La Poesia è Incontri ..
di Sandro Sardella
nel giugno scorso .. una domenica pomeriggio un poco
uggiosa .. un gruppo di poeti stava carovanando in MI ..
dall’Arengario/Duomo a via Dante ..
la Carovana dei Versi nel suo andare dava colore calore
al ronron domenicale .. dava curiosità ed anche disturbo
.. intanto l’allegra brigata era approdata sotto il portico
del Piccolo Teatro per ripararsi dalla pioggerellina .. e
facendo gracchiare un megafono un poco scarso .. ancora
recitava ..
fu un quel frangente che incontrai Giuliano Mori .. non
era della Carovana era con altri poeti a curiosare ..
un’intesa di poche parole .. che mi fruttò l’omaggio del
suo libro .. «Poesie dei cortili» (officine editoriali bici parlanti)
.. prezioso libro di fattura casalinga .. ogni poesia è la
tessera di un variopinto mosaico di “cortile milanese” ..
nei versi Giuliano rivive la scoperta del mondo che avveniva
per bande giocando e imitando gli adulti ma vivendone allo
stesso tempo diversità e distanza ..
scorribande avventure .. il cemento che avanza e gli spazi di
gioco s’accorciano ..
in questi versi una scrittura venata di una musicalità piana
scandisce il tempo andato vivificato da una sottile melanconia
e da un poco di rabbia ………..
Tutte le razze
Chi siciliano, chi mantovano, chi calabrese
giù nel cortile si mischiavano gli idiomi.
Tutti capivamo la parola pallone.
Non ci sembrava vero, poter giocare
ore giù nel cortile sull’asfalto caldo
senza nessuno a dirci cosa dovevamo fare.
Il pallone carambolava alto nel taglio geometrico
dei tetti dei box e dei condomini, a volte sfuggiva
al controllo rompeva un vetro o cadeva dietro
alla recinzione nel giardino del vicino. Nubi nere
ad indicare il dramma, uno di noi si arrampicava
veloce sul cancello e tentava il salto, ma l’uomo
con le bretelle era veloce e arrivava prima.
“wee facia del cu del can de cacia, due te vee”
diceva a quello di noi più veloce che stava per
spiccare il salto.
Noi rimanevamo attoniti a guardarlo, lui tirava
fuori il coltello e sventrava il pallone come un
coniglio, il maledetto bastardo.
Parlava una lingua che non capivamo
ma gli urlavamo contro in tutti i dialetti
del mondo. Le interiora del pallone
ce le ributtava con sfregio in cortile
e noi gli sputavamo, lui si girava e
bofonchiava:
“andì a laurà, a imparà un mestè, malnat!”
Chi siciliano, chi mantovano, chi calabrese
c’era anche un milanese che gli rispondeva
a tono “Ma vada via al cu, pirla”
Il buon senso
Forse sono stati i film di Gary Cooper
o i fumetti di Tex Willer a farmi credere
che possa sempre trionfare la giustizia.
Un’illusione da cortile mentre si è stesi sui
tetti roventi dei box sotto il sole di luglio
e si sfogliano gli ultimi numeri di Tex,
Zagor, Capitan Micky, Bleck Macigno.
Pigne di eroi da muretto,
mitiche avventure, storie, dal destino arcigno,
simili alle epiche gesta di Ettore, di Achille,
di Patroclo o di Ulisse, sembra incredibile
che una dignità da fumetti sia simile
a quella dei grandi eroi del passato.
Eppure il destino, la sfida, il sentimento,
l’anima non cambiano con lo scorrere
dei secoli, l’animo umano va oltre la razionalità
di un’epoca, sono gli uomini che fanno
la differenza. La giustizia è il buon senso
che si fa legge, non è la legge che fa
il buon senso, il buon senso di strada.
PS: Giuliano Romeo Mori nasce a Milano il 15 ottobre
del 1957 .. un poco di università poi lavori saltuari ..
attacchinaggio postino disegnatore tecnico venditore ..
le sue passioni: la musica la scrittura la montagna ..