho espresso un’opinione errata”. La Russia viola costantemente la privacy e le libertà civili dei suoi cittadini, e migliaia di coloro che manifestavano contro la guerra sono stati arrestati; sembrerebbero proprio le stesse condizioni che hanno portato Snowden a denunciare i crimini dei governi Usa nella sorveglianza dei cittadini statunitensi.
E’ infatti grazie all’ex analista della Nsa che conosciamo programmi di spionaggio totale degli Stati Uniti, di cittadini comuni all’interno degli Usa e in tutti gli altri Paesi stranieri, di capi di Stato ed esponenti dei governi di tutto il mondo, di Paesi alleati come di Paesi nemici. Grazie a lui, con tanto di documenti, sappiamo dell’esistenza di tribunali segreti, basati sull’interpretazione illegittima del Fisa, Foreign Intelligence Surveillance Act, che autorizzano illegalmente negli Usa queste intercettazioni. Grazie a lui nel 2020 la corte d’appello degli Stati Uniti ha affermato che la rete priva di mandato che ha raccolto segretamente milioni di tabulati telefonici americani ha invece violato il Fisa e potrebbe essere stata incostituzionale. Snowden, accusato di spionaggio e tradimento negli Usa, riuscì fortunosamente nel 2013 a scappare da Hong Kong, dove si era rifugiato per fare le sue rivelazioni ai giornalisti, ma il suo tentativo di raggiungere l’Ecuador venne bloccato dall’amministrazione Obama con la revoca del passaporto, Rimase quindo bloccato in Russia, all’aeroporto di Mosca per diversi giorni, finchè non gli venne concesso prima un visto provvisorio e poi definitivo dalla Russia, dove vive e lavora tuttora insieme alla moglie e al figlio.
Lui disse di aver distrutto tutti i documenti in suo possesso prelevati dalle sedi d’intelligence in cui aveva lavorato, ma è evidente che la preoccupazione Usa qualche fondamento lo avesse visto che i rapporti non buoni con il regime di Putin sono di molto precedenti all’invasione dell’Ucraina. Qualche commentatore a stelle strisce si dice convinto che Snowden abbia barattato con Fsb, i servizi russi, le sue conoscenze sullo spionaggio di Washington in cambio di protezione. In questi anni Snowden ha partecipato spesso via internet a convegni internazionali e conferenze, anche negli Usa stessi, sulla libertà e il diritto alla privacy dei cittadini.
Ecco quindi che la sparizione di Snowden dai “radar” assume contorni allarmanti. L’ex analista Nsa è anche presidente della Freedom of the Press Foundation, che mira a “proteggere, difendere e responsabilizzare il giornalismo di interesse pubblico nel ventunesimo secolo. In questa veste negli ultimi anni è intervenuto spesso su questioni importanti tramite Twitter,dove ha 5,1 milioni di followers, come l’appello del 26 gennaio scorso ai cittadini danesi, esortati a resistere al loro governo che minacciava di infliggere lunghe pene detentive ai membri dei media che avessero riportato “segreti di Stato”.
C’è però un aspetto poco conosciuto del lavoro negli ultimi tempi di Snowden dalla Russia e riguarda il lancio di una criptovaluta basata sulla privacy chiamata Zcash. Per farlo ha usato uno pseudonimo, John Dobbertin, con cui ha coperto il suo coinvolgimento nel progetto negli ultimi 5 anni, quelli necessari alla creazione e al lancio. Solo pochi mesi fa ha rivendicato di essere parte del progetto. Per anni Snowden ha criticato monete come i bitcoin perchè a suo dire non proteggono i dati. Proprio per questo Zcash ha invece una chiave di creazione privata, che funge da spina dorsale della crittografia del protocollo, generata in modo tale che nessuna persona o computer conservi una copia della chiave intera o possa rigenerarla successivamente. Zcash al momento è valutata al sessantaduesimo posto nella classifica delle criptovalute con una capitalizzazione di mercato di circa due miliardi di dollari.
Resta il fatto che dal 27 febbraio non si hanno commenti di Snowden sulla guerra in corso. La preoccupazione relativa alle sue conoscenze e all’utilità che potrebbero avere per il regime di Putin, in forte difficoltà sul piano dell’organizzazione dell’intelligence nel conflitto ucraino, al momento non trova conferma ma sta di fatto che l’ex analista è sparito. Il suo disaccordo con le opzioni militari prescinde dalla Russia, la sua critica all’utilizzo della forza nei conflitti tra i popoli è iniziata criticando gli Usa, e questo lo pone in una situazione ideologica scomoda verso il regime che lo ospita. Criticare la guerra in Ucraina, che in Russia viene definita “operazione militare speciale”, può portare a una pena detentiva fino a 15 anni. E tra tutte le beffe sarebbe la peggiore per una persona costretta a non poter più mettere piede nel proprio Paese per le stesse ragioni. Questo il suo tweet in cui pensava che l’invasione dell’Ucraina non ci sarebbe stata: «Questa possibilità è francamente così terribile per me che è difficile persino da contemplare. Ricordo ancora le cicatrici rosse sulle strade di Sarajevo, la “Sarajevska ruža” che ricorda quelli uccisi dai colpi di mortaio. Kiev è più grande di Sarajevo. Di Grozny. Di Fallujah» scrisse: «semplicemente impensabile». Tre giorni dopo le truppe russe sono entrate in Ucraina e Snowden è sparito.
(*) articolo pubblicato in origine su https://diogeneonline.info/la-misteriosa-sparizione-di-edward-snowden-dalla-guerra-in-ucraina/