LA STRISCIA
(Roba del Pabuda…)
giù
dove fan tappa
tra una scartoffia
e l’altra
i fumatori
per fumare,
un paio di tiri fa,
c’era un tipo –
vistosamente
in sovrappeso,
tutto fasciato
in una tuta bianca
cartacea
e fin troppo aderente –
che dipingeva
con perizia
(e con un piccolo rullo,
ovviamente)
una striscia gialla per terra:
a un metro e qualcosa
di distanza
dal muro di cinta.
(ornato –
il muro, s’intende –
da grazioso filo spinato
e, secondo
qualche ben informato:
pure
potentemente
elettrificato).
il candido ciccione,
a cadenza regolare,
intingeva il piccolo rullo
in un secchio
di denso pigmento
per poi farlo rotolare
tra due binari
di nastro adesivo
precedentemente
assicurati all’asfalto:
ne sortiva
una danza gradevole
da osservare,
per quanto rudimentale,
e primitiva:
un passo a destra,
un passo a sinistra
una pucciatina di rullo
nel secchio di giallo,
due o tre
goccioline di vernice
che precipitano
in terra a casaccio
e poi da capo:
un passo a destra,
un passo a sinistra
col rullo che rotola
tra i binari,
lasciando giù
il suo bel giallo:
fresco, denso
e splendente.
e anche…
le anche, fasciate
nel bianco,
sempre
a far quel movimento
che ricorda vagamente
il pendolo
e provoca nell’osservatore
(soprattutto se fumatore)
un leggerissimo
mal di mare.