«La prova nascosta»
Il romanzo di Laurence Cossè si muove con maestria tra fantascienza, thriller e religioni. Già che c’è db aggiunge una noticina sull’ultima covata di Urania
Grazie al consiglio di Raf recupero (con ritardo di circa 4 anni) «La prova nascosta», un bel romanzo che in Italia era stato pubblicato in ritardissimo (18anni) da edizioni e/o – 240 pagine per 16 euri – nella traduzione di Alberto Bracci Testasecca.
Laurence Cossè è un’autrice francese poco nota in Italia. Peccato, almeno a guardare la (scarna) nota di Wikipedia e a leggere «La prova nascosta».
Fantascienza o thriller? Fate voi, in ogni caso del sottogenere religioso. Senza troppo svelare (giustamente anche la quarta di copertina è cautissima) si può accennare che la trama ruota intorno alle “strane cose” che accadono quando arriva – per scritto – «la prova inconfutabile dell’esistenza di Dio». Inconfutabile appunto; dunque il problema non è la verifica ma l’opportunità (religiosa e soprattutto politica) di renderla pubblica o celarla.
Ed è bravissima l’autrice a mostrarci di cosa sono capaci i governi (quello francese in questo caso) e gli autonominati rappresentanti di dio, frazione Vaticano. I quali sono dispostissimi ad ammettere – senza orecchie scomode in giro – che loro, «i credenti» hanno sempre creduto pochissimo, fatta eccezione per qualche sant’uomo (più ridicolo che degno di imitazione).
Altro che sostituire il “vero” papa con un impostore – come aveva scritto Andrè Gide in «I sotterranei del Vaticano» – qui si farà molto di peggio. E con dotte motivazioni teologiche mescolate (non è una novità) a riflessioni su conti in banca, produzione e soprattutto ordine pubblico. Come sempre il paradiso può attendere mentre l’inferno forse è già qui. .
L’unico difetto (inevitabile?) è che quasi subito si intuisce come finirà ma bisogna dar atto a Laurence Cossè di condurre le danze con maestria.
Rispetto alle questioni religiose sarebbe stato meglio che il libro lo avesse recensito il mio amico Raf – più addentro di me, da molto tempo scristianizzato – in teologia ma lui ha deciso di non farlo. E una pur veloce ricerca in rete mi conferma che, almeno qui in VaticItalia, i recensori di professione abbiano deciso che era meglio ignorare codesto libraccio. Bravi credenti che appunto non credono?
Qualcuno dirà (provocatoriamente?) che quasi tutta la buona fantascienza è una cosmogonia e/o religione e che ogni spiritualità si intreccia con il fantastico. Ma riprenderemo questo “discorsone” in un’altra occasione.
POST SCRIPTUM SULL’ULTIMA COVATA IN CASA URANIA
Ho iniziato «Gravità zero» di Lois McMaster Bujold e magari ne scriverò prossimamente. Intanto ho riletto i due romanzi di Hal Clement sul “cacciatore”, riproposti insieme (da Urania Millemondi) con il titolo «Strisciavano sulla sabbia»: all’epoca non mi dispiacquero, soprattutto il primo, ma adesso mi son parsi noiosetti. Urania continua a spottare e pompare la traduzione (era ora, visto che ha vinto tre Premi Hugo) della trilogia di Nora K. Jemisin – per Oscar Fantastica – e annuncia su aprile «L’uomo che vedeva gli atomi» (ennesima-esima-esima ristampa) di Murray Leinster e «Progetto Quintaglio» di Robert Sawyer che io amo assai e lo stesso spero per Raf e tutte/i voi.