“La sporca guerra contro la Siria. Washington, regime e resistenza”
Ancora sul libro di Tim Anderson
di David Lifodi (*)
Contro la Siria è in corso una vera e propria campagna di disinformazione molto simile a quella condotta in questi ultimi anni contro il Venezuela bolivariano. Tim Anderson, attraverso un prezioso quanto accurato lavoro di controinformazione, basato sull’analisi di una mole imponente di fonti, documenta l’aggressione condotta ai danni della Siria non solo a livello politico e diplomatico, ma anche attraverso una costante opera di disinformazione a livello comunicativo ordita dai media occidentali e statunitensi.
La sporca guerra contro la Siria ha già un sottotitolo che spiega molto: <<Washington, regime e resistenza>>. Tim Anderson analizza con attenzione ogni parola. Quelli che vengono definiti ribelli non sono oppositori del presidente Bashar al Assad, ma un insieme di gruppi legati all’islamismo radicale, dai Fratelli Musulmani alle Brigate Farouq dell’Esercito Libero Siriano fino ad al-Nusra, che conducono una vera e propria guerra per procura per conto degli Stati uniti. È in questo contesto che Anderson parla della cosiddetta <<R2P – responsibility to protect>>, una dottrina che <<ha contribuito a fomentare massacri false flag da parte di gruppi armati in cerca di maggiori aiuti dall’estero>>. La tattica delle false flag, tramite la quale un esercito o gruppo armato fa apparire una sua azione militare o di altro genere come opera di un gruppo avversario, è stata ampiamente utilizzata in Siria. Tim Anderson racconta nel dettaglio il caso del massacro della Ghouta orientale, avvenuto nell’agosto 2013 e utilizzato per accusare il governo siriano di aver ucciso centinaia di civili, nonostante molte fonti indipendenti testimoniassero il contrario. Un episodio simile, sempre nel 2013, a dicembre, avvenne quando l’ospedale Al-Kindi di Aleppo fu distrutto da due camion bomba. Anche in quel caso, la responsabilità fu attribuita alle forze governative, ma bastava andare su internet per verificare che il massacro era stato rivendicato da al-Nusra e dall’Esercito Libero Siriano.
Ciò che emerge, nella ricostruzione di Anderson, è la crescente complicità tra le organizzazioni armate islamiche e gli Stati uniti. A questo proposito, l’autore evidenzia che <<il vicepresidente degli Stati uniti Joe Biden si spinse perfino oltre, spiegando che Turchia, Qatar, Emirati arabi uniti e Arabia saudita erano così decisi ad abbattere Assad… da riversare centinaia di milioni di dollari e decine, migliaia di tonnellate di armi nelle mani di chiunque fosse disposto a combattere contro Assad… (compresi) al-Nusra e al Qaeda ed elementi estremisti del jihadismo provenienti da altre parti del mondo…>>. Citando sempre fonti rigorosamente indipendenti, tra cui Counter Punch, Off Guardian, Hands off Syria e il navigato giornalista inglese Robert Fisk, Tim Anderson spiega come il presidente Obama prese la decisione di appoggiare i gruppi jihadisti dopo che, in passato, già l’ex presidente Bush aveva autorizzato la fornitura di armi a gruppi qaedisti in Siria.
Inoltre, dal lavoro di Anderson non escono bene ong liberal come Human Rights Watch, il cui presidente Kenneth Roth ha cercato più volte di collegare foto di massacri a Gaza o Kobane (dopo i bombardamenti Usa o di Israele) a quelli di civili siriani uccisi per i quali non c’è alcuna prova certa che i responsabili siano i militari fedeli a Bashar al Assad. Definito un piccolo cult negli ambienti antagonisti nordamericani, il libro di Anderson rappresenta un utile strumento per riflettere autonomamente su ciò che accade nell’intero scenario mediorientale.
“La sporca guerra contro la Siria. Washington, regime e resistenza”
di Tim Anderson
Zambon Editore, 2017
€ 16.80
(*) tratto dall’edizione italiana di “Le monde diplomatique” (giugno 2017)
In “bottega” trovate altri 2 interventi – accompagnati da commenti contrastanti – sul libro di Anderson: di Beppe Pavan qui Ancora su “La sporca guerra contro la Siria” di Tim Anderson e di Karim Metref qui “La sporca guerra contro la Siria” di Tim Anderson