La sulfurea tragicomica poesia di Attilio Lolini
di Sandro Sardella
LA SULFUREA TRAGICOMICA POESIA di ATTILIO LOLINI
nel tempo ci sono state persone che nell’incontrarle mi
hanno dato .. insegnato .. quel blues che lo scorrere degli
anni non ha spento ..
gli anni ’70 e ’80 .. del secolo scorso .. furono ricchi di
pubblicazioni politiche poetiche artistiche e .. nel mio
giovanile cercare .. Attilio Lolini lo scoprii leggendo la
rivista fiorentina “Salvo Imprevisti” .. (dalla quale poi
nacque il collaborare con Roberto Voller e Aldo
Remorini che parteciparono all’esperienza di “abiti-
lavoro” – quaderni di scrittura operaia) ..
e .. fu Attilio Lolini a farmi scoprire e incontrare lo
scrittore poeta critico d’arte Piero Santi (per il quale
lui si è strenuamente battuto perché fosse riconosciuto
il suo valore nella storia della letteratura del ‘900) ..
me lo presentò al “Mercatino della Poesia” che si
teneva a Ravenna .. e poi .. sempre il Lolini editore
dei “Quaderni di Barbablù” in Siena .. mi pubblicò
una mia breve raccolta poetica nel “Quaderno
Collettivo N.1 “ nel 1984 ..
dopo esserci incontrati talvolta a Firenze a casa del
Santi .. non ci siamo più sentiti .. da anni si era
appartato a San Rocco a Pilli .. un borgo vicino a
Siena .. leggevo qualche suo articolo sul manifesto
.. è morto nel giugno del 2017 .. ma ..
ho sempre letto la sua poesia beffarda rabbiosa
ironica illuminante .. un frizzante antidoto alla
trombonaggine diffusa nel piccolo mondo antico
delle patrie lettere ..
*
Bar
So nulla di me
e subito ti chiesi:
dove nel vago occidente
mi trovo?
Giuro che nel bar di V.
non ti ho riconosciuto
forse è la nebbia
sempre fitta
che entra dappertutto
oggi i poeti s’assomigliano
stupide scimmie
e butto giù un sorso
sì dovrei lasciar correre
e ripetere finchè vivo
le parole dell’inizio.
*
cosa faremo dei giorni che rimangono
dove troveremo il coraggio
per portare in giro questo corpo
un po’ ripugnante
ormai sfiorito
è l’età questa che deforma
gli specchi ridono malvagi
ci fissano da spazi
d’ironie sconfinate
conoscersi è difficile
riconoscersi impossibile
abitare la necropoli abitare l’occidente
tira la somma è zero
inventario di banalità e menzogne
questo il libro tuo
le rovinaparole sono etichettate
abbiamo frugato da ogni parte
scoperchiate le pattumiere
dei quartieri ricchi
c’erano nomi esotici incollati
t s eliot o qualche altro
gelato nelle amate forme
vanamente tirando il filo
che qualche demente arianna
lasciò per caso davanti alla porta
ora li hai ripresi sbracati
nelle laide bocchefogne
un diluvio di detriti
galleggiano sono stronzi
fuori i vecchi busti di gesso
il museo si rinnova ci prenotiamo
guarda i poeti nostri amici (noi)
sono laidi orridi
puoi sorprendere ogni specie di distrofie
di complicati tic
eppure vogliamo cambiare il mondo
la dichiarazione di guerra è firmata
l’ho sottoscritta anch’io da questa stanza
delle farse
con sottofondo hammerklavier-sonate
questa notte o l’altra
ho scoperto che la disperazione è un trucco
più raffinato
sono andato in bagno
a lavarmi i denti
*
Sputo
Da quando ho deciso
d’esser muto
rispondo a tutti
con uno sputo
stanno da sole
le stupide parole
nessuno più le tocca
ora non apro bocca
mi pare sia decente
da parte di uno
che non ha mai detto niente.
(da: Notizie dalla necropoli 1974-2004, postfazione di Sebastiano Vassalli, Einaudi 2005)
.. “ .. ma ancor prima di conoscerlo avevo deciso
di farne, tra i contemporanei, il mio poeta; e di
farne anche un mio personaggio. Mi ero infatti
irrimediabilmente stancato delle poesie scritte
per le carriere di poeta e per vedere il proprio
nome stampato nelle recensioni; mi ero
altrettanto irrimediabilmente persuaso che
nel nostro tempo la poesia, se è veramente
tale, richiede un prezzo sempre più alto in
termini di vita. Che non è una carriera ma,
al contrario, un buttarsi via, una dissipazione
di sé: cosa che Attilio sa fare benissimo. .. .. “
(dalla postfazione di Sebastiano Vassalli)
Grazie Sandro per il ricordo di Attilio Lolini, che anch’io avevo conosciuto tramite Il manifesto e in particolare grazie a Tommaso Di Francesco.Le sue folgoranti poesie mi avevano molto colpito, e quindi domani rileggero ” Poesie a Mezz’Aria “, apparse nei Taccuini di Barbablù.