La prima delle esecuzioni «umanitarie»

Un articolo di Robert F. Jakubowicz (*) – traduzione di Andy De Paoli – e, a seguire, il sommario del numero 215 del «Foglio di Collegamento» del Comitato Paul Rougeau.

LA PRIMA DELLE ESECUZIONI “UMANITARIE”

Per mettere a punto il metodo di esecuzione della sedia elettrica si usò come cavia un elefante.

Se Thomas Edison conducesse al giorno d’oggi l’esperimento di folgorare un elefante da circo chiamato Topsy a Coney Island, per dimostrare che esiste un metodo umanitario di mettere a morte i criminali, il pubblico ne sarebbe indignato (1). Ma paradossalmente non c’è alcuna indignazione per l’esperimento pasticciato fatto in Oklahoma per dimostrare di aver trovato la miscela giusta di farmaci per ammazzare benevolmente un essere umano chiamato Clayton Lockett, omicida condannato a morte.

La vicenda di Edison fa parte della storia bizzarra delle esecuzioni in questo Paese che val la pena oggi di ricordare. Le case farmaceutiche statunitensi hanno cessato di fornire una sostanza indispensabile per le iniezioni letali: lo hanno fatto per motivi politici e per la pessima pubblicità che ne ricevevano. I produttori europei hanno anch’essi smesso di esportare tali farmaci negli Stati Uniti per ragioni umanitarie. Questo ha portato Stati come l’Oklahoma, dove le esecuzioni avvengono tuttora, a sperimentare miscele di farmaci prodotti in segreto da fornitori sconosciuti al pubblico.

Per via del lavoro malfatto in Oklahoma funzionari negli altri Stati stanno ora prendendo in considerazione metodi di esecuzione alternativi o ripiegando su metodi usati precedentemente come l’impiccagione. Ci sono resoconti di condannati a penzoloni dal cappio rimasti vivi fino a 30 minuti, ma Lockett è vissuto per 40 minuti dopo l’iniezione letale, con il metodo che si dice più avanzato e umano, prima di morire per un attacco cardiaco.

Consta che Thomas Edison abbia ricevuto a suo tempo una lettera da un dentista di Buffalo nello Stato di New York, il quale gli suggeriva che la morte per folgorazione sarebbe stato un modo umanitario per giustiziare i condannati. All’epoca, Thomas Edison e George Westinghouse erano in competizione per la vendita dei loro prodotti elettrici. Edison voleva vendere la corrente continua mentre Westinghouse promuoveva la corrente alternata.

Edison considerava l’esecuzione dei criminali un modo per favorire il suo prodotto, la corrente continua. Diceva che il suo prodotto era meno pericoloso di quello di Westinghouse. Edison avviò una campagna per dimostrare che la corrente alternata era più pericolosa per il pubblico. Quale dimostrazione migliore della pericolosità della corrente alternata del suo uso per giustiziare criminali in modo veloce ed efficiente?

Edison usò la corrente alternata per folgorare cani che comprava da ragazzini del vicinato per 25 centesimi l’uno. Usò anche vitelli e cavalli. Fece anche una dimostrazione con la corrente alternata per far colpo sul Comitato di New York, creato per indagare l’uso dell’elettricità nelle esecuzioni. I membri del Comitato ne furono convinti e cercarono di comprare dei generatori di corrente alternata per le esecuzioni da Westinghouse, il quale si rifiutò di venderli, reso furibondo dalle tattiche usate da Edison per convincere che la corrente alternata sarebbe stata letale per i cittadini. Si dice che Edison coniò il termine “westinghousare” per descrivere il metodo di giustiziare un criminale con l’uso di corrente alternata.

Secondo un articolo di Gilbert King in Smithsonian.com, intitolato «Edison contro Westinghouse: una rivalità choccante» (2) il Comitato di New York trovò poi un elettricista della prigione disposto a costruire una “sedia elettrica” che usasse la corrente alternata. Questa sedia fu usata nella prima morte per folgorazione nel 1890.

William Kemmler, un omicida, fu legato con una cinghia a quella sedia e dopo 17 secondi di scariche elettriche sembrava morto. Il dentista che per primo aveva proposto questo metodo di esecuzione era uno dei testimoni e a quel punto, scrive King, si alzò per dichiarare: «Noi viviamo da oggi in una civiltà più alta». Ma Kemmler era ancora vivo! E occorse tempo per far ripartire il generatore. Kemmler rimase vivo con la parte posteriore della sua giacca in fiamme.

Il medico che, secondo King, accertò infine la morte di William Kemmler disse: «Non ci sarà mai più un’altra esecuzione come questa». Westinghouse, che aveva contribuito con 100.000 dollari alla difesa legale di Kemmler disse, sempre secondo King: «Avrebbero fatto meglio con un’accetta».

Alla fine George Westinghouse ebbe la meglio nella concorrenza con Thomas Edison, vincendo il contratto per illuminare l’Esposizione Universale di Chicago del 1893 che gli fornì la pubblicità necessaria per rendere la corrente alternata lo standard nell’industria elettrica (3).

Tornando all’oggi: il dibattito in seguito al caso Lockett non dovrebbe essere su come trovare un metodo migliore per uccidere i condannati. Bensì sull’eliminazione della pena capitale. Non c’è un modo “umano” per commettere l’atto di somma crudeltà fra esseri umani.

Inoltre c’è l’evidenza ormai chiara che la punizione capitale non è un deterrente speciale per il crimine. Se la pena di morte non è altro che una punizione e un modo di tenere la gente al sicuro rimuovendo gli assassini dalle strade, un metodo migliore di conseguire questi obiettivi sarebbe la massima pena prevista in Massachusetts, l’ergastolo.

(*) L’articolo originale di Robert Jakubowicz è stato pubblicato il 5 giugno nel sito «The Eagle» di Pittsfield in Massachusetts.

NOTE

(1) Esiste ancora un filmato della folgorazione del povero elefante, vedi:

http://www.youtube.com/watch?v=NoKi4coyFw0

http://www.youtube.com/watch?v=VD0Q5FeF_wU

(2) L’articolo di Gilbert King citato da Kubowicz è qui:

http://www.smithsonianmag.com/history/edison-vs-westinghouse-a-shocking-rivalry-102146036/

  1. Westinghouse prevalse definitivamente anche perché la corrente alternata non richiedeva grandi generatori, e poteva essere portata a distanza molto più facilmente. [Note del Traduttore]

PRESENTAZIONE E SOMMARIO DEL NUMERO 215 DEL «FOGLIO DI COLLEGAMENTO» DEL COMITATO PAUL ROUGEAU.

Gli avvenimenti accaduti di recente hanno portato in questo numero molti articoli che parlano dei difetti nei vari metodi di esecuzione capitale, a cominciare dall’iniezione letale. Davvero l’unico modo di evitare la tortura delle esecuzioni capitali sarebbe abolire subito la pena di morte!
Il discorso sulla pena di morte e sui diritti umani non puo’ non allargarsi alla guerra: il modo peggiore di affrontare incomprensioni, diversita’ ed ingiustizie.
Ormai la guerra e le nuove armi disponibili creano distruzioni e sofferenze indicibili soprattutto fra le persone più indifese, a cominciare dai bambini piccoli.
Abbiamo cercato di scrivere di quel che succede in Palestina, in Iraq e in Afghanistan in modo più sincero di come lo fanno i grandi mezzi di comunicazione.
Trovate un aggiornamento sull’iter giudiziario di Larry Swearingen, a seguito di quanto abbiano scritto nel numero precedente: l’avvocato Rytting ha notificato al giudice Kelly Case che esistono numerosi materiali biologici su cui effettuare test del Dna a discolpa.
Purtroppo Hank Skinner, uno dei piu’ famosi condannati a morte degli Stati Uniti, ha subìto una grave sconfitta legale; non perdiamo pero’ la speranza nella sua salvezza e siamo sicuri che lui lottera’ fino all’ultimo per evitare l’iniezione letale: ci è riuscito altre volte.
Non ci facciamo scoraggiare da cio’ che accade nel mondo ma piuttosto reagiamo tirando fuori le migliori energie per batterci per i nostri ideali.
Prima di chiudere ringraziamo i numerosi soci che, rispondendo all’invito personale di Maria Grazia Guaschino, hanno rinnovato la quota associativa, permettendoci cosi’ di disporre dei mezzi per proseguire la nostra battaglia contro la pena di morte e per i diritti umani. A chi non ha ancora risposto: il rinnovato invito a farsi sentire.
Giuseppe Lodoli per il Comitato Paul Rougeau
P. S. I numeri arretrati del Foglio di Collegamento, cui fanno riferimento i nuovi articoli, si trovano nel nostro sito www.paulrougeau.org

FOGLIO DI COLLEGAMENTO DEL COMITATO PAUL ROUGEAU
Numero 215 – Giugno/Luglio 2014
Sommario:
1 ) Nuovo massacro della popolazione nella Striscia di Gaza
2 ) La tortura di Lockett ha fermato le esecuzioni per soli 2 mesi
3 ) Mezz’ora, tre quarti… adesso 2 ore per morire di iniezione letale!
4 ) Ammissibile una nuova esecuzione di Romell Broom?
5 ) Macelleria visibile e macelleria invisibile (di Claudio Giusti)
6 ) La prima delle esecuzioni “umanitarie”
7 ) Leuchter, il falso esperto che forniva macchine della morte
8 ) Grave sconfitta di Hank Skinner presso la Corte Distrettuale
9 ) Per Larry disponibili vari campioni da sottoporre a test del Dna
10) Dichiarata incostituzionale la pena di morte della California
11) Pena di morte: a volte si salva un innocente, se si ha tempo
12) Un numero enorme di esecuzioni in Iran
13) Meriam giunta a Roma subito dopo la liberazione
14) Uscito il rapporto di “Nessuno tocchi Caino” sulla pena di morte (già anticipato in blog)
15) La nuova “famiglia” di Fernando
16) Un errore di gioventù: e chi non ne ha mai fatto uno?
17) Notiziario: Afghanistan, California, Iraq, Texas

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Responsabile dei contatti con i soci è Grazia Guaschino (011 8991482).

Le quote associative annuali, fino al 31 agosto, sono le seguenti:

Socio ordinario: € 30

Socio sostenitore: € 60

Socio giovanile (fino a 18 anni o a 26 anni se studente): € 18

L’edizione e-mail del «Foglio di Collegamento» è gratuita per soci e simpatizzanti, chiedetela a: prougeau@tiscali.it

Quote associative sul cc postale 45648003 intestato al Comitato Paul Rougeau (viale Pubblico Passeggio 46, 29100 Piacenza – IBAN: IT31Q0760112600000045648003) specificando la causale.

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Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Un commento

  • RIPRENDO DALL’ULTIMO “INTERNAZIONALE” (in edicola) ALCUNE INFORMAZIONI CHE I GRANDI MEDIA “DIMENTICANO” DI DARE QUANDO FRA I NERI SCOPPIANO LE RIVOLTE (COME A FERGUSON)
    1. Tra il 1980 e il 2008, negli Stati Uniti i bianchi sono passati dall’80 al 66 per cento della popolazione, gli ispanici dal 6 al 15 per cento, i neri sono rimasti al 12 per cento.

    2. Entro il 2030 i bianchi saranno la minoranza degli statunitensi sotto i 18 anni ed entro il 2042 saranno la minoranza del totale della popolazione.

    3. Tra i neri, i bambini che vivono in condizioni di povertà sono il 34 per cento, tra gli ispanici il 27, tra gli asiatici l’11, tra i bianchi il 10.

    4. Il tasso di disoccupazione dei neri è il doppio di quello dei bianchi. La ricchezza accumulata dalle famiglie bianche è 6,1 volte maggiore di quella delle famiglie nere. I lavoratori bianchi guadagnano in media il 21,6 per cento in più dei neri.

    5. Più di un maschio nero trentenne su dieci si trova in prigione.

    6. Un nero nato nel 2001 ha il 32 per cento di probabilità di finire in prigione nel corso della vita, un ispanico il 17 per cento, un bianco il 6 per cento.

    7. A parità di reati commessi, le detenzioni a cui sono condannati i neri sono del 20 per cento più lunghe di quelle dei bianchi.

    8. I ragazzi neri di più di 25 anni con un titolo universitario sono passati dal 4 per cento del 1970 al 20 per cento del 2010, quelli con un diploma scolastico sono passati dal 31 per cento del 1970 all’84 per cento del 2010.

    9. Gli studenti neri vengono sospesi o espulsi da scuola tre volte più spesso degli studenti bianchi.

    10. A Ferguson i neri sono il 67 per cento della popolazione, i bianchi sono il 94 per cento degli agenti di polizia della città.

    11. Nel 2012 il 51 per cento degli statunitensi ha dichiarato esplicitamente opinioni razziste nei confronti dei neri, tre punti percentuali in più rispetto al 2008.

    Fonti: 1. National center for education statistics; 2. Population reference bureau; 3. National center for education statistics; 4. Bureau of labor statistics; 5. The sentencing project; 6. Us bureau of justice statistics; 7. Us sentencing commission; 8. Us census bureau; 9. Us education department; 10. Los Angeles Times; 11. Ap.

    GIOVANNI DE MAURO su “Internazionale”, numero 1065, 22 agosto 2014

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