La privatizzazione del Daspo
A soli due giorni dall’inizio del campionato di serie A una riflessione sull’introduzione del codice etico negli stadi nell’era di Matteo Salvini al Viminale.
di Teo Molin Fop (*)
Con il superamento della Tessera del Tifoso e l’introduzione del “Codice etico” da una parte e il contemporaneo insediamento di Matteo Salvini al Viminale dall’altra, si apre una fase completamente inedita per il mondo ultras. Probabilmente si prospetterà un ministro dell’Interno, per il quale l’ultras non sarà più il “nemico pubblico numero uno”.
Nonostante Salvini continui a manifestare il suo supporto alle forze dell’ordine e reclamare pene più severe nei confronti di chi le aggredisce, probabilmente non farà lo stesso errore del suo collega di partito Maroni, che riuscì nell’impresa di inimicarsi molte curve, potenziali bacini elettorali leghisti o di centrodestra. La comparsata all’Olimpico con il giubbetto del marchio di Casapound, “Pivert”, e soprattutto la foto sulla sua pagina facebook con la maglietta “Offence Best Defense” vanno probabilmente in questa direzione. “Offense Best Defense” è un marchio venduto dal negozio “Black Brain” di Verona di proprietà di “Ciccio” Mancini, un noto neonazista e ultrà del Verona. Salvini si fa spesso fotografare con la divisa della Polizia e allo stesso tempo, da capo delle “guardie”, indossa una maglietta che allude a una delle curve più razziste e con più diffidati d’Italia. Per fare un paragone, è come se il Ministro della Giustizia si facesse volutamente fotografare con una maglietta di Al Capone o Provenzano. Questo gioco d’equilibrismo politico potrebbe pure riuscirgli, visto che con l’introduzione del “codice etico” potranno essere direttamente le società calcistiche a “daspare” i propri tifosi, ritenuti responsabili di comportamenti violenti o semplicemente “non conformi”. Il 4 agosto 2017 è stato firmato il protocollo d’intesa “sulla fruizione degli stadi” dal Ministero degli Interni, dal Ministro dello Sport e dalla FIGC, che ha di fatto sancito il superamento della “Tessera del Tifoso”, riaprendo la possibilità ai non tesserati di andare in trasferta (salvo disposizione restrittive emanate dall’Osservatorio Nazionale) e slegando la sottoscrizione dell’abbonamento dalla stessa. Allo stesso tempo però il protocollo prevede l’introduzione di un “codice etico” o “di gradimento” da parte dei club, i cui tifosi sono obbligati a firmarlo per poter sottoscrivere l’abbonamento. Si tratta di un insieme di regole “di natura privatistica”, con le quali le società possono ritirare l’abbonamento o l’emissione dei biglietti (potenzialmente anche per sempre) a quei tifosi ritenuti responsabili di comportamenti “non conformi”.
Ogni singolo club ha la libertà di redigere il proprio codice, ma tra questi comportamenti “non conformi” è possibile prevedere anche gli insulti agli avversari o le contestazioni ai singoli giocatori o alla società, anche per mezzo di social network. Si dà pertanto ai vari presidenti uno strumento pericoloso e totalmente discrezionale, che mette a rischio la libertà di dissentire e contestare ad esempio una gestione troppo affaristica del club. In questo modo viene regalata la possibilità di eliminare quei tifosi ritenuti scomodi a quei dirigenti, che magari stanno portando a fallimento una squadra o sono responsabili della crisi strutturale del calcio italiano. Inoltre di fatto viene negata la possibilità di difendersi in caso di provvedimento illegittimo: ci si può opporre, ma solo tramite una memoria difensiva, che forse verrà esaminata dalla società, ossia dallo stesso soggetto che ha emanato ad esempio il ritiro dell’abbonamento. Infatti se dopo 20 giorni il club non ha risposto, il ricorso è da considerarsi nullo. La “Curva Nord Bergamo”, gli “Ultras Tito Cucchiaroni” della Sampdoria e i “Brescia 1911” hanno consegnato un documento all’On. Vito Crimi (M5S), Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con alcune proposte ben precise in merito alla gestione degli stadi. Ad esempio si chiede di porre fine al pieno potere discrezionale dei questori nell’emissione dei Daspo, proponendo che sia invece il giudice, al termine di un processo, e quindi dopo “un’attenta ed imparziale analisi delle prove a carico dell’imputato” a determinare l’eventuale allontanamento dagli stadi. Chiedono poi la cancellazione del codice di gradimento, in quanto esiste già un regolamento dell’uso dell’impianto, che prevede sanzioni da parte della Pubblica Autorità in caso di violazioni. Inoltre si chiede di imporre alle società quanto previsto all’art.5 dello stesso Protocollo, ossia di prevedere “l’acquisto libero dell’abbonamento, non più collegato al rilascio della carta di fidelizzazione”. Molti club stanno invece legando l’abbonamento alla sottoscrizione di una card o di una tessera, in cui è implicita l’adesione al codice di gradimento. Il documento poi si chiude con la richiesta dell’abolizione della richiesta di autorizzazione per l’accesso di strumenti del tifo (ad esempio megafoni, tamburi, striscioni) e la reintroduzione dei treni speciali per le trasferte. Si tratta di proposte di buon senso che vanno nella direzione di interrompere l’ormai ventennale sperimentazione negli stadi di norme repressive e liberticide. La clamorosa retromarcia ministeriale sulla Tessera del tifoso ha aperto potenzialmente degli spazi nuovi per il mondo ultras, che rischia tuttavia di vederseli chiudere immediatamente ed ulteriormente, se non si costruirà una forte contrapposizione alla privatizzazione del daspo con l’introduzione del codice di gradimento. Questo provvedimento è un ulteriore passo verso un calcio gentrificato, in cui il tifoso non è al centro, ma va bene solo fino a quando rimane compatibile e funzionale a rendere le partite uno show sempre più lucrativo. Sarà interessante vedere se dalle curve si muoverà qualcosa e allo stesso tempo sarà interessante vedere se Salvini continuerà ad indossare la maglietta “Offence best defense” anche in seguito ai primi violenti scontri che inevitabilmente scoppieranno negli stadi.
(*) tratto da Sport alla Rovescia
INTORNO A QUESTO GROVIGLIO DI QUESTIONI ecco un altro link interessante ripreso da “Osservatorio repressione”: Codice di gradimento, daspo societario e l’annientamento di una … Con un articolo di Jacopo Ricciardi e il comunicato stampa degli Ultras scritto durante il loro incontro di Arezzo con gli esempi di “reati” punibili grazie al codice (alcuni sono stati ricavati fedelmente dai codici pubblicati da alcune società).