Sardegna: la pelle di un altro colore

Giulio Lobina commenta lo “scandalo” di una ragazza senegalese che indossa abiti sardi tradizionali

L’eleganza è come la pelle. Come la carne. Come il sangue. È l’abito della coscienza. Dell’umanità. Non possiamo strappartela via nemmeno quando ti insultiamo.

E ne ho letto, sai, insulti razzisti. Di uomini piccoli piccoli. Gli stessi che, se fossi stata in costume da bagno, non avrebbero certo guardato il colore della tua pelle o del tuo costume.

C’è una sporcizia, nell’insulto, che è pari solo alla pochezza che alcuni si portano dentro. Proprio come l’eleganza, la pochezza, non puoi strappargliela via.

Eppure, i sardi, sono un popolo ospitale. Nato da mille incontri, mille rotte nel mediterraneo, mille civiltà. Sono un po’ come te, la maggior parte dei sardi: buoni, onesti, attenti all’accoglienza, dediti alla bellezza, affascinati dall’eleganza.

Altri no. Altri sono vuoti.

E tu, invece, vesti l’abito che è anche tuo, perché anche tu sei sarda, perché anche tu appartieni a questa terra. Vestilo! Con lo stesso orgoglio e la stessa fierezza di chi sa essere paziente anche contro la barbarie razzista.

Tu, vestilo sempre, questo abito. Questo Sentimento di coraggio e fortezza, di vento e quercia, di ginestra e miele di corbezzolo. Di mare.

Ci siamo arrivati tutti, su quest’isola, dal mare. Perché dal cielo giungono solo gli angeli e le preghiere. Dal mare, un tempo lontano, sulle spiagge vergini, su zattere o barche di fortuna o navi guerriere.

Ci siamo arrivati e nessuno mai s’è posto il problema di domandarci “Cosa ci fai qui?” “Perché ti vesti così?”…perché noi abbiamo la pelle chiara.

La pelle chiara. Che privilegio. Nel 2020, anno maledetto di un virus che colpisce nel mondo intero, ancora in troppi hanno l’idea che l’esser nati dalla parte “giusta” del mondo e l’esser nati “bianchi” sia un privilegio.

Il privilegio dell’ignoranza. Della becera essenza razzista di chi non ha sensibilità e ignora i Diritti Umani.

Perdona il vuoto culturale e umano dei cuori che si arrogano diritti che non hanno. Perdona gli insulti di bassa Lega. E amalo, quell’abito che hai addosso.

Quando lo vesti. E quando sei vestita solo di pelle. Ama tutto ciò che sei, perché nei tuoi occhi c’è tutta la forza e la bellezza di quest’isola. E del Mediterraneo.

I tuoi diritti sono anche i miei. E la mia isola è anche la tua isola. E così sarà sempre.

https://www.sardiniapost.it/cronaca/modella-senegalese-in-abito-sardo-insulti-e-frasi-xenofobe-sui-social/

 

 

Redazione
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Un commento

  • Marco Piras - Keller

    Come sei bella, donna sarda. E quel costume ti fa ancora più bella, e tu lo fai prezioso. Portalo con orgoglio. Noi siamo orgogliosi di te.

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