La strage di Salem

Il 12 giugno la “strega” Bridget Bishop viene impiccata, ma è solo la prima vittima di un’escalation

I processi e le condanne a morte del 1692 per stregheria e stregoneria nel paesino di Salem (Massachussetts) restano un caso esemplare di fanatismo religioso.

Riassumo i fatti accertati, utilizzando – come punto di partenza – la voce, abbastanza ben fatta, di Wikipedia e che ho verificata (e un pochino ampliata) in biblioteca con altri testi.

Il primo anello della catena è nell’inverno 1691-1692 quando due ragazzine – Elizabeth Parris e Abigail Williams (la prima figlia di un parroco e la seconda nipote) – iniziano a comportarsi in modo “strano”: spesso taciturne, si nascondono il più possibile, «strisciano sul pavimento». I medici non sanno cosa dire però minimizzano; tranne uno, William Griggs, il quale l’8 febbraio 1692 sentenzia: «sono possedute dal diavolo».

La voce corre, la gente si agita. Chi ha qualche vendetta da compiere ne approfitta. Scattano accuse contro altre donne e ragazze che si comportano in modo bizzarro: sono quasi tutte emarginate socialmente e/o trasgrediscono i rigidi canoni puritani.

A quanto sembra una donna, Mary Sibley, propone un espediente (Witches’cake, la torta delle streghe) per identificare “con certezza” le indemoniate: si prepara una focaccia di segale – attenzione alla segale, ne riparleremo più avanti – e urina delle ragazze sospettate per darla in pasto a un cane. Se l’animale avesse aggredito le streghe… ecco la “prova”. Però il cane non ringhia alle ragazze. Sono innocenti? Ma, dopo un po’, la bestia si ammala e questo viene preso come un segnale diabolico. Sono certamente colpevoli

Da qui – da un cane malato e da altre sciocchezze simili – la situazione precipita. Le due ragazze e altre vengono interrogate per farle confessare di essere streghe o di conoscere chi ha rapporti col demonio. Le accuse vengono re-indirizzate verso una schiava, Tituba: è africana o indiana o india (comunque «di colore») e ciò la rende una colpevole perfetta. In qualche modo viene indotta a confessare, ad accusare altre. Sulla sua vicenda va letto «Io, Tituba strega nera», splendido romanzo di Marysa Condè (fu pubblicato da Giunti).

Il 25 febbraio, la dodicenne Ann e la quattordicenne Elizabeth indicano altre due streghe quasi altrettanto “buone” … di una “nera”: infatti Sarah Good è una mendicante e parla spesso da sola mentre Sarah Osborne è anziana, inferma e “colpevole” di aver dato i suoi soldi a un amante dopo la morte del marito.

Il tribunale comincia il suo cammino di sangue: il 30 febbraio, Sarah Osborne, Sarah Good e Tituba “Indians” vengono interrogate. Le due bianche si dichiarano innocenti, la “nera” confessa (dopo la tortura) di avere rapporti con il demonio ed è l’unica che si salverà.

La caccia continua: fra le accusate persino Dorothy Good di 4 anni, colpevole di essere la figlia di Sarah. L’escalation toccherà poi persone “insospettabili”, quasi sempre donne con qualche uomo di contorno.

Sorprende se in questo clima molte persone iniziano a comportarsi in modo ancora più eccentrico? O se parole e gesti un po’ insoliti – che sino ad allora erano stati considerati stranezze di poco conto – da allora vengono visti come demoniaci?

Il meccanismo delle “indagini” è pazzesco: chi fa nomi di streghe-stregoni ha salva la vita. Le accuse coinvolgono ogni classe sociale ma le condanne sono sempre (tranne una) per chi appartiene al “fondo” della società. Comunque tutte e tutti gli arrestati che hanno soldi riescono a evadere: curioso, vero?

Bisogna chiamare un giudice dall’Inghilterra.

Alcune accusate muoiono in carcere.

E la situazione precipita.

Un minimo di cronologia aiuta a capire l’escalation. I processi iniziano ad aprile. Il 10 maggio Sarah Osborne muore in carcere. Il 2 giugno inizia il processo contro Bridget Bishop che viene condannata a morte: il 12 giugno sarà impiccata.

Il 29 giugno inizia il secondo processo. Il 19 luglio altre 5 «streghe» vengono impiccate.

In un crescendo che appare inarrestabile il 5 agosto si apre la terza fase dei processi e il 19 agosto sono uccisi 4 uomini e una donna mentre un’altra donna è “graziata” perchè incinta. Chi manifesta dubbi su questo meccanismo viene considerato sospetto così finisce a sua volta sotto processo.

Si va avanti fino al 22 settembre con le ultime 8 impiccagioni (6 donne e 2 uomini). E sotto processo finirà persino un religioso, George Borroughs, proprietario di terre: è colpevole, deve morire. A settembre ancora 9 condanne a morte ma in 5 casi la pena viene sospesa. Il 19 settembre 1692 Giles Cory (marito di un’accusata, aveva 80 anni) muore sotto tortura. Tre giorni dopo ci saranno le ultime esecuzioni. Fra gli “indiavolati” si trova anche un poliziotto che si era rifiutato di continuare con arresti arbitrari: di certo – spiega qualcuno – glielo aveva suggerito il demonio.

Le critiche verso la catena di montaggio dei processi però sono cresciute persino dentro la Chiesa puritana. Inoltre fra arresti e processi nessuno lavora più. E poi le accuse stanno chiamando in causa, oltre a donne di infima condizione sociale, anche signore “per bene” (cioè ricche) e qualche uomo altolocato: evidentemente è… inaccettabile. E dall’alto arriva un messaggio chiaro: “bisogna darsi una calmata”.

Inizia la de-escalation: a novembre le inchieste vengono sospese. I nuovi giudici esamineranno i casi delle 49 persone ancora detenute: 46 assoluzioni e 3 condanne a pene “minime”.

In pochi mesi Salem torna rapidamente a essere un luogo come altri, senza streghe o stregoni, senza adolescenti che trescano col demonio.

Questa breve ma sanguinosa paranoia collettiva lascia molti segni nella storia e nell’immaginario degli Stati Uniti. Nel romanzo «La lettera scarlatta» di Nathalien Hawthorne nel 1850 ma soprattutto nell’opera teatrale «Il crogiuolo» di Arthur Miller che va in scena nel 1953 e allude, senza ombra di dubbio, alla nuova “caccia alle streghe” contro i comunisti: è nota come maccartismo perché il senatore Joe Mc Carthy fu il suo scatenatore, caduto in disgrazia quando iniziò a mirare troppo in alto… proprio come a Salem.

C’è chi ha ipotizzato che a Salem (come altrove) fra i molti meccanismi che scatenarono fobie e allucinazioni collettive vi fosse… la segale. O meglio un «pane maledetto» che produceva pazzia temporanea. Esiste un libro importante – purtroppo poco noto – che ci aiuta ad allargare il discorso indagando nei rapporti fra erbe, visioni, fame e rivolte, cercando anche di capire come il potere spesso gestisse droghe e stregoneria (anzi stregheria perché soprattutto di donne si parla) ora come valvola di sfogo ora come pretesto per reprimere. Persino distribuendo le droghe, regalandole quando occorreva. Questo libro è «Il pane selvaggio» di Piero Camporesi. Ne riproduco qualche passaggio (dal capitolo 13).

«E’ errato supporre che sia necessario arrivare al capitalismo ottocentesco […] per veder sorgere il problema della diffusione di massa dei derivati dell’oppio […] per neutralizzare il furore delle folle e ricondurle – attraverso il sogno – alla “ragione” voluta dai gruppi di potere. La guerra dell’oppio contro la Cina, le Black Panther “domate” dalla droga, il “riflusso” degli studenti americani ed europei […] sono gli esempi più comunemente usati […]. Anche l’età preindustriale ha conosciuto – seppur in maniera più imprecisa, rozza e “naturale” – strategie politiche alleate alla cultura medica, sia per smorzare i morsi della fame sia per contenere i furori della piazza. […] I tentativi più interessanti e le sperimentazioni più disinvolte si indirizzano verso la confezione di pani truccati, leggermente allucinanti e blandamente stupefacenti, come quel “pane papaverino” […] conosciuto dalla medicina galenica come ipnotico […] Meglio una città popolata da stupidi […] che una città sconvolta da tumulti e sollevazioni». Interessante no? Il libro va letto per intero, fra l’altro è scritto anche splendidamente.

Può darsi naturalmente che il caso di Salem non rientri fra quelli in cui la “segale cornuta” (o un altro «pane selvaggio») abbia giocato un ruolo.

Resta con ogni evidenza che le varie Chiese hanno per secoli perseguitato, con particolare accanimento, e ucciso le donne: colpevoli ora di essere eretiche, ora streghe, ora assassine, ora ribelli o semplicemente scomode. La ragione di quest’odio delle Chiese (a gerarchia maschile) e dei loro complici contro le donne ha radici antiche con molte, troppe tappe dimenticate.

C’era probabilmente un motivo in più, in certi periodi e luoghi, per accanirsi contro le donne: erano loro – le “signore delle erbe” – a possedere antichi saperi e una nuova, importante classe (quella dei medici) non tollerava la loro concorrenza così alcuni non esitavano ad accusarle di essere streghe.

«Le streghe hanno smesso di esistere quando noi abbiamo smesso di bruciarle»: così un lapidario Voltaire. Vero: allora, come oggi. Gli ultimi papi – anche l’attuale, quello che si presume progressista – ci dicono che il demonio è fra noi. Che servono gli esorcisti. Segnali da non sottovalutare, ignoranze da denunciare e combattere alla luce del sole.

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

Un commento

  • Chelidonio Giorgio

    Il “diverso” è sempre stato il vero “demonio”: si è quasi sempre tollerato il “diverso fisiognomico”, salvo magari usarne la diversità per addossargli colpe per sviare responsabilità nei momenti di tensione sociale.
    Recentemente, visitando il duomo di Fermo (nelle Marche), mi sono imbattuto in un affresco tardo quattro-cinquecentesco raffigurante “San Simonino da Trento” (1), un episodio di antisemitismo violento gestito da un principe-vescovo di Trento, che trasformò cittadini innocenti in indiziati fatti confessare con la tortura, nonostante che papa Sisto IV ne avesse subito dopo proibito il culto sotto pena di scomunica. Ma la venerazione popolare ebbe la meglio sul mancato riconoscimento ufficiale del papato: Simonino da Trento venne incluso in molti martirologi e così il suo culto (e la credulonità popolare in miracoli connessi) (3) si diffuse ben oltre l’area trentina. Solo nel 1965 un vescovo di Trento (4) ne abolì il rituale e la venerazione. Dunque, una fake news durata quasi mezzo millennio. C’è da sperare che quelle diffuse attualmente per interessi elettoralistici durino …un po’ meno.

    1) https://www.academia.edu/17567595/San_Simonino_da_Trento._Un_culto_locale_dall_antisemitismo_politico_al_Concilio_Vaticano_II
    2) http://www.ereticopedia.org/simone-da-trento
    3) http://www.santiebeati.it/dettaglio/91019
    4) http://www.incontrostoria.it/Simonino.htm

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