La Striscia #04 14/07/2014

Quarto appuntamento con “La Striscia”, dirette da/sulla Palestina (*)

Con 3 collegamenti da Gaza ed uno da Catania. Il primo collegamento in programma, quello con Khalil Shahreen, è stato rimandato a fine trasmissione in quanto purtroppo chi doveva essere intervistato si trovava in una situazione di tensione, perchè le case del suo quartiere si trovavano sotto rischio di bombardamento.

Taraji Aburjela: vive a Khuza’a, un villaggio nel sud della Striscia di Gaza, ci racconta di come mezz’ora prima dell’intervista abbiano colpito ed ammazzato un uomo in motocicletta nel suo villaggio, e di come si sia trovata di fronte a corpi sventrati, bambini con la testa distrutta ecc. Taraji ogni notte, come circa 2000 persone del suo vicinato, lascia la sua casa (che si trova a poche centinaia di metri dalla barriera di separazione tra Gaza e i territori del ’48) per trovare rifugio in luoghi più sicuri all’inerno del centro abitato.

Giacomo, da Catania, ci racconta in diretta della mobilitazione nella sua città in solidarietà con il popolo palestinese e con la sua resistenza. Punta l’attenzione sugli stretti legami tra Italia e Israele, che rendono il nostro Paese complice di una potenza assassina. Invita inoltre a partecipare alla prossima manifestazione no-muos.

Charlie Andreasson, attivista dell’Inernational Solidarity Movement e dell’Arca di Gaza, ci aggiorna sulla situazione nell’ospedale dove 9 internazionalisti si danno i turni per fare da scudi umani: l’ultimo piano dell’ospedale è stato praticamente distrutto, nell’ospedale sono prsenti diversi malati, di cui alcuni in coma, ed è sotto minaccia di essere comletamente distrutto dalle forze di occupazione. Diversi missili sono caduti nelle vcinanze, scuotendo le mura dell’edificio. Charlie ci spiega anche come l’attacco all’Arca di Gaza, nel porto, fosse mirato a quell’imbarcazione in particolare.

Khalil Shahreen, direttore della sezione di economia e diritti umani presso il PCHR (centro palestiese per i diritti umani), si trova a Tel el Hawa, dove l’aviazione israeliana ha lanciato diversi missili “di avvertimento”, così la gente si è riversata in strada per non trovarsi nelle case quando queste verranno bombardate. Ha dato diversi numeri riguardanti i danni (come per esempio 300 case completamente distrutte, 1200 case gravemente danneggiate; 35 scuole, 5 ospedali e 10 moschee gravemene danneggiati; oppure 178 martiri, tra cui 36 bambini, 35 donne e 3 ragazze disabili); ha ribadito come tutto questo vada contro le leggi internazionali e umanitarie, ed ha enfatizzato la complicità della comunitaà internazionale con Israele. Inoltre, ha rilanciato l’appello ad intensificare le mobilitazioni perchè questi crimini sionisti devono finire.

Qui la puntaa per esteso http://www.radiazione.info/2014/07/la-striscia-04-14072014/

(*) In onda su www.radiazione.info dalle 18.30 alle 19.30 (mercoledì 16 dalle 18 alle 19)

Rom Vunner

Un commento

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    IL GRIDO DI GAZA
    La campagna sarà “lunga, graduale ed estesa”. Netanyahu non ha usato giri di parole. Nel 2008, l’ultima invasione israeliana della Striscia di Gaza fece 1.100 morti. Chiunque si mostri sorpreso dalla ferocia “difensiva” di Tel Aviv finge o sceglie di ignorare la storia di quella occupazione. A muoverla è ancora una volta il possesso della terra, nei giorni scorsi Robert Fisk lo ha ricordato agli smemorati. E l’assoluta rimozione della memoria, insieme alla necessità che il mondo non consideri umani i Palestinesi, è la chiave della strategia di guerra dello Stato “ebraico”. Uno Stato che cancella il 20 per cento dei suoi cittadini arabi e racconta di essersi fatto da sé rinnovando ogni giorno il suo mito autogeno. La stupefacente resistenza dei Palestinesi non è certo affidata ai razzi ARTICOLI DI SANTIAGO ALBA RICO, ROBERT FISK, EGIDIA BERETTA, ALESSANDRA MECOZZI, EDUARDO GALEANO, NOAM CHOMSKY

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