La povertà raccontata dai pacchi alimentari di Emergency
di Gianluca Cicinelli
Si chiama Nessuno Escluso il progetto di distribuzione alimentare di Emergency, con oltre 90 mila pacchi destinati a 11 mila persone in tutta Italia, grazie a una rete di mille volontari. Non si tratta di aiuti a pioggia ma di una selezione accurata sulla necessità reali che ha permesso, oltre agli aiuti, di scattare una fotografia, sempre più drammatica, dell’Italia alle prese con la crisi derivata dalla pandemia. Metà dei beneficiari dei pacchi ha visto il proprio reddito completamente azzerato, mentre per quasi un terzo si è dimezzato. Tra i pacchi, consegnati a circa 3 mila famiglie in difficoltà economica, 75 mila sono quelli alimentari e 15 mila quelli per l’igiene personale e della casa. Le città interessate sono Milano, Roma, Napoli, Catanzaro e Piacenza.
Il report di Emergency disegna un Paese che da Nord a Sud è unito da una condizione di grande difficoltà anche per i soggetti che mai in passato avevano avuto bisogno di aiuto. “Vediamo persone e famiglie che non avevano mai dovuto chiedere aiuto a nessuno e che oggi, invece, sono in forte difficoltà – racconta Marco Latrecchina, referente nazionale del progetto Nessuno Escluso – Noi siamo al loro fianco per dare un supporto con tutta la dignità che queste persone meritano, insieme alle tante associazioni e realtà che si sono rimboccate le maniche e hanno trovato la forza di dare una risposta ai nuovi bisogni che questo periodo ha fatto emergere”.
Il 30% circa delle famiglie che riceve il pacco non riesce più a pagare l’affitto, mentre più del 60% teme di non riuscire a pagarlo nei prossimi mesi. L’80%, inoltre, si rivolge al centralino del progetto perché esclusa anche dagli aiuti economici istituzionali come il reddito di cittadinanza e i bonus del governo per autonomi e partite Iva. Per accedere agli aiuti messi in campo da Emergency il criterio principale è la mancanza di reddito, ha spiegato Francesca Agnello, che coordina la campagna a Milano, “Ma abbiamo notato che lo scivolamento nella povertà ha conseguenze purtroppo anche in diversi altri ambiti, come quello della casa: le persone con cui parliamo di solito avevano una casa stabile, ma ora si trovano a rischio di perderla o vi hanno già rinunciato”. Qualcuno è stato costretto a trasferirsi in casa di amici e familiari.
C’è una particolarità nel tipo di aiuto fornito da Emergency a italiani e stranieri e riguarda il fatto che i beneficiari di Nessuno Escluso appartengono a una fascia di cittadini sconosciuta al welfare e agli aiuti tradizionali. La mancanza dei requisiti formali per accedere al sostegno pubblico ha colpito categorie che fino a pochi mesi fa non aveva bisogno di aiuti, come come le persone prima occupate nei settori della ristorazione e negli eventi, badanti, lavoratori in cassa integrazione, professionisti con partita Iva, lavoratori precari o in nero. Emergency effettua una ricerca e un controllo sulle reali necessità di chi chiede aiuto, non soltanto per accertare il bisogno ma per capire anche esigenze particolari dei richiedenti. Bambini, anziani, celiaci, vegetariani e chiunque abbia altri bisogni specifici riceve aiuti disegnati sulla persona.
Per far fronte a queste richieste Emergency si è avvalsa di migliaia di donatori privati, decine di aziende e fondazioni, e degli enti pubblici delle città in cui è attivo il progetto. Le aziende sostenitrici sono oltre un centinaio, di diversi settori, che donano prodotti o coprono i costi dell’operazione fino alla distribuzione e alla logistica. E nell’Italia della crisi e dell’egoismo ci sono anche tantissimi volontari attivi per la distribuzione dei pacchi, sia nei punti di raccolta che a domicilio, più di mille in tutto il Paese. Come fa notare ancora Francesca Agnello: “Una persona che non ha mai chiesto aiuto non ha idea di chi contattare. Per questo, in un momento di difficoltà, si affida a chi gli è più vicino, come il comitato di quartiere o la piccola associazione. È stato grazie a questa rete informale ma capillare sul territorio che siamo stati in grado di entrare in contatto con chi si trovava in stato di bisogno e di agire tempestivamente”.