L’anarchico che costruiva giocattoli…
Il 10 settembre 1891 nasceva Simón Radowitzky che, a 18 anni con un suo “giocattolo-bomba”, vendicò il massacro di decine di manifestanti a Buenos Aires.
di Benigno Moi
Il 1° maggio del 1909 a Buenos Aires, in occasione della Festa dei Lavoratori, furono organizzate due manifestazioni: una dai socialisti, e l’altra dagli anarchici della FORA[i].
Simón Radowitzky, un diciottenne arrivato in Argentina l’anno precedente, in fuga dalla Russia per motivi politici, partecipò alla seconda, in Plaza Lorea, a pochi metri dal Palazzo del Congresso Nazionale.[ii]
La Piazza Lorea era fortemente presidiata dalle forze di polizia, guidate dal capo della polizia di Buenos Aires in persona, il colonnello Ramón Falcón[iii], che volevano impedire al corteo di entrare nella piazza e caricano i manifestanti. La dura repressione voluta e cercata da Falcón lasciò a terra 12 morti e quasi un centinaio di feriti.
Il colonello, al comando della polizia della capitale dal 1906
ma già precedentemente responsabile di dure repressioni e omicidi di piazza, era stato scelto proprio perché considerato l’uomo capace di reprimere le proteste sempre più frequenti e decise dei lavoratori contro il crescente sfruttamento, i salari bassi e la disoccupazione derivanti dallo sviluppo selvaggio dell’economia argentina di inizio secolo, che attirava migranti e fuoriusciti dall’Europa.[iv]
Dopo il massacro del 1° maggio 1909 la repressione di Falcón continuò, in quella ch’è passata alla storia come la Settimana rossa argentina[v].
Già nel 1904 le manifestazioni del 1° maggio a Buenos Aires erano state represse nel sangue, con una quarantina di manifestanti uccisi dalla polizia.
Simón Radowitzky
Simón Radowitzky era nato nel settembre del 1891 in un piccolo villaggio dell’attuale Ucraina, in una famiglia operaia di origine ebraica. Iniziò a lavorare da ragazzino in un’officina meccanica e a 14 anni fu ferito da una sciabolata nel corso degli scontri seguiti ad uno sciopero e, poco dopo, arrestato e condannato a 4 mesi di carcere per aver distribuito volantini.
Aveva meno di 15 anni quando fu nominato segretario del Soviet della sua fabbrica, l’anno della Rivoluzione russa del 1905, e condannato alla deportazione in Siberia.
Scappò dall’Europa e nel 1908 arrivò in Argentina, dove entrò a lavorare come meccanico alla Central Argentine Railway, nella cittadina di Campana.
L’attentato a Falcón.
I fatti del 1° maggio 1909, e la repressione della settimana successiva, segnarono fortemente Simón che “rimase colpito dall’accaduto: si era trasferito da Kiev in Argentina perché, a detta di molti, era una terra promessa. Capì che la promessa era soprattutto per chi si arricchiva sulle spalle del lavoro della povera gente. E a guardare gli interessi di questi uomini vi erano i militi armati che avevano massacrato i lavoratori. E il loro capo, Ramon Falcon, omaggiato persino dal presidente argentino in seguito ai fatti della Semana Roja.”[vi]
“Decise quindi di vendicare i lavoratori morti e preparò una bomba, che lanciò il 14 novembre 1909 contro il colonnello Falcón, uccidendo lui e il suo segretario. Tentò quindi di suicidarsi.”[vii]
Simon fu subito “catturato e, essendo troppo giovane per la pena di morte, condannato all’ergastolo. La pena doveva essere scontata nella famigerata prigione di Ushuaia nella Terra del Fuoco, nota come la prigione alla fine del mondo, dove gli fu assegnato il numero di prigioniero 155.[viii]
“Il movimento anarchico e in primo luogo la FORA e l’AIT organizzarono numerose campagne per farlo rilasciare.[ix] L’anarchico Miguel Arcangel Roscigna arrivò persino al punto di farsi assumere come guardia carceraria per cercare di aiutarlo a fuggire.
Nel novembre 1918, un gruppo di anarchici riuscì ad aiutarlo a fuggire e ad attraversare il confine con il Cile. Arrestati dalla marina cilena, furono consegnati alle autorità argentine.
Dopo 21 anni trascorsi in prigione a Ushuaia e numerose campagne di solidarietà, gli fu finalmente concessa l’amnistia nel 1930 con l’obbligo di lasciare il territorio. Si stabilì a Montevideo, in Uruguay. Dopo il colpo di stato del 31 marzo 1933, lottò contro la dittatura di Gabriel Terra. Arrestato, fu deportato nell’isola di Flores da dove fuggì nel 1933, poi andò in Spagna dove fu attivo nella CNT-AIT. Durante la rivoluzione sociale spagnola del 1936, combatté sul fronte di Aragona e poi lavorò per l’Ufficio di propaganda estera della CNT-AIT a Barcellona. In particolare, collaborò all’edizione russa del Bollettino informativo della CNT-AIT.
Nel 1939 fu internato in Francia nel campo di concentramento di Saint-Cyprien nei Pirenei orientali, condividendo la sofferenza di centinaia di migliaia di spagnoli fuggiti dal fascismo. Rilasciato, partì per il Messico dove prestò servizio presso la Sezione Messicana della Solidarietà Antifascista Internazionale (SIA), fino alla sua morte per infarto nel 1956. [x]
“infine si sarebbe nuovamente rifugiato al di là dell’Atlantico, fabbricando giocattoli per bambini a Città del Messico, nei pressi della casa dove viveva e fu assassinato Lev Trockij.”[xi]
La vita di Simón “costruttore di giocattoli”, giocattoli per i bambini di Città del Messico sul finire della sua avventurosa vita, e non solo di “ordigni vendicatori di soprusi”, l’ha scritta anche uno scrittore italiano, Tito Barbini: Il fabbricante di giocattoli, Arkadia Editore, 2021.
Ma è, ovviamente, negli ambienti anarchici, soprattutto di lingua spagnola, che la vita di Simón Radowitky è stata cantata, raccontata e tramandata, togliendola dall’oblio, soprattutto nella prima metà del Novecento.
“Porto qui per Simone
questo mazzo di fiori,
dal giardino dei dolori
dell’anima e del cuore:
coraggioso e determinato,
questo gruppo che è stato
fatto con le fibre dell’anima,
in un momento senza calma
di un ribelle convinto.”
Così cantava negli anni ’20 il payador Manlio.[xii]
E, come riporta sempre Osvaldo Bayer, così iniziava un volantino del quotidiano anarchico La Protesta per il 1° maggio 1918: «Mille e mille volte terra dannata e odiata dalla criminalità, dalla sofferenza e dai sicari. Sotto la sferza ghiacciata dei tuoi uragani l’uomo geme; l’angoscia rode gli animi delle vittime; Stanno morendo quelli che si sacrificano, i Radowitzky, martiri della folla di Mauser, e, sopra l’orribile concerto di singhiozzi, si sente sinistramente la risata del boia.»
Bibliografia
Tito Barbini: Il fabbricante di giocattoli, Arkadia Editore, 2021.
Augustin Comoto, 155 Simon Radowitzky, Ed spagnola, Nordica Libros. 2016
Bayer Osvaldo, Gli anarchici espropriatori e altri saggi sulla storia dell’anarchismo in Argentina. Archivio famiglia Berneri, 1996
Marti Alejandro, La Biografia Del Anarquista Simon Radowitzky, FisicalBook, 2000
LINK
https://www.anarcopedia.org/index.php/Sim%C3%B3n_Radowitzky
https://it.wikipedia.org/wiki/Sim%C3%B3n_Radowitzky
https://www.tiempoar.com.ar/politica/una-historia-en-blanco-y-negro-salpicada-de-rojo/
https://www.lapoesiaelospirito.it/tag/simon-radowitzky/
https://www.amazon.it/Prisoner-155-Radowitzky-Agust%C3%ADn-Comotto/dp/1849353026
https://elhistoriador.com.ar/simon-radowitzky/
https://libcom.org/article/kind-hearted-executioner
https://libcom.org/article/radowitzky-simon-1891-1956
https://it.wikipedia.org/wiki/Ram%C3%B3n_Lorenzo_Falc%C3%B3n
Note
[i] https://it.wikipedia.org/wiki/Federaci%C3%B3n_Obrera_Regional_Argentina
[ii] Il movimento anarchico internazionale sentiva sostanzialmente proprie le origini della Festa dei Lavoratori e del maggio, risalenti alla Rivolta di Haymarket a Chicago del 1886 e alla conseguente condanna a morte degli anarchici passati alla storia del movimento operaio come “i martiri di Chicago”. https://www.anarcopedia.org/index.php/Martiri_di_Chicago https://it.wikipedia.org/wiki/Rivolta_di_Haymarket
[iii] https://it.wikipedia.org/wiki/Ram%C3%B3n_Lorenzo_Falc%C3%B3n
[iv] “Il colonnello Falcón era stato il miglior ufficiale del generale Roca nella cosiddetta Campagna del deserto (che in realtà era lo sterminio dei popoli nativi dell’Argentina). Inoltre, aveva raggiunto la fama nell’Argentina conservatrice come repressore degli scioperi dei condomini guidati dalle donne immigrate che si rifiutavano di pagare i continui aumenti di affitto dei proprietari. Il colonnello Falcón dimostrò la virilità che gli fece guadagnare il titolo di colonnello entrando, brandendo la mazza, in quelle abitazioni miserabili e sovraffollate, dove vivevano 140 residenti per condominio, con una sola patetica scusa per un bagno. Proprio come aveva fatto il suo capo Roca il 1° maggio 1904, Falcón attaccò i 70.000 lavoratori che riempivano Plaza Lorea. I resoconti diranno in
seguito che in seguito rimasero 36 pozze di sangue. Fu un attacco feroce, ma completamente codardo, perché senza preavviso, il colonnello ordinò alla polizia di aprire il fuoco sulla folla di lavoratori” da https://libcom.org/
[v] https://it.wikipedia.org/wiki/Settimana_rossa_(Argentina)
[vi] Da Cronache Ribelli https://www.facebook.com/profile/100068586679675/search/?q=Sim%C3%B3n%20Radowitzky
[vii] ibd
[viii] Da: La vita dell’anarchico dimenticato Simón Radowitzky raccontata in una graphic novel
Sam Jones a Madrid, 28/12/2016
[ix] Anche i movimenti comunisti manifestarono per chiedere la liberazione di Radowitzky, solidarietà che Simon respinse con una lettera aperta in cui ricordava gli anarchici imprigionati in Russia: https://libcom.org/article/open-letter-uruguayan-communist-party-and-cgt-simon-radowitzky-1936
[x] Da “Le radici ucraine della rivoluzione spagnola del 1936, https://libcom.org/
[xi] https://www.lapoesiaelospirito.it/tag/simon-radowitzky/
[xii] I payador sono i cantastorie, soprattutto creoli”, coloro che hanno cantato di più di Simón Radowitzky, chiamato “il martire di Ushuaia”. Osvaldo Bayer: https://elhistoriador.com.ar/simon-radowitzky/
Una piccola, grande storia.
Ripreso sul blog greco Moto perpetuo
https://aenaikinisi.wordpress.com/2024/09/20/%ce%bf-%ce%b1%ce%bd%ce%b1%cf%81%cf%87%ce%b9%ce%ba%cf%8c%cf%82-%cf%80%ce%bf%cf%85-%ce%ba%ce%b1%cf%84%ce%b1%cf%83%ce%ba%ce%b5%cf%8d%ce%b1%ce%b6%ce%b5-%cf%80%ce%b1%ce%b9%cf%87%ce%bd%ce%af%ce%b4%ce%b9/