La montagna volante di Yalda
Greg Egan fa centro con «Il razzo a orologeria»
Vive su due scommesse narrative l’ultimo Urania – al solito 6,50 euri per 296 pagine – cioè «Il razzo a orologeria» (del 2011, traduzione di Flora Staglianò) dell’australiano Greg Egan. La prima sfida è rendere credibile la dettagliata narrazione sia di esseri alieni («generalmente 6 membra simmetriche», all’occorrenza di più, e occhi anche dietro la testa, tanto per capirsi) che la spiegazione delle loro leggi fisiche assai diverse da quelle del pianetucolo dove suppongo stiate sbirciando codesto blog. La seconda scommessa è di appassionare con l’ennesimo salvataggio di un pianeta in pericolo: storia non nuovissima ma è noto – o forse si esagera? – che dopo L’epopea di Gilgameš (o Gilgamesh), l’Iliade e l’Odissea abbiamo avuto quasi solo variazioni.
A mio avviso Greg Egan vince su tutta la linea: persino l’ovvio “lieto fine” è pieno di imprevisti intelligenti. Si sa che il molto preparato in scienze (laurea in matematica per cominciare) Egan riempie spesso le sue pagine – e magari le appendici – di formule e grafici però mi pare che in questo «Razzo a orologeria» la trama e i personaggi non vengano soffocati. Pure si sa che Egan divide: chi detesta la “hard science fiction” trova in lui il suo bersaglio preferito mentre chi l’ama osanna super-Greg. Personalmente non mi schiero: di lui ho letto pochino (mi mancano i racconti di «Axiomatic» che la ricca scheda in fondo al libro considera «una delle raccolte più belle mai pubblicate da un solo autore») e quel poco a volte mi è piaciuto assai e altre mi ha quasi straziato.
Qui almeno tre passaggi citabili e ripensabili. L’iniziale morte del nonno vista dagli occhi di una “bambina”. La lunga discussione (pag 146 e segg) su tempo, predestinazione e libero arbitrio. La decisione di Yalda (la protagonista, ricchissima di sfumature e contraddizioni) di rinunciare alla vendetta.
PS
Questa settimana niente mix “Marte-diano” di notizie, recensioni, segnalazioni. Il materiale ci sarebbe (e io comunque leggo mooooolto) eccome, però a volte mi manca il tempo per fare un buon lavoro: anche i frullati richiedono calma e concentrazione, altrimenti diventano vaga e sciapa fanghiglia. Motivo di più per ripetere a chi passa di qui che le collaborazioni sono gra-gra (cioè gradite e purtroppo gratuite) ma spero ancora gra-gra-gra (gratificanti, grandinanti e grandiose). Per esempio – tanto per tentare di incastrarvi – chi ha letto “L’allegra apocalisse” di Arto Paasilinna? E’ davvero così bello come mi hanno detto?
Confermo che anche a mio parere, per quel che conta, “Axiomatic” è una raccolta *eccezionale* di racconti. Ci ho perfino fatto un lavoro di tesi (https://iris.sissa.it/retrieve/handle/20.500.11767/5022/2986/1963_6231_Bernagozzi.pdf — purtroppo pieno di refusi, cose che capitano a lavorare di notte). Un saluto dibbì!