La sposa e Buona notte Cenerentola

susanna sinigaglia

Fog – rassegna di danza e teatro – Triennale

Teatro dell’arte Milano

Trilogia Cadela Força

Capitolo I

La sposa

e

Buona notte Cenerentola

Carolina Bianchi

 

Anche se la serata inaugurale vera propria di Fog, la rassegna ormai tradizionale di Triennale Teatro, ha avuto luogo il 10 febbraio, le due sere precedenti hanno visto in scena questo spettacolo della brasiliana Carolina Bianchi.

Il lavoro si preannuncia come un misto fra monologo e performance di arte visiva alla Marina Abramović. La scena è spoglia, al centro si trova solo un tavolo bianco con una sedia dove si accomoda l’artista. Ci parla della sua concezione dell’arte e in particolare della performance teatrale come strumento attraverso cui inquietare il pubblico, interrogarlo e farlo sentire a disagio nella sua comoda posizione di “voyeur”, fuori scena. Perciò ci parla di quel filone di artisti e soprattutto artiste che hanno messo in gioco il proprio corpo sottoponendosi a dure prove di resistenza fisica e psichica. In particolare ci racconta il tragico caso di Pippa Bacca, che – in abito da sposa – l’8 marzo 2008 aveva intrapreso un viaggio in autostop insieme a una compagna abbigliata nello stesso modo, Silvia Moro.

Interpretando una performance itinerante intitolata Spose in viaggio attraverso 11 paesi segnati da conflitti, fra cui quelli balcanici, avrebbero raggiunto Gerusalemme. Alla tappa finale Pippa Bacca però non è mai arrivata. Dopo essersi separata dalla sua compagna a Istanbul ripromettendosi di rincontrarla a Beirut, a Gebze in Turchia aveva accettato il passaggio che per lei si rivelò fatale. E fu ritrovata alcuni giorni dopo stuprata e uccisa.

Carolina Bianchi ci mostra diverse foto di repertorio di Pippa in viaggio, con cartelli che mostrano la meta da raggiungere e per cui chiede il passaggio in auto; sorridente e serena.

 

 

Carolina si interroga sulla sua sorte: perché le due amiche avevano deciso di separarsi? C’era un qualche disaccordo fra loro? Si sa che Pippa aveva deciso di accettare il passaggio di chiunque, perché era convinta che se si offriva fiducia alle persone, non l’avrebbero tradita; in fondo era questo lo scopo della sua performance, il rischio che aveva deciso di assumere su di sé. L’abito da sposa, il bianco avrebbero dovuto farle da scudo; rappresentano simbolicamente la purezza e l’inviolabilità di una promessa. Silvia però non era dello stesso parere e probabilmente si erano separate per trovare fra loro una nuova armonia; ma la separazione aveva segnato il destino di Pippa. È inquietante pensare come le scelte a volte più ordinarie possano improvvisamente imprimere alla vita una svolta tragica.

Nel 2020 è uscito un documentario intitolato Sono innamorato di Pippa Bacca, di Simone Manetti. E Carolina Bianchi lo cita facendolo proprio.

Esaurito il racconto sull’ultima impresa della sfortunata artista, la performer si siede al tavolo per rivelarci che sta per bere un liquore in cui ha sciolto una “droga da stupro” che in Brasile chiamano “buona notte Cenerentola” e le farà perdere i sensi; la performance continuerà interpretata dagli attori e attrici della sua compagnia.

Riporta anche statistiche impressionanti di femminicidi e violenze sulle donne nel suo paese, che si accentuarono in modo atroce durante gli anni della dittatura e che hanno avuto un revival con il governo Bolsonaro. Mentre parla, su uno schermo alla sua destra vengono illustrate con precisione le circostanze in cui avvengono e le cifre. Quindi l’artista si lancia appassionatamente nell’interpretazione della canzone Giorni di Mina, e continua il monologo finché non sopraggiunge l’effetto della droga. Riesce a sdraiarsi sul tavolo e cade nel sonno.

Silenzio. Silenzio. Silenzio.

Per un momento ho pensato che l’artista volesse mettere alla prova il pubblico infliggendogli due ore di silenzio punteggiato solo da immagini proiettate sullo schermo in fondo al palco. Purtroppo non è successo. Vediamo entrare invece il gruppo di attrici e attori della sua compagnia come da lei preannunciato. E la performance comincia a scivolare lungo la china che la porta a sfiorare una vera e propria pornografia dell’orrore; per precipitare infine in un buco nero da cui non potrà più risalire malgrado un ultimo, velleitario quanto vano tentativo di riscatto.

Susanna Sinigaglia
Non mi piace molto parlare in prima persona; dire “io sono”, “io faccio” questo e quello ecc. ma per accontentare gli amici-compagni della Bottega, mi piego.
Quindi , sono nata ad Ancona e amo il mare ma sto a Milano da tutta una vita e non so se abiterei da qualsiasi altra parte. M’impegno su vari fronti (la questione Israele-Palestina con tutte le sue ricadute, ma anche per la difesa dell’ambiente); lavoro da anni a un progetto di scrittura e a uno artistico con successi alterni. È la passione per la ricerca che ha nutrito i miei progetti.

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