Lavori Umani
di Pabuda
uno,
se non se li fa
raccontare,
quanto son complicati
i lavori degli altri,
manco se lo può immaginare.
così,
ho preso l’abitudine
di far domande in giro:
un po’, senza esagerare:
tanto per farmi
un’idea approssimativa.
ho scoperto cose interessanti
e molto varie:
i lavori son diversi, son tanti:
oggi, per dire,
ho saputo quanto pane si inforna
per accontentare tutti
senza avanzarne,
m’han spiegato pure com’è che si tende
quel cavo
quando lo infilano
nel tubo buio sotto l’asfalto perforato,
poco prima il meccanico giù all’angolo
tre o quattro cassette di bulloni diversi
m’aveva mostrato!
di sua iniziativa l’ha fatto: io, a bocca aperta,
senza fiatare, rimiravo.
ieri il veterinario – a grandi linee –
m’ha illustrato le patologie
che fanno così simili l’alano
e il barboncino nano.
sul bus, una volta, una tipa insospettabile,
stuzzicata in maniera appropriata,
m’ha svelato
qualche incomprensibile segreto
degli acceleratori di particelle.
penso
che andrò avanti,
a far domande in giro,
finché mi funzionerà l’udito
per ascoltare le storie delle varie
attività: prima d’abbandonarla
vorrei farmi un’idea mia dell’umanità:
una per una.